La musica può
A volte capitano incontri inaspettati; quelli a cui non avresti mai immaginato nè avresti mai programmato per quanto potessero sembrare strampalati o quasi assurdi da essere anche solo contemplati. A volte questi incontri si rivelano incredibili per la potenza del significato che racchiudono e per i risvolti cui danno vita.
Qulacosa del genere è accaduto a Bono e Pavarotti quando si sono incontrati per collaborare ad u progetto umanitario in cui hanno creduto completamente per diversi anni. Il risultato di questa fusione si chiama “Miss Sarajevo”ed è l’esempio perfetto di come la musica rock e quella lirica non solo siano in grado di convivere, ma persino di fondersi insieme esaltando reciprocamente la propria bellezza come due facce della stessa medaglia. Ricordo di aver guardato in televisione quell’evento noto come “Pavarotti and Friends”carica di emozionante trepidazione per la presenza degli U2 e per il significato che racchiudeva una serata a cui partecipavano i nomi più noti della musica mondiale. Ricordo di un giovane e maturo Bono, accompaganto dal suo fedele The Edge e da Brian Eno, i tre “Passengers” che, al fianco di Luciano Pavarotti, si esibivano con una canzone di denuncia per la guerra in Bosnia, ma con la quale desideravano trasmettere un ideale di rinascita dopo la devastazione e deterpazione di luoghi ed esseri umani.
Attraverso un concorso di bellezza si cercava di lasciarsi alle spalle la guerra, i suoi morti e la sua violenza. Solo la musica può arrivare così velocemente al cuore; bastano quattro minuti netti per cogliere un messaggio ed essere pronti a reagire con un gesto, con un pianto o con una risata fragorosa. La musica vince su tutto, quasi come l’amore, quello vero e profondo, quello fatto di stima reciproca, di sostegno e comprensione. La musica lirica è stata la passione di papà Hewson per una vita intera ed inevitabilmente quella passione è arrivata a Paul come un’eredità che non poteva rifiutare, sia per rispetto dell’uomo che gli aveva dato la vita, sia per la bellezza che racchiudeva in sè quel genere musicale.
Ricordo di non aver perso un minuto dello spettacolo di Modena, di aver osservato minuziosamente ogni centimetro del palco e di chi si stava esibendo su di esso. Ho rivisto quel video centinaia e centinaia di volte tanto da conoscerlo a memoria e da saper descrivere la sequenza delle scene ad occhi chiusi. Solo uomini sensibili riescono a toccare temi delicati portandoli sul palmo della mano per mostrarli a chi se ne sta comodo sul divano di casa e sente parlare di paesi lontani devastati da una guerra che non ha giustificazione, neanche nel significato più intimo del suo nome.
Con un testo raffinato e due stili musicali che si integrano perfettamente arriva il messaggio dell’integrazione tra popoli diversi per etnia e religione che possono convivere pacificamente senza stravolgere le tradizioni, la cultura e la fede.
Ogni tanto c’è qualcuno che mi definisce “fantica” quando parlo oscrivo sugli U2; per me è un modo simpatico per scherzarci un pò sopra; ma dietro ai miei continui riferimenti alla band che porto nel cuore, c’è la stima e l’affetto per persone che hanno saputo denunciare eventi importanti nel mondo; quegli eventi a volte dimenticati o di cui si conosce troppo poco per poterne parlare seriamente.
Solo la musica può.
Solo alcuni cantanti si assumono la responsabilità di scrivere e cantare ciò che altri non vogliono vedere o, al contrario, vogliono dimenticare. Se è vero che al giorno d’oggi si pensa esclusivamente all’interesse personale, sono felice di ascoltare chi riesce ad accantonare quel tornaconto per dedicarci, in pochi minuti, attimi di eternità.
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