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“One Love, One Light…” il racconto della fotografa Deborah Feingold e le foto scattate a Bono

Inserito da on marzo 15 – 19:27 | 318 visite

Questo articolo di due giorni fa è tratto dal blog personale di Deborah Feingold. Nell’articolo la fotografa Deborah F. racconta un’aneddoto della sua esperienza iniziale, forse la più importante dei suoi esordi. In quell’esperienza c’era Bono…

di Deborah Feingold

13.03.2014

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© foto di deborah feingold photography

Bono 1981

One Love , One Light

Nel marzo del 1981, Ronald Reagan era presidente e non esisteva MTV. Ma noi sapevamo che gli U2 erano arrivati negli Stati Uniti per il loro tour di debutto.

Vivevo nel mio primo monolocale nel West Village direttamente sopra la metropolitana. L’appartamento era rumoroso ma era di ben 200 metri quadrati, ed sopratutto, era tutto mio. Studio fotografico di giorno, camera oscura/camera da letto di notte.

L’assegnazione degli U2 è stato il mio primo “vero lavoro importante”, ed ero preoccupata del fatto che forse non sarei stata all’altezza con l’attrezzatura che avevo. A quel tempo possedevo una macchina fotografica (la mia Nikkormat grande e pesante), una lente (50mm), e non avevo nessun tipo d’illuminazione. La luce del giorno però ha sempre dato degli ottimi risultati ma il mio studio era troppo buio.

Era impossibile potermi permettere un kit d’illuminazione da fotografo così ho pensato che avrei potuto però trovare qualcosa da mettere dal negozio di ferramenta. Bingo! Nel retro del negozio ho visto un riflettore da 10 pollici, quello che di solito gli imbianchini usano per illuminare le stanze mentre pitturano. Ne presi uno con una lampadina da 100 watt ed una prolunga da circa 2 metri. Tornai al mio studio, attaccai il riflettore all’inizio della mia libreria e lo puntai verso il basso in un angolo.

Quello che non sapevo allora era che questa luce, in posizione strategica avrebbe creato uno straordinario.

Quando guardo quel lavoro di oltre tre decenni fa, vedo ancora quelle immagini e ricordi. Queste immagini semplicemente illuminate, ritraggono una giovane band un po’ goffa e timida , così come me da fotografa all’inizio, ed un viaggio che sarebbe continuato più a lungo rispetto a quello che mai avremmo potuto immaginare.

 

Fonte | deborahfeingoldphoto

Segnalazione di Franco C.

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