Buon Compleanno Bono: 60 anni in 60 immagini
Chiamatelo showman, rockstar, acrobata, predicatore, santo, diavolo, attivista, politico, ma non dimenticate che Bono, per chi lo ama e lo segue, è un parente caro, un amico, o forse più!
Bono dai suoi mille problemi ne ha saputo sempre trarre la sua forza, ci ha cantato la sua vita, le sue pene, le sue paure, il suo “buco a forma di Dio”, ma ci ha poi sempre consolati e rassicurati con i suoi consigli ed insegnamenti. Ci ha insegnato che l’Amore è più grande di qualsiasi altra cosa e tutto può!
Il suo sessantesimo compleanno arriva oggi in un momento difficile per il mondo intero, ma anche questo forse non arriva per caso.
Egli stesso, a poche ore dal fatidico 10 maggio, ha pronunciato parole cariche di significato al riguardo:
“Avrei comunque fatto un compleanno tranquillo … basta fare una lunga passeggiata, questo era il piano, passeggiare un pò con la famiglia.
Ci sono persone che rinunciano a molto più dei loro compleanni, pensiamo alle persone che cancellano i loro matrimoni, i funerali, pensateci. Sono grato di essere arrivato qui, sono davvero grato alle persone che mi hanno portato dove sono, alla band, ai miei amici e al paese che ha regalato agli U2 una grande vita che ci ha permesso di essere utili in questo periodo”
Questo compleanno ci ricorda che nella vita nulla è perduto, lui ci ha mostrato la sua rinascita, come rialzarsi… ora tocca a noi!
Per omaggiare in un modo diverso dal solito Bono abbiamo pensato di raccontare i suoi ‘primi 60 anni’ di vita attraverso 60 immagini!
Il nostro progetto include 5 articoli suddivisi per temi: la famiglia, Cedarwood Road e gli affetti più cari; la carriera con gli U2; i suoi alter ego; gli incontri con altri grandi artisti… e non solo! Vi abbiamo riservato delle sorprese finali, oltre al video in apertura!
Alla fine di questo primo articolo troverete i link dei restanti altri 4, con i rispettivi argomenti trattati, da leggere quando e come vorrete, nell’ordine che preferirete!
Buona lettura e … ancora infiniti di questi giorni al nostro carissimo Bono!!!
God Bless You! Thank you for giving us a great life!
1. La Famiglia, Cedarwood Road e gli affetti più cari
Al Rotunda Hospital di Dublino, un martedì del 1960, il 10 maggio, dal cattolico Brendan Robert (detto Bob) Hewson e la protestante Iris Elizabeth Rankin, la signora Hewson, nasce un secondogenito maschio, dopo 7 anni dal primo figlio della coppia, Norman. Quel bambino, dal carattere non proprio tranquillo, verrà battezzato col nome di Paul David Hewson, ma verrà conosciuto in tutto il mondo con lo pseudonimo Bono!
“Ero un ragazzo lentigginoso, difficile da domare sin dall’inizio; un casinista vitalissimo e monello, turbolento: forse per eccesso di testosterone. Devo riconoscere che il primo soprannome che mi diedero in famiglia, l’Anticristo, non era del tutto fuori luogo. Non conoscevo altri ragazzi che siano stati soprannominati l’Anticristo! Andavo a trovare le mie zie e pensavo solo a come distruggere le loro case. Ora che ci ripenso credo fossi soltanto un po’ sveglio, un po’ vivace, avevo voglia di fare esperienze, tutto qui. Ma questa cosa salta fuori anche oggi”.
Una famiglia come tante della classe media irlandese, andata avanti nonostante lo scoglio religioso, il cui equilibrio si rompe il 10 settembre 1974, giorno in cui muore Iris Hewson, a seguito di un aneurisma cerebrale che l’aveva colpita 4 giorni prima al funerale del padre.
Il nostro Bono resta orfano di madre a soli 14 anni. Questo evento avrà ripercussioni sulla sua infanzia, sul suo rendimento scolastico, ma sarà anche strettamente legato alla sua arte ed al suo modo di vivere, perchè Iris ha fatto di lui l’uomo che è oggi. Quel bambino orfano, con la sua arte e le sue canzoni, cercherà di riempire il ‘buco a forma di Dio’ che si è venuto a creare nel suo animo. Per sua madre, ‘la bella Iris’, Bono scriverà I Will Follow, Another Day, Tomorrow, Walk To The Water, Ultraviolet (Light My Way), Lemon, Mofo, e, per ultima, Iris (Hold Me Close).
Bono crescerà più per strada, a Cedarwood Road, che non fra le mura di quella casa al n° 10, dove dovrà spesso fare i conti con un padre burbero ma forse solo con il peso sulle spalle di portare avanti da solo una famiglia con un figlio ancora adolescente.
Il 1976 Bono lo definisce da sempre come il suo anno fortunato: entra in una band, rispondendo ad un annuncio affisso nella bacheca della sua scuola, la Mount Temple Comprehensive School, da un giovanissimo batterista, Larry Mullen Jr, e incontra, nel cortile della stessa scuola, la donna della sua vita, Alison Stewart!
Quella band, i The Hype, con cui si esibì, con tanto di foto ad ufficializzare l’evento, per la prima volta sulla scalinata della scuola nel ’78, che poi cambierà nome in U2 poco prima di avere un contratto, in cui Bono trovò 3 ragazzi che diventarono suoi amici, suoi sostenitori, fedeli compagni di vita e carriera, veri e propri fratelli: il chitarrista ‘scienziato’ David Howell Evans, detto The Edge, l’irrequieto bassista Adam Charles Clayton e il silenzioso bel fondatore, il batterista Larry Mullen Jr.
“Credo che gli U2 divennero una sorta di famiglia surrogata. Sarò onesto con voi: ho veramente capito il significato di casa solo quando la band è entrata nella mia vita”.
E quella ragazza silenziosa e misteriosa dagli ‘occhi da spagnola‘, semplicemente Ali, così diversa dalle altre ragazze irlandesi, che fece innamorare a prima vista il monello Paul, e che divenne la musa ispiratrice di molti suoi brani e lo salvò dal suo oblio.
Bono racconta così quel 1976:
“Ero arrivato a un punto della vita in cui volevo capire il significato spirituale del mondo. Pregavo perché pensavo davvero che la mia testa stesse per esplodere, e in quelle stesse settimane successero due cose che mi salvarono la vita. E così, il 1976 [ndr], si rivelò essere un ottimo anno per me. Ottimo davvero. La prima cosa fu vedere il mio futuro. Ricordo di aver visto questa ragazza appena arrivata a scuola, tempo addietro, e aver pensato che sembrava una spagnola, una vera rosa con i capelli scuri e le labbra rosse. Successivamente, uno di quei giorni in cui la testa sembrava esplodere, Reggie Manuel il Cocker Spaniel mi stava portando via da scuola sul sedile posteriore della sua motocicletta. Mi guardai intorno e vidi quella stessa ragazza silenziosa e misteriosa che era così inconsapevole, del tutto ignara di essere attraente. Dalla moto di Reggie uscì come una vampata di calore ed era come se lei stesse attraversando uno specchio d’acqua. C’era qualcosa di così calmo in lei e, per una persona che calma non lo è affatto, era la cosa più attraente al mondo. Quella era Ali, che alcune settimane dopo sarebbe diventata la mia ragazza, e alcuni anni dopo mia moglie. E poi successe un’altra cosa pazzesca. Entrai a far parte di una band. Non è cambiato molto da allora: sto ancora con Ali e sono ancora nella band”.
Bono ringrazia da sempre Ali attraverso la sua arte; innumerevoli sono le canzoni da lei ispirate e a lei dedicate: fra le altre, tra le più famose Spanish Eyes, Two Hearts Beat As One, Luminous Times (Hold On To Love), Sweetest Thing, With Or Without You, All I Want Is You, e, tra le ultime Song For Someone e Landlady.
Mentre negli anni ’80, subito dopo il matrimonio, Bono rifletteva sul come far convivere la sua vita matrimoniale con la sua carriera da rockstar, fra litigi e ripensamenti, fino al comprendere di non dover rinunciare a nulla pur stando vicino alla donna che amava e che era divenuta sua moglie tanto precocemente, oggi, nei sui brani più recenti, sempre più innamorato della sua compagna da oltre 40 anni, la ringrazia per averlo reso quello che è oggi, per essere riuscita nell’impresa di salvare, da una ovvia e scontata discesa negli inferi, un ragazzino di 16 anni confuso, irrequieto, che aveva perso la madre senza neanche poterne elaborare il lutto, che si comportava da bullo ma che in realtà era solo molto fragile (Song For Someone), definendola totale padrona della suo cuore e della sua casa, la sua ancora di sicurezza (Landlady).
E non solo nelle canzoni, ma anche in altri ambiti Bono parla spesso del suo rapporto speciale con la sua Ali, esempio rarissimo di una solida unione matrimoniale nel mondo del rock.
“A sta per Ali: se il suo nome fosse stato Zena avrei iniziato comunque l’alfabeto con lei; tutto per me inizia con lei.”
Ali è anche la madre dei quattro figli di Bono.
La primogenita, Jordan Joy, nasce il giorno del ventinovesimo compleanno del cantante degli U2, il 10 maggio 1989.
“Quando dissi a mio padre che Ali, mia moglie, era incinta per la prima volta, lui scoppiò a ridere. Gli vennero le lacrime agli occhi, ma non per sentimentalismo: piangeva dal ridere. Mi guardò e invece di congratularsi disse solo una parola: “La nemesi!”
Bono ha sempre avuto un rapporto molto stretto con la sua Jordan, quella bambina “messa al mondo di corsa”, come dice il padre, fiero di aver aiutato i dottori a capire che perdeva battiti mentre era ancora nel grembo materno :
“Stavo per fare una canzone registrando il suo battito cardiaco come ritmo. E ho notato che il battito rallentava”
I medici suggerirono poi di tenere la piccola vicino al suo cuore o a quello di sua madre, perchè piccola e vulnerabile, di appena 2,2 Kg. Quindi Bono lasciò dormire la sua Jordan sul suo petto per due settimane, ed ancora oggi, ama scherzare.
Jordan segue molto il padre, impegnandosi ella stessa in campo umanitario e sociale.
Il 7 luglio 1991, nell’anno di Achtung Baby, arriva invece la secondogenita Memphis Eve Sunny Day Hewson, per tutti l’irriverente Eve, la prima dei figli di Bono e Ali che intraprenderà la carriera artistica, anche se non dedicata alla musica come il padre, ma al cinema.
A distanza di anni, arriveranno altri due figli per la bellissima coppia.
Il 17 agosto 1999 nasce il terzogenito e primo figlio maschio, tanto desiderato da Bono, Elijah Bob Patricius Guggi Q. Quel figlio maschio cercato dopo un presagio di morte di undici mesi prima, quando il cantante aveva creduto di avere un cancro, e per avere un altro erede e darlo, al tempo stesso, anche al padre, che ormai attraversava i suoi ultimi anni di vita. Per l’entusiasmo riposto in quella nuova vita scriverà Beautiful Day.
Il 21 maggio 2001 la famiglia Hewson da il benvenuto invece al “piccolo” di casa, il quartogenito, John Abraham, finora il meno esposto dei figli, ma che il padre già guarda dal basso:
“Con Johnny, il più giovane, alto sei piedi, non ho scelta“
“Nonostante tutto l’amore è più grande di qualsiasi altra cosa”.
“Mio padre Bob ha lavorato per l’ufficio postale di giorno e cantato opera di notte. Vivevamo nella parte nord di Dublino, in un luogo chiamato Cedarwood Road. Lui mi ha dato un sacco di dritte e mi ha insegnato ad usare la voce. Mi sarebbe piaciuto averlo conosciuto meglio”.
A Bono oggi, della sua famiglia originaria, resta solo il fratello maggiore Norman, cresciuto con gli stessi principi; i due si dimostrano rispetto ed aiuto reciproco supportando le iniziative e le carriere dei rispettivi figli (una delle figlie di Norman, Leah, è una celebre pittrice contemporanea di arte astratta).
Nonostante la sua carriera ed il suo successo planetario con gli U2, Bono è rimasto legato alle sue radici, alla sua Irlanda, alla sua Dublino; soldi e successo non lo hanno portato via dalla sua terra.
Bono è rimasto, nonostante tutto (anche le critiche spesso ricevute), quel ragazzo con le Cliffs Of Moher alle spalle, come nelle foto scattate da Anton Corbijn durante le sessioni fotografiche di The Unforgettable Fire; quel ragazzo con il fuoco dentro e lo sguardo volto a guardare Oltre, quell’oltre che lo ha portato in giro per il mondo con la sua band e con il suo attivismo, che lo ha reso portavoce di battaglie, a volte rimaste utopistiche, ma che molte altre volte hanno portato solo del bene, senza altri secondi fini. Tutto questo è Bono!
2. Buon Compleanno Bono: 60 anni in 60 immagini – La carriera con gli U2
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3. Buon Compleanno Bono: 60 anni in 60 immagini – I suoi alter ego
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4. Buon Compleanno Bono: 60 anni in 60 immagini – I suoi incontri con altri grandi artisti
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5. Buon Compleanno Bono: 60 anni in 60 immagini… e non solo!
Qui l’album facebook di tutte le foto comprese nel nostro progetto, ed altre aggiuntive:
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