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La mia “Invisible”

Inserito da on febbraio 9 – 10:00 | 419 visite

Ad una settimana esatta dall’uscita di “Invisible”, mi piacerebbe condividere con voi le mie impressioni sull’ultima canzone uscita dal cilindro magico, ma non senza consapevolezza ed impegno, della nostra amata band. Non sono qui a scrivere per criticare, vi avverto e vi spiego anche il perché..le motivazioni sono almeno due: per prima cosa non sarei capace di fare una critica costruttiva in merito (dal punto di vista prettamente musicale); in secondo luogo,  non potrei scrivere negativamente di una canzone che mi ha letteralmente ipnotizzato al primo ascolto. A me “Invisible” piace molto, anzi, moltissimo. Trovo che sia un brano “fresco”, “lineare”, “pulito”  che arriva direttamente al cuore, dove esplode come una mina vagante. La voce di Bono è più che mai bella e sensuale come per me è stata sin da quando ho iniziato ad ascoltare la sua musica. A dire il vero, per certi versi, trovo che sia cambiato il suo modo di cantare rispetto agli esordi, quando il suo sembrava più un canto urlato. Ora, a cinquant’anni, Bono, The Edge, Larry ed Adam, hanno trovato un loro nuovo modo per essere uomini rock, ognuno con una sua caratteristica ed indiscussa bravura, ulteriormente esaltata rispetto ai quei ragazzi che a fine anni 70 cercavano di lasciare il loro segno nel panorama musicale d’Irlanda.

“Invisible” è anche interpretazione personale, come lo è ogni canzone che facciamo nostra. Al primo ascolto ho immaginato che Bono parlasse di un rapporto  di coppia, tra due amanti, uno dei quali non viene “visto” dall’altro come in una relazione a senso unico. Poi, con il passare delle ore, cercando di capire meglio il testo e di avere una visione più ampia, ho pensato che per “invisibe” si intendessero tutte quelle persone che per motivi diversi non sono state capite..dalla famiglia, da un uomo, da una donna e per questo diventano “invisibili” agli occhi di chi gli sta di fronte..”Invisible” come tutti coloro che cercano una loro identità, che non sia quella imposta da qualcun altro e che ora, con le parole di Bono, diventano “visibili”, mostrandosi per ciò che sono. Non so se questo sia il significato che gli U2 hanno voluto dare al loro nuovo lavoro, forse non è neanche giusto trovare a tutti i costi un senso; in fondo si tratta di una canzone, perciò dovrebbe essere considerata per prima cosa come un’opera d’arte ed amarla od odiarla incondizionatamente, a pelle! Come si fa con un quadro. Fare una critica agli U2 è per me simile al criticare chi dipinge una tela; qualcuno del calibro di Picasso, Monet, Leonardo..nessuno, o quasi, si permette di dire che le loro opere sono brutte. Possono non piacere, ma è diverso da dire che non sono un’opera d’arte. L’amore per una canzone è un sentimento “di pancia”, istintivo, che va oltre le reminiscenze del passato o l’appartenenza ad una corrente piuttosto che un’altra. “Invisible” è il mio nuovo loop, il mio angolo di cielo azzurro dove le nuvole sono state spazzate via da una ventata di aria fresca.

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