Gli U2 raccontano la creazione di Achtung Baby
Come parte del ventesimo anniversario della registrazione dell’album “Achtung Baby”, i membri degli U2, hanno raccontato alcuni aneddoti ed il difficile processo di creazione di una delle loro migliori creazioni.
Perché gli U2 sono andati a Berlino per registrare “Achtung Baby”?
Bono: Siamo sempre stati attratti da Berlino.
Adam: Volevamo andare da qualche parte ‘oscura’. L’idea era quella di essere lì per creare qualcosa di grande. Cercavamo la nostra ‘polvere di fata’ e cosiamo andati agli Hansa Studio dove Brian Eno aveva già lavorato in alcuni dischi di David Bowie, pensando che avremmo potuto influenzare il nostro lavoro.
Edge: Gli Hansa Studios sono composti da una enorme sala da ballo risalente alla Seconda Guerra Mondiale, con questa stanza o sala fatta di vecchio parquet di rovere e soffitti da 3 metri d’altezza, dove ai tempi, veniva utilizzata per far divagare le persone in guerra con danze e spettacoli. Nella stanza si sente una sorta di presenza, ovunque cammini, puoi sentire la sua storia.
Larry: Gli Hansa sono uno studio molto famoso. Eno ci aveva già lavorato con Bowie, e con Iggy Pop. L’idea era di sperimentare quella sala ed i suoni che ne venivano fuori.
Bono: Durante la prima settimana, abbiamo alloggiato nella casa in cui avevano alloggiato i dignitari stranieri dell’Unione Sovietica, in visita a Berlino Est, ed io ho soggiornato in camera Breznev, nel letto del grande leader sovietico. Di notte siamo andati a festeggiare la caduta del muro di Berlino, poi siamo arrivati a casa molto, molto tardi e non riuscivo a trovare la cucina. Sono finito in cantina e quando sono uscito c’era una famiglia nel corridoio, nonno, zii, zie, bambini, c’erano sette persone in piedi nel corridoio della casa che avevamo affittato ed io non non avevo vestiti addosso. Ho messo la mia testa in un angolo e loro mi dissero: “Scusa, cosa ci fai qui?” Ed un’uomo molto infastidito mi guardò e disse: ‘Che ci fai qui? Che ci fai qui? ” E io dissi: “Beh, io vivo qui” e lui rispose: “Chi vive qui? Chi vive qui? Portami l’uomo che vive qui!” poi continua “Questa non è casa tua”. Io gli risposi: “Sì”. E’ stato qualcosa di divertente: ero nudo, guardavo da un’angolo del muro la zia che aveva lo sguardo fisso su di me. Sono stato letteralmente attaccato con la testa al muro in un angolo a guardare il ragazzo dicendo: “Questa non è casa tua”. “Questa è la mia casa”. “E’ la casa di mio padre”, a quel punto ho realizzato che era davvero casa del padre, che il muro era crollato e che lui e la sua famiglia erano venuti a riprendersi la casa di famiglia, avevano visto la porta aperta e sono entrati ma hanno trovato una rock star irlandese nudo. Non è pazzesco?
Adam: abbiamo sicuramente sbagliato nell’andare li in inverno.
Bono: Ma alla fine, quando siamo stati cacciati fuori di casa sono finito in un hotel chiamato Palace Hotel, ed il suo tema era il marrone. Ciò significa che tutto l’hotel era maledettamente marrone. Stavo guardando una bellissima cattedrale dalla mia camera dal letto marrone, poi il mio sguardo è andato giù per il corridoio verso l’ascensore marrone, ed ho trovato gli altri. Si gelava fuori. Siamo andati agli studi Hansa che erano vicino al muro e iniziammo a suonare la nostra musica…marrone.
Edge: Col passare delle settimane, non essendoci nessun progresso, il clima partito con gran ottimismo, pian piano si era trasformato in grande delusione e frustrazioneo. Il vento soffiava freddo ed i dubbi salivano nelle nostre teste con questa frase: “.. Oh merda, questo non può essere, non può accadere proprio questo”.
Larry: Metaforicamente parlando, si sentiva il ghiaccio nell’aria.
Bono: Avevamo un nuovo peso sulla schiena: la preoccupazione che eravamo divenuti qualcosa di passato. E poi, perchè siamo venuti a Berlino? Era Berlino il nostro piccolo inferno.
L’inizio della registrazione di Achtung Baby è stato tortuoso, basato sullo scoraggiamento e divisione tra i membri degli U2. Hanno cominciato a pensare che era stata una pessima idea quella di andare a Berlino per registrare in inverno e questo è ciò che ricordo di quei tempi:
Adam: Abbiamo avuto l’idea che avevamo bisogno di essere più ritmici, più strutturati nella composizione dei brani. Avevamo bisogno di più l’elettronica, ma nessuno sapeva come arrivarci.
Bono: Le canzoni erano state effettivamente scritte. Ma il vero problema era che, Larry e Adam erano demoralizzati, in quanto in verità non stavano facendo questo esperimento con noi. Erano come, “Siamo venuti a Berlino. Abbiamo lasciato le nostre case. Ci stiamo congelando. Siamo in pieno inverno e tutto questo per che cosa esattamente?” E poi hanno iniziato a combattere tra di loro e Daniel Lanois cominciò ad affiancarsi a Larry e Adam, mentre The Edge era l’unico a stare dalla mia parte.
Larry: Poi caddero definitivamente ogni tipo di comunicazione tra di noi.
Bono: Quando si attraversa un brutto momento, si tratta di un Dang, Dang, Dang, quindi è come essere picchiati in un bar, presi alle spalle e questo immaginate era solo quello che accadeva andando alle prove. Poi vedi Larry li seduto, ed anche se non si muove, dice: “Edge non si può tacere. Cerchiamo di parlare qui?” Edge che segue il suo Dang, Dang, Dang. Edge non riesce a parlare perchè la sua vita stava cadendo a pezzi. Così se il muro di Berlino era caduto li fuori, negli Studios se ne stava creando uno nuovo tra di noi.
Edge: Ci sono state davvero delle brutte giornate in studio e la domanda ricorrente era: Questa è stato davvero la fine? La nostra band era davvero caduta nel buoi?
Bono: E io che pensavo: tutto qui? Siamo giunti alla fine della nostra strada? Il classico cliché: band rotta da differenze artistiche.
Sono seduti in questa stanza dove alcuni degli artisti più grandi hanno creato della grande musica…ma cosa stava succedendo?
Bono: Avevamo materiale ma non sapevamo che farne. Sai,c’erano tante cose buone create. Ottime parti di chitarra di The Edge, poi mi avevano colpito alcune note e melodie create dal lavoro insieme della batteria e dal basso. Sai tutto è permesso nello studio, ad eccezione di nulla di tutto ciò. E’ come salire sul ring con le mani legate dietro la schiena.
Edge: E ‘stata come una corsa sulle montagne russe.
Larry: Stavamo pensando di ritornare a Dublino il giorno successivo. Niente funzionava. Eravamo sul punto di dover riconsiderate il tutto. Danny (produttore) era esasperato, e The Edge continuava a lavorare su una parte di chitarra per creare qualcosa di diverso.
Bono: Stava cercando di rompere un problema di composizione così sono usciti alcuni nuovi accordi.
Adam: Edge aveva una sequenza di accordi che pensavo fossero per un’altra canzone. In quel momento non ricordo cosa fosse, ma unita la sequenza di accordi che Bono era arrivato ad improvisare, era una sorta di momento Eureka. Sai, due cose che potrebbero muoversi senza annoiarsi l’uno dell’altro?
Edge: Ho suonato queste note su una chitarra acustica e tutti stavano cercando di decidere se era buono ma poi Danny disse: “… Edge perché non le suoni in sequenza queste due idee e non l’una dopo l’altra e vediamo cosa succede” Così ho fatto e tutti “Ohhh, suona veramente bene. Proviamola in studio.”Adam prese il suo basso ed iniziò a suonare. Bono afferrò il microfono e fu uno di quei momenti in cui inizia qualcosa di magico e, dove, improvvisamente, qualcosa di molto potente stava per succedere. Così abbiamo suonato per 10 o 15 minuti. Bono ha iniziato ad improvvisare sul microfono e così che pian piano naque “One”.
Larry: Danny registrò questa nostra sessione. The Edge fu colpito da questa traccia ed Adam incominciò a suonare quel pezzo continuamente.
Edge: Qualcosa era successo ed improvvisamente tutti avevamo capito che qualcosa di potente ci aveva travolto.
Bono: Fu la linea ma non la chiave:”Dobbiamo andare avanti e passare ad altro”.
Adam: Non che avessimo trovato una identità sonora perché venne dopo ma penso che abbiamo trovato una identità spirituale e questo era importante. Questo era ciò di cui avevamo bisogno.
Edge: “The Fly” era una parte tratta da “Ultraviolet” ed aveva un grande “groove”, ma gli mancava una chitarra con la giusta identità. Poi un suono incredibile esce dal pedale: il Wah Wah. E ‘stato davvero emozionante, ci è piaciuta subito la canzone e così abbiamo aggiunto due colpi di “riff”. Poi Bono è riuscito a metterci del suo scrivendo una vera e propria lettera. La prime due strofe sono state fondamentali:
“Non è un segreto che le stelle stanno cadendo dal cielo
Non è un segreto che il nostro mondo è nell’oscurità stanotte
Dicono che il sole sia talvolta eclissato dalla luna
Lo sai che non ti vedo quando lei entra in camera”
“Non è un segreto che un amico è qualcuno che ti lascia aiutare
Non è un segreto che un bugiardo non crederà a nessun altro
Dicono che un segreto è qualcosa da dire a qualcun altro
Così ti dico… ragazzo”
Quella canzone ci ha detto molto di quello che poi sarebbe diventata il nostro disco ed il successivo Zoo TV. Tale lettera è stata fondamentale anche perché fu la prima volta che Bono stava esplorandosi facendo davvero l’ironico.
Bono: La ragione per cui Bob Dylan o Leonard Cohen ha un ricco vocabolario è che le loro voci sono molto basse e possono cantare in una scatola di corn flakes per sembrare grandi. Io non riesco a cantare in una scatola di corn flakes. Ma ero così geloso che ho voluto espandere il mio vocabolario, ma questo non era possibile per uno che canta verso l’alto brani come “In The Name of Love”. Così ho creato una voce per il personaggio di “The Fly”:
“Non è un segreto che le stelle stanno cadendo dal cielo
Non è un segreto che il nostro mondo è nell’oscurità stanotte”
Edge: credo davvero che creare il personaggio The Fly aveva rafforzato il disco.
Adam: Penso che “The Fly” con la sua voce distorta, occhiali neri, abbigliamento in pelle, univa molto bene lo spirito di ribellione e rock and roll che la gente ci attribuisce, perché volevamo essere socialmente responsabili.
Bono: E se siamo accusati di megalomania, allora diamo un po’ di megalomania. E’ stato divertentissimo. Ho messo le lenti Lou Reed, i pantaloni di Jim Morrison e la giacca di Elvis Presley, creando l’icona della rock star.
Edge: Così improvvisamente siamo passati dal essere una rocker band acetico, quasi in stile Amish, ed i lettori della Bibbia, in, improvisamente, una rock band con Bono e “The Fly” (“La mosca”), che indossa quegli occhiali scuri. E ‘stato un po’ come dire: “Beh qual è la verità?”, E, naturalmente, la verità sta da qualche parte tra queste due immagini.
Bono: Eunice Shriver è una delle più grandi influenze nella mia vita. Ha organizzato le Olimpiadi Speciali. E ‘stata la sorella maggiore di John F. Kennedy. Probabilmente sarebbe stata presidente degli Stati Uniti in un’epoca diversa. E’ venuta a vedere il nostro Tour Zoo TV. Dopo aver visto la nostra interpretazione disse:”Oh, li ho visti. Hanno osato nell’essere degli angeli. Adesso guardate come sembrano il diavolo. Mi piace di più. E’ molto più giusto per una lotta!”.
Edge: Amiamo il rock and roll. Solo che non vogliono essere i cliché del rock and roll. Così è stato creao lo ZooTV, pieno di contraddizioni.
Bono: La musica gospel sono canti di adorazione ed er da dove venivamo ma il blues era dove siamo. Ci piaceva unire le due cose e quello che stavamo cercando di fare in Achtung Baby, era pericolosamente vicino a tutto questo.
Larry: Noi non abbiamo alcuna eredità.
Bono: Pensa che nell’album, una canzone è divisa in molte parti.
Larry: ero leggermente fuori fase perché vedevo la band come fosse sfocata. Nonostante queste difficoltà credo che abbiamo raggiunto ciò che volevamo, che era quello il lato giusto degli U2 da mostrare facendo molto di più di quanto la gente si aspettava e noi abbiamo capito che siamo molto meglio di ciò che pensavamo fossimo.
Bono: E ‘stato doloroso ma sappiamo quello fu il luogo il gruppo U2, si è ricreato.
Edge: Molti gruppi sono gruppi di convenienza. Si uniscono band per vari motivi: perché sanno di poter suonare bene insieme e fare grandi dischi. Ma c’è sempre tensione tra i loro rapporti e non potranno mai sostenere dei momenti difficili o il momento in cui una crisi ti colpisce, così cadono a pezzi. A Berlino penso che avremmo potuto sbriciolarci, ma l’amicizia ci ha aiutato a continuare.
Adam: Abbiamo intensità in quello che facciamo e penso che l’intensità è determinata da l’impegno di ognuno di noi. Se ognuno si impegna al tempo stesso si arriva in un un posto diverso ed ad un nuovo livello. Berlino è stato un battesimo di fuoco. Era qualcosa che doveva accadere.
Larry: Penso che Achtung Baby sia un buon album e penso che andare a Berlino era una sfida d’affrontare. Col senno di poi, era la cosa giusta da fare.
Bono: Improvvisamente, si inizia a crescere. È come dire che stai camminando con un limp, indebolito ma improvvisamente si inizia a camminare dritto. Ed incominci ad esplorare te stesso. La tua vita diventa intellettualmente più interessante. Se tu sei fuori forma gli altri ti “prendondono a calci”. E ‘questo amore per noi, che ci permette di consegnare gli uni agli altri e ci permette di stare insieme, anche se si rompono relazioni o le famiglie. Matrimoni, affari, non importa, la cosa più difficile è quella di restare uniti. Credo che questo sia il potere più grande che detiene la nostra band.
Adam: Ci accettiamo l’uno a l’altro.
Bono: E così quello che abbiamo fatto è stato spezzare la band e formarne un’altra, ma con le stesse persone. Abbiamo talenti individuali e capacità, ma non sono grandi da soli. Stiamo bene insieme. Questo è ciò che ci rende grandi.
Adam: Penso che in qualche modo, si potrebbe definire “Joshua Tree” come una perdita d’innocenza. In realtà è stato mordere la mela e rendersi conto che in qualche modo eravamo nudi e avevamo bisogno di trovare dei vestiti ed Achtung Baby era il luogo dove sono stati trovati questi vestiti. Quello che era iniziato con un sacco di incertezza è diventato uno degli album degli U2 più grande, se non il migliore in tutto il nostro lavoro.
Bono: Credo che tutti possono riconoscere che “Achtung Baby” è stato il vero motivo per cui ancora oggi siamo qui.
Tags: 1991, Achtung Baby, Berlino, creazione dell'album, Hansa Studios, U2