Gli U2, protagonisti della nostra vita
Ci siamo quasi, siamo alla vigilia di momenti che vedono gli U2 al centro del mondo, per lo meno, del nostro mondo. Nelle prossime ore saranno in Italia, e coloro che come me non andranno a Milano, li guarderà in tv, saldamente e comodamente seduti sulle proprie poltrone. Sono sicura che saranno in piena forma, come hanno dimostrato di essere dalle prime note di The Miracle, anzi, come lo sono da molto prima di The Miracle. Tanti fan tenteranno la sorte e partiranno per Milano con tutta l’intenzione di non lasciarsi scappare l’occasione di vederli di persona, magari di poter avere un autografo o di scattare una foto abbracciati a Bono e di portarla a casa come trofeo (cosa non si farebbe per i nostri idoli, persone in cui crediamo profondamente?). La maggior parte di noi vedrà dallo schermo di un televisore quattro artisti di Dublino che considera, senza neanche conoscerli personalmente, parte della famiglia, quella che è nata senza vincoli di sangue ma che si è consolidata in un rapporto di fiducia reciproca nell’arco di trent’anni, o anche meno.
Il giorno seguente, lunedì 13 ottobre sarà la volta dell’uscita dell’album negli store, della corsa ai negozi di dischi (insostituibili per chi come me è nato negli anni “anta”) o dell’attesa della consegna via posta..bramiamo nell’attesa di stringere tra le mani la prova tangibile che gli U2 hanno suonato e registrato nuove canzoni per noi, per regalarci sensazioni belle, sorprendendoci per l’ennesima volta da quando li ascoltiamo. Questo è solo l’inizio di una nuova grande avventura che prevede interviste in altre città sparse per il mondo, apparizioni in tv fino ad arrivare all’evento più atteso, il concerto, i concerti, in cui finalmente noi e loro saremo veramente vicini, “intimi”. Credo che “intimo” sia una delle parole chiave del nuovo album e che gli U2 abbiano cercato di mostrarsi per ciò che sono, senza maschere, come fa Larry sulla copertina insieme a suo figlio. Gli U2 non hanno mai temuto di trasmettere sentimenti forti come l’amore per una donna, un figlio, un genitore e tantomeno non lo temono ora che hanno raggiunto la maturità fisica e mentale di uomini adulti. Spogliarsi delle vesti da rock star non è mai stato un problema per loro, che, al contrario, li hanno spesso indossati per puro gioco, per lanciare un messaggio preciso in una determinata epoca.
Chissà se dal canto loro sanno di essere con la loro musica un punto di riferimento per tantissime persone dagli esordi, dai tempi di Boy, quando ancora la critica non provava interesse per quattro ragazzi chiamati U2.
Sarà una stagione di grandi sorprese per noi, per la nostra passione in musica, dove l’attesa che abbiamo sostenuto dopo l’ultimo indimenticabile tour, verrà colmata da momenti che aggiungeremo a quelli già indelebili custoditi nella memoria.
Da ultimo, mi chiedevo quanti si siano accorti dell’impressionante somiglianza tra Volcano e Glastonbury, canzone inedita che gli U2 hanno regalato a chi nell’agosto del 2010 si trovava nello stadio di Torino, in totale estasi. La somiglianza è indiscutibile, segno che gli U2 non hanno mai smesso di lavorare, di scrivere e provare, come fanno i veri professionisti. Segno che sono ancora instancabili e terribilmente presenti nell’universo della musica. Segno, infine, che Songs of Innocence non è un album fatto a caso, tanto per fare, ma che le loro quattro menti e quelle di cui si circondano sono ancora attive e piene di idee.
Vi immaginate di cantare a pieni polmoni Every Breaking Wave o Iris o la stessa Volcano da sotto un palco? Io si, e questo pensiero mi conferma che gli U2 sono la musica che impreziosisce il mio mondo.
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