29 FEBBRAIO 2012, lo ZOOTV compie 20 anni
Sono passati 20 anni da quell’ormai mitico giorno di fine inverno 1992, quando la band più amata di tutti i tempi iniziò un tour che si concluse quasi 2 anni dopo in Australia. Tutto il mondo rock e non, aspettava con ansia il ritorno del quartetto dublinese sulla scena live e si chiedeva in che modo ed in quale forma gli U2 avrebbero interpretato le nuove canzoni uscite pochi mesi prima con l’album intitolato “Achtung Baby“. Molti fans, specialmente quelli legati alle prime uscite (ed al suono connesso ad esse) della band, rimasero interdetti, forse in un primo momento sconcertati e delusi dal quasi totale cambiamento di sound ma in special modo di immagine che Bono & Co. avevano deciso di effettuare.
Ricordo sempre le parole di Bono dette in quella sera che definire fantastica è un eufemismo, del 31 Dicembre 1989 durante il “Love Town Tour” al Point Depot di Dublino, che fecero capire a tutti noi fans il bisogno da parte della band di un cambiamento, di un innovazione sia sonora che di pensiero oltre che di una nuova ricerca di stimoli spirituali perduti.
La stanchezza per l’avidità dell’uomo che non accennava a diminuire, la povertà in Africa lasciata aumentare a dismisura senza che i grandi poteri internazionali muovessero foglia, il rock che ormai non proponeva sulla scena internazionale gruppi o canzoni capaci di scuotere una generazione ed un mondo ormai saturo di ogni menzogna, l’inizio della guerra del Golfo, spinsero gli U2 in una direzione che neanche loro avrebbero creduto possibile all’inizio del loro viaggio attraverso lo Zoo TV Tour.
Atteso dalla maggior parte della critica giornalistica con il colpo in canna “Achtung Baby”, riuscì a portare un vento di innovazione nel mondo rock di allora ed i testi contenuti nelle canzoni fecero capire che il cuore della band pulsava ancora (eccome se pulsava!).
Canzoni come “One“, “So Cruel“, “Acrobat“, “Love Is Blindness“, “The Fly“, erano cariche di sentimento, rabbia, passione, adrenalina , e colpirono al cuore anche tutti coloro che in un primo momento avevano avuto qualche dubbio sulla forza creativa degli U2.
Ci fù in particolar modo una canzone di “Achtung Baby” che riuscì però a diventare fulcro ed innovazione artistica per la band durante i loro spettacoli dal vivo: “The Fly”. La mosca si impossesso così drasticamente di Bono che i suoi gesti, i suoi movimenti e specialmente i suoi occhiali lo facevano assomigliare a quel fastidioso insetto.
Lo ZOOTV partì da Lakeland, in Florida il 29 febbraio 1992, (conservo sempre quel mitico bootleg), per poi spostarsi in molti stati degli states, in un primo momento con spettacoli nelle arene o nei palazzetti, poi ingrandendosi e trasformandosi in un immenso circo multimediale svoltosi questa volta nei grandi stadi.
Inutile dire il grande successo di pubblico, ma anche di critica che lo ZOOTV ebbe, sia per la scenografia assolutamente innovativa (tecnologia al massimo, schermi multimediali, trabant al posto delle luci dietro al palco, ecc.ecc.) ma anche per il grande dispendio di energia e di forza comunicativa che la band cercò di trasmettere al pubblico. Lo sforzo secondo Bono non riuscì completamente a far cambiare idee e costumi ad un mondo ormai malato ma scavò un piccolo solco di speranza nei cuori di tutti noi.
Dopo una piccola pausa, intramezzata dall’uscita dell’album “Zooropa“, il tour riprese il suo viaggio attraverso le grandi città europee, toccando anche l’Italia con ben 8 date e sempre con il SOLD OUT. Ormai non si chiamava più ZOOTV, ma “Zooropa”, e McPhisto era il nuovo alter ego di Bono. Il risultato fu che il pubblico acclamava e si faceva coinvolgere sempre di più da quel mix di tecnologia e arte ed allora “Cosa chiedere di più ad un concerto, il pubblico viene si diverte ed in più si guarda la televisione! ” – disse Bono durante un’intervista.
Lo ZOOTV fu pieno di apparizioni, inviti, coinvolgimenti di personaggi famosi, come non dimenticare Salman Rushdie, l’autore del famoso libro “Versetti Satanici” (vedi anche nostro articolo: SPECIALE – Gli U2 ed il cinema (part 1)) rivelatosi poi un’arma a doppio taglio che lo obbligò a rifugiarsi per un certo periodo a casa di Bono, oppure il collegamento con Sarajevo durante lo show, che rappresentò il momento più toccante. Trasformatosi poi in Zoomerang, durante lo show nell’emisfero australe il circo multimediale salutò il mondo con una certezza in più: “Gli U2 avevano ancora una volta fatto centro!”.
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