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Speciale The Edge: 1976-1980 il periodo pre-Boy

Inserito da on marzo 15 – 10:40 | 724 visite

Il 25 settembre 1976, in risposta ad un annuncio affisso da Larry Mullen Jr., nella bacheca della Mount Temple Comprehensive School, si presentarono, tra gli altri, al n.60 di Rosemont Avenue, Paul David Hewson, Adam Clayton, ovviamente il padrone di casa Larry, e i fratelli Evans, David (Dave) e Dick. Questi ultimi sembravano i più organizzati del gruppo, avevano una chitarra (costruita in casa, di colore giallo simil Flying V) e, nonostante il giovane Paul ambiva ad essere il chitarrista, la scelta cadde su Dave e Dick.

Le prime sessioni di prove dei ragazzi, a loro detta, furono un vero disastro. Gli unici che avevano un minimo di conoscenza musicale erano Larry e Edge, con l’amplificatore di quest’ultimo produceva un chiassoso fischio, da qui la scelta di chiamare la band in un primo momento Feedback (in gergo il feedback è un fenomeno che avviene quando il suono della chitarra che viene inviato dai pickup all’amplificatore da questo rientra nei pickup stessi facendo iniziare un circolo infinito che incrementa il segnale provocando il fischio).

I Feedback cominciarono con il provare a suonare cover di Rory Gallagher, T-Rex e Bay City Rollers e, per i primi mesi, nelle loro esibizioni eseguivano esclusivamente canzoni di altri gruppi, nella loro scuola. Vediamo come le prime influenze della band sono gruppi per lo più blues rock degli anni 60 e 70, almeno fino all’invasione del Punk, che influenzò moltissimo i futuri U2, ed in generale i loro coetanei, perchè, pur essendo un genere minimalista, riusciva a trasmettere messaggi forti di ribellione, sia per quanto riguarda la sfera privata che quella sociale.

I Feedback, che dal giugno 1977 si erano ribattezzati The Hype, cominciarono ad accarezzare l’idea di comporre musica inedita, che però non eseguirono live prima del 18 marzo 1978, quando gli U2 (così scelsero di chiamarsi da quel giorno, su consiglio di Steve Averill), vinsero un concorso a Limerick, con in premio una sessione di registrazione con la CBS. Nello stesso periodo, con Dick Evans che ormai aveva abbandonato la band, gli U2 incontrano quello che sarà il loro storico manager, Paul McGuinness. I primissimi inediti degli U2  sono caratterizzati da riff taglienti in pieno stile punk, tuttavia la voglia di sperimentare del gruppo, e di non essere etichettati come gruppo punk, li ha portati presto a dissociarsi da questo genere. The Edge, spesso e volentieri, costruisce il suo sound con degli arpeggi caratterizzati da un Delay molto corto, gettando le basi di quel suono caratteristico che troverà il suo culmine nei primi tre album della band.

In questo periodo The Edge utilizza una Fender Stratocaster Sunburst degli anni ’70, assieme ad un Vox Ac30 dell’epoca, e non usa ancora pedalini distorsori; pertanto, per ottenere l’effetto distorto, si limita a sfruttare la saturazione del Vox. Particolare non da poco da citare è che il suono di The Edge è caratterizzato, sin dagli albori della band, dall’uso inappropriato di un plettro della Herdim: questo plettro è, infatti, noto per avere la parte superiore zigrinata che consente una presa più solida sulle dita. Il nostro chitarrista ha cominciato a suonare pizzicando le corde proprio con la parte zigrinata producendo quella che viene chiamata “campanella”, conferendo al suono un attacco più squillante e “grattato”. In questa prima fase l’utilizzo del Delay è ancora associato all’idea di “effetto di ambiente”, per rendere il suono meno secco e tagliente; la sua presenza risulta, quindi, quasi impercettibile, ma conferisce comunque un maggiore senso di pienezza al suono. Edge usa un Memory Man della Electro Harmonix, un Delay che ha tra le sue funzioni quello di aggiungere un effetto chorus per colorare un po’ il suono.

La voglia di stravolgere le regole del punk dei giovani U2 è visibile nel video della loro prima apparizione televisiva, quella alla RTE per il programma Youngline. La band si esibisce con Street Mission, vera protagonista di questo pensiero anticonformista. Sebbene la prima metà della canzone sia effettivamente un Punk movimentato in stile Ramones, dopo il secondo ritornello inaspettatamente la canzone rallenta, c’è un cambio di ritmo e, cosa più sorprendente, The Edge si cimenta in un assolo improvvisato che dura ben un minuto e dieci secondi, probabilmente il più lungo da lui mai eseguito; è un assolo essenziale, ha poche note, ma sono tutte al loro posto senza mai darti l’impressione che siano improvvisate. Questo basterebbe a far ricredere qualsiasi detrattore del nostro chitarrista che vediamo, in una primissima fase della sua carriera, dar prova di un virtuosismo pulito, essenziale ed elegantissimo pur avendo solo 17 anni.

Alla fine del 1978 gli U2 entrano in studio per la seconda volta e registrano The Fool, Shadows And Tall Trees oltre alla già menzionata Street MissionSuccessivamente la band fa altre due sessioni di registrazione, gli inediti cominciano ad essere numerosi. Uno di questi inediti, Life On A Distant Planet fu eseguito nell’ottobre 1979 nel programma TV Aspect of Rock, e presenta un forte timbro punk con arpeggi di The Edge in delay nella parte finale.

Finalmente, a settembre del 1979, con una tiratura limitatissima di 1000 copie iviene pubblicato l’EP Three, contenente Boy/Girl, Out of Control e Stories For Boys; queste ultime poi vedranno la luce anche nel primo album della band, Boy. The Edge in questi due ultimi brani, a differenza che in passato, abbandona quasi totalmente l’uso di riff di stampo punk, concentrandosi invece nel creare riff più melodici, accompagnati da un Delay sempre più presente. Proprio in questo periodo vediamo The Edge usare la sua chitarra più famosa: una Gibson Explorer Korina della fine degli anni ’70. Un aneddoto simpatico, spiegato da Edge stesso nel documentario con Jimmy Page e Jack White It Might Get Loud, racconta come non fosse nelle sue intenzioni comprare questa chitarra in favore di una più classica Les Paul, tuttavia si innamorò di questa e decise di comprarla, seppur cosciente che non sarebbe stata vista di buon occhio dalla band, per via del suo design troppo strano e futuristico.

Prendiamo adesso in esame uno dei singoli più famosi degli U2 dei primi anni che non ha mai trovato spazio in alcun album (ad eccezione di Under A Blood Red Sky): 11 O’Clock Tick Tock.
Uscito nel maggio del 1980 (contenente la b-side Touch), a pochi mesi dall’uscita di Boy11 O’Clock Tick Tock nasce da una precedente demo intitolata provvisoriamente Silver Lining ,ed è stata praticamente sempre eseguita live dagli U2, fino al The Unforgettable Fire Tour. Dopo la firma del contratto con la Island Records, gli U2 decisero di registrare il singolo con un nuovo produttore, Martin Hannett che era diventato popolare all’epoca per i suoi lavori con i Joy Division ,che proprio in quel periodo stavano lavorando alla loro canzone più famosa Love Will Tear Us Apart..

Questo brano presenta tutte le componenti che andranno a caratterizzare Boy per quanto riguarda la chitarra e lo stile di The Edge: abbiamo la Gibson Explorer,  il Delay a ottavi puntati prodotto dall’ormai fidato Memory Man, il Vox in saturazione per ottenere quel tipico suono sporco, l’utilizzo dei bicordi alti che mirano a rendere il suono il più essenziale e diretto possibile. The Edge, infatti, sempre nel documentario It Might Get Loud, afferma che, durante la fase di ricerca del proprio sound, ha introdotto delle alternative agli accordi suonati su tutte e 6 le corde. Un’alternativa, ad esempio, è l’uso dei bicordi (o power chords) sulle note alte, oppure, l’utilizzo di nuove posizioni rispetto agli accordi normali, evitando di ripetere su corde diverse la stessa nota, il tutto finalizzato a far si che, con la saturazione, il suono non risultasse troppo impastato e confuso. Vediamo inoltre comparire i primi armonici che saranno fondamentali in moltissime altre canzoni (il Bridge di I Will Follow, Gloria, New Year’s Day, l’intro di Pride, The Unforgettable Fire, o l’intro live di Beautiful Day, solo per citarne alcune). Sul video sotto riportato, tratto dal concerto del 5 giugno 1983 al Red Rocks Ampitheater di Denver, al minuto 3:20 circa possiamo ascoltare l’uso sapiente di questa tecnica, per tutto il tempo del Bridge della canzone.

Al termine di questo primo capitolo dello “Speciale The Edge“, vediamo come The Edge sia già evoluto da una fase iniziale di chitarrista “tuttofare”, come bene o male partiamo tutti, impegnato a suonare le cover dei suoi gruppi preferiti come meglio riusciva, per passare poi ad una fase intermedia dove, influenzato dal Punk, rende il suo stile minimale e incisivo, mantenendo ancora la voglia di rispettare i canoni della canzone Pop dell’epoca, quindi con l’esecuzione di assoli convenzionali e di arpeggi, per poi confluire in quello che sarà il suo stile, caratterizzato dall’uso di riff melodici suonati sui bicordi, gli arpeggi in Delay, gli assoli in monocorde, e l’uso sapiente degli armonici.

Nel prossimo appuntamento analizzeremo lo stile e il sound di The Edge, nel primo album da studio degli U2 Boy, e nel relativo tour a supporto.

Per ulteriori approfondimenti sulla discografia degli U2: U2Songs: i demo degli U2  U2 Songs: la discografia degli U2 u2gigs: i live degli U2

Video | LuthienBono, Dexbam

Articoli precedenti: Vi presentiamo la rubrica “Speciale The Edge” a cura di James Vignotto

Foto in evidenza | © Arthur Carron / Collins

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