In una frazione di secondi
Al giorno d’oggi in pochi secondi si riesce a fare un’infinità di cose che, anche solo un decennio fa sembrava impossibile realizzare. Basta un attimo per comunicare una notizia, per dare il buongiorno, per fare gli auguri, per chiedere scusa e per dire “ti amo”. Basta un telefono alla mano ed il gioco è fatto. Ma ancora più scioccante è la consapevolezza che, nello stesso tempo che ci si impiega a scrivere un messaggio, si riesce a distruggere il mondo premendo un bottone. L’argomento è la bomba atomica e la facilità con cui può essere assemblata ed usata per tenere in ostaggio il mondo intero. Bono ebbe questa lucida convinzione gà nel 1983, quando scrisse “Seconds”, canzone che, estrapolata dal contesto dell’album “War”, è versatile ed attuale come non mai.
Bastano pochi secondi per dire addio, per portare distruzione e morte senza che si abbia il tempo di scappare e mettersi al riparo. La minaccia del nucleare è attuale e sentita in modo continuo da allora: gli U2 cantano le loro paure per le minacce che Russia e Stati Uniti si scambiavano quando loro erano agli inizi della carriera; ma il tema non è mai passato di moda, purtroppo. Negli anni sono cambiati i soggetti di questa lotta per il controllo del mondo con la minaccia di annientarlo attraverso l’uso della bomba atomica. E poi c’era e c’è la discussione sulle centrali nucleari, che con gli incidenti di alcune di esseed i danni che porteremo sulla nostra pelle fino alla fine dei nostri giorni.
Non si smetterà mai di parlare di Chernobyl, delle sue morti, dei bambini e delle donne che hanno perso i capelli ed hanno ricevuto in dono un male incurabile. Per quanto si possa essere distanti dal luogo in cui c’è il pericolo del nucleare, non si è abbastanza lontani nè si è al sicuro. Quasi come a predire il futuro, gli U2 trattano un tema a loro molto caro perchè vissuto in prima persona e perchè era già chiaro per loro che chiunque avrebbe potuto costruire una bomba atomica senza necessariamente avere a disposizione materiale o attrezzature particolari. Chiunque avrebbe potuto minacciare l’intera popolazione mondiale per un gesto di follia o per soddisfare un ego ingombrante e pericoloso quanto un elefante in una teca di cristallo. In anticipo di quasi vent’anni, si parla di terrorismo, di attentati al cuore della terra, a qualla nazione, gli Stati Uniti, che da sempre sono il simbolo di sicurezza, di potenza e supremazia. Nel 1983 l’attacco alle Torri Gemelle sembrava solo un terribile incubo di un visionario a cui nessuno avrebbe mai dato ascolto. Eppure bastano davvero pochi secondo per creare il panico ed uccidere un numero inconcepibile di essere umani.
Ed ancora, bastano pochi secondi per inviare un messaggio in cui si legge che il tema della bomba atomica fa parte della storia dei nostri giorni; è l’arma con cui Israele ed Iran comunicano tra di loro ed attraverso la quale lasciano tutti noi appesi ad un filo di fievole speranza per il futuro. Che ne sarà di noi, dei nostri figli e di tutti quegli ideali in cui siamo cresciuti e che ci hanno sostenuto le volte che credevamo di non superare un momento di difficoltà. Oggi più che mai occorre trovarsi pronti a reagire, a scappare, a cadere e rialzarsi, ma soprattutto pronti a sapere come, su consiglio degli U2, smantellare una bomba atomica.
“Takes a second to say goodbaye
Say goodbay oh, oh, oh
Where you going to now?
Fall
Rise and Fall
Rise and
Lightning flashes across the sky (..)”
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