Larry Mullen ed i progetti extra U2
Nella sua lunghissima carriera nella “sala macchine” degli U2, Larry Mullen ha sempre dimostrato una grande versatilità nel suo drumming riuscendo a spaziare tra più generi. Il discorso vale sia per la sua band sia per gli altri musicisti con cui ha suonato.
Esce proprio oggi 28 luglio Paranormal, il nuovo album di Alice Cooper.
L’eccentrico musicista statunitense si è avvalso della collaborazione del nostro Larry (insieme ad altri grandi nomi quali Billy Gibbons degli ZZ Top e Roger Glover dei Deep Purple) che ha suonato la batteria su 9 tracce delle 12 dell’album.
Ma di questo parleremo dopo.
Negli anni passati molti musicisti hanno richiesto la collaborazione del batterista irlandese per i loro lavori. Alcuni episodi sono sicuramente noti (la rielaborazione del main theme di Mission Impossible è frutto del suo lavoro in coppia con l’amico e collega Adam Clayton) altri sicuramente non sono episodi così famosi.
Daniel Lanois stesso, amico e produttore della band, si è avvalso del batterista irlandese per due canzoni che sono Still Water e Jolie Louise.
Gli Underworld (Karl Hyde e Rick Smith) hanno chiamato Larry Mullen nel 2007 per suonare su “Boy, Boy Boy“, il secondo singolo estratto dal Oblivion With Bells.
All’inizio il batterista avrebbe dovuto suonare qualche pattern su un beat programmato ma l’occasione era troppo importante così il duo britannico alla fine gli chiese di suonare la batteria per tutta la canzone.
Un piccolo aneddoto lega i destini degli Underworld e degli U2.
Nel 1996 i due britannici furono chiamati dalla band irlandese per alcune delle sessioni preparatorie per quello che sarebbe diventato Pop.
I due gruppi collaborarono per una sola canzone perché poi il sodalizio fu sciolto consensualmente da entrambe le parti poiché le due direzioni artistiche non riuscivano ad incontrarsi.
La “leggenda” narra che da quelle sessioni sia nata Mofo.
Degno di nota è ovviamente il contributo dato dal batterista per Heroine del 1986. Il brano fa parte della colonna sonora, a cura di The Edge, del film Captive.
In questa canzone ci si muove su un territorio più familiare visto che la direzione artistica è dell’amico e compagno di band e possiamo rintracciare tutti gli elementi tipici del drumming del batterista irlandese.
Ecco quindi che troviamo ghost notes in un incedere prima avvolgente e poi asciutto, come le note suonate sul rullante, che rendono il sound globale estremamente corposo.
Una menzione speciale va fatta, prima di parlare del lavoro svolto con Alice Cooper, per un intero lavoro che non porta il nome degli U2 ma quello dei Passengers.
Original Soundtracks 1 rappresenta il massimo punto raggiunto dagli U2 (qui con Brian Eno come quinto membro ufficiale) in materia di sperimentazione musicale.
Troppo spesso questo album oggi viene dimenticato o relegato tra gli “scarti”.
Troppo spesso ci si dimentica che questo album, datato 6 novembre 1995, ha fatto da pioniere per chi si è messo a suonare musica elettronica, e tutto ciò che ne deriva, dopo questa data.
Più volte nel corso degli anni Larry Mullen ha sottolineato quanto questo album, tra tutti quelli che ha contribuito a creare, sia quello che meno gli piace e quello in cui ha più sofferto a lavorare.
Su questo album il batterista ha suonato pochissimo la batteria. Nei casi in cui l’ha suonata l’ha fatto con la solita gran classe: Miss Sarajevo e Your Blue Room tanto per fare due esempi.
Per questo lavoro Larry Mullen viene accreditato per la batteria, le percussioni e più in generale tutto quello che riguarda le parti ritmiche di tutte le canzoni, per le quali ha lavorato molto con beat, loop e drum machine.
Interamente accreditata a lui è poi la sequenza ritmica della dark ed inquietante ma splendida One Minute Warning, uno dei punti più alti dell’intero album grazie anche ai cori nella parte finale; così come è accreditato a lui il sintetizzatore in United Colours.
Questo album è sicuramente un prodotto strano. È un magma elettronico e notturno. A volte quieto e rilassante, a volte frenetico ed inquietante.
Così come alcuni pezzi sono delle vere perle (impossibile dimenticarsi di Slug, un’irrequieta “ninna nanna” elettronica ambientata in una notte a Tokyo), altri sono puro e semplice esercizio. Pura sperimentazione in un lavoro che sembra uscito direttamente dal mondo di Blade Runner.
Torniamo ad oggi dunque.
Dicevamo che il batterista ha suonato su 10 delle 12 tracce del nuovo album di Alice Cooper.
È risaputo che Larry Mullen apprezzi la musica rock in generale (Led Zeppelin su tutti) e anche il rock di stampo americano ed il suo lavoro sui pezzi di Paranormal ne è la dimostrazione.
Qui troviamo un drumming energico e ancora più asciutto ed essenziale (principalmente charleston, rullante e cassa ma questo non deve mai ingannare sulla complessità delle produzioni in studio) ma che non suona mai scarno.
Gli attacchi sono potenti come in Dead Flies, Fireball e Dynamite Road contrapposti all’eleganza del drumming su The Sound Of A.
La title track Paranormal (con Roger Glover al basso) anche presenta una gran parte di batteria insieme a Fallen In Love che forse è l’episodio più singolare dell’album grazie alla voce e alla chitarra di Billy Gibbons che restituisce quel feeling on the road e rude di alcune delle canzoni più famose degli ZZ Top.
A proposito del ruolo di Larry Mullen in questo album vediamo le testimonianze dello stesso Alice Cooper e del chitarrista Tommy Denander.
Il primo ha dichiarato che l’idea di chiamare il batterista irlandese è stata del produttore Bob Ezrin.
Il batterista in studio ha spiazzato tutti affermando che avrebbe seguito i testi per le sue parti di batteria. Cosa particolarmente apprezzata dallo stesso Alice Cooper poiché così l’album ha avuto una chiave di lettura totalmente nuova e poi ha aggiunto “Sì, mi ha detto che con Bono agisce così. Gli chiede in anteprima le lyrics degli U2 per poter entrare meglio dentro il feeling delle canzoni. Mai conosciuto un batterista del genere in vita mia. I batteristi fanno casino e vanno a donne. Lui è uno scrupoloso. E attento, molto attento.”
La stessa cosa è confermata da Tommy Denander che si era detto un po’ preoccupato perché non sapeva come il batterista irlandese si sarebbe approcciato ai demo di batteria preparati in precedenza, visto il suo stile unico, non convenzionale e differente dai batteristi tradizionali di estrazione hard rock.
Lo stesso Denander si è poi ricreduto affermando che Larry Mullen ha donato un tocco old-school ed unico alle canzoni dandogli nuova vita.
Anche queste affermazioni sono confermate da Cooper stesso che ha risposto così, quando gli è stato chiesto come ha fatto a “farsi prestare” per un po’ Larry Mullen dagli U2: “La fortuna è che tutti noi abbiamo suonato brani altrui in un bar prima di diventare famosi. Lo hanno fatto i Beatles, gli Stones, i Kinks, gli Yardbirds, la Alice Cooper Band e pure gli U2. Larry mi ha spiegato che nei pub di Dublino, a fine anni ’70, inseriva le mie canzoni per rimpolpare le scalette del suo gruppo. Quindi, partecipando a Paranormal, voleva tornare a quelle sensazioni lì. Alla sua giovinezza. Ai “pub-days” come li chiama lui.”
Questa è un’ulteriore testimonianza di quanto sia unico Larry Mullen nel suo genere, unicità che è stato uno degli elementi che costituiscono la forza degli U2.
Fonti:
– Per qualsiasi approfondimento sugli U2 in generale e sui lavori da solista di Larry Mullen e degli altri membri della band sul sito U2 Songs troverete tutto quello che volete sapere. Cliccando qui troverete tutte le collaborazioni extra U2 di Larry Mullen.
– Per un ulteriore approfondimento consiglio la lettura di “U2 Dentro al cuore. La storia canzone per canzone” di Niall Stokes. Al suo interno troverete anche una sezione interamente dedicata al progetto Passengers.
– Infine cliccando qui potete leggere la bella intervista, della quale ho citato alcuni passaggi, ad Alice Cooper realizzata da Spettakolo!
(Immagine: Larry Mullen Jr. fotografato da Deirdre O’Callaghan per TheGuardian.com, 2016)
Jacopo D’Ipolito
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