Speciale The Edge: War e il War Tour (1982-1983)
October e il relativo tour non ottennero il successo sperato di vendite, critica e incassi, pertanto la band si trovò in una condizione di instabilità per via della casa discografica. La Island Records in un primo momento non fu molto convinta di voler proseguire la propria collaborazione con gli U2, tuttavia decisero di dar loro un’ultima opportunità per fare il salto di qualità necessario a riconquistare la fiducia della major.
Steve Lillywhite, sebbene non avesse intenzione di produrre il nuovo album degli U2, riprese i contatti con la band per lavorare su alcune idee nel febbraio del 1982, da cui ne uscì il singolo A Celebration e la sua celebre B-side Trash, Trampoline and the Party Girl; le altre sessioni invece furono supervisionate da altri produttori, quali Sandy Perlman, Bill Whelan e Jimmy Destri, dalle quali uscirono le primissime demo di canzoni che sarebbero comparse in War e addirittura nel successivo The Unforgettable Fire. Gli U2 però non riuscirono a trovare l’affinità giusta per proseguire con questi produttori, pertanto convinsero Lillywhite a tornare alla regia.
Nel mentre Bono e Ali si sposarono, e la band si era stabilita nella casa della coppia a nord di Dublino per le prove; in questo periodo The Edge cominciò a comporre, e l’assenza di Bono durante la sua luna di miele lo spronò ancora di più a mettersi alla prova come scrittore, andando oltre il semplice ruolo di chitarrista. Le esigenze della band cambiarono ulteriormente, optando verso sonorità più dirette e meno confuse come quelle di October.
A livello del sound di The Edge abbiamo un parziale abbandono del Delay e del Vox AC30, in favore di suoni più grezzi e freddi ottenuti da un amplificatore Fender che apparirà anche nei live, oltre che in studio. War, pubblicato il 28 febbraio 1983, per la prima volta nella discografia degli U2 conteneva canzoni a sfondo politico e sociale, legate soprattutto alla situazione irlandese degli anni’70 e ai Troubles dell’Irlanda del Nord..
Sunday Bloody Sunday La prima canzone dell’album è un inno destinato ad entrare nella storia della band, e si apre con un giro marziale di batteria di Larry Mullen che mette sull’attenti l’ascoltatore, che probabilmente si aspetta un riff di chitarra o un giro di basso potente di Clayton, come già accaduto in New Year’s Day. Invece no: comincia un arpeggio di The Edge, stavolta senza il delay a cui ci aveva abituati: la delicatezza di questo arpeggio, che oscilla tra il SI minore il RE e il SOL, è una dolce melodia che tuttavia fa da sfondo ad un potente messaggio di opposizione alla violenza cantato da Bono. La seconda strofa però cambia: l’ingresso del basso di Adam Clayton, e l’abbandono dell’arpeggio in favore di Powerchords pennati con decisione, rendono decisamente la potenza del significato della canzone; ecco che arriviamo al ritornello: The Edge suona l’arpeggio iniziale ma è lui ad urlare per primo Sunday Bloody Sunday!, mentre Bono si limita a cantare il secondo Sunday armonizzando la voce di The Edge. Il ritornello poi prosegue con un cambio di tonalità, variando quindi gli accordi (FA MIm RE), dove troviamo un botta e risposta tra Bono e The Edge mentre quest’ultimo esegue i suoi caratteristici armonici. Dopo la terza strofa compare un assolo del nostro chitarrista eseguito esclusivamente sulla corda del SI, e sulla corda aperta del MI cantino che anticipa lo Special della canzone: su un altro ritmo marziale di Larry Mullen, Bono urla dei decisi NO MORE, prima della strofa di chiusura e l’ultimo ritornello.
La versione studio di Sunday Bloody Sunday, inoltre, contiene delle parti di violino eseguite da Steve Wickham.
Seconds
Il secondo brano di War, oltre a vedere il ritorno alla chitarra acustica di The Edge che esegue una ritmica lungo tutta la canzone; è la prima canzone degli U2 a non essere interamente cantata da Bono: infatti la prima strofa viene cantata da The Edge.
New Year’s Day
Il primo singolo che anticipò l’uscita di War, pubblicato il 10 gennaio 1983, si apre con un giro di basso molto eloquente, che entra nella testa dell’ascoltatore dopo pochi secondi (Adam stesso narra che lo compose accidentalmente mentre tentava di suonare Fade To Grey dei Visage), assieme anche al melodico arpeggio di pianoforte eseguito da The Edge con una buona dose di Delay abbondantemente compresso. La chitarra, nella prima parte della canzone, non esegue parti consistenti, ma si limita a creare un tappeto sonoro di armonici fino al ritornello, dove risalta un arpeggio molto liquido (derivato dalla cadenza del delay questa volta in semplici ottavi) unicamente eseguito sulle corde di SI e MI, accompagnato dalle backing vocals di Edge, che nel ritornello si esprimono in dei vocalizzi gridati. Dopo due strofe, e dopo due ritornelli, ecco che abbiamo uno degli assoli più importanti di The Edge nell’era pre Achtung Baby, che nella prima parte si sviluppa interamente su una sequenza eseguita sulla corda del MI cantino, per poi cambiare drasticamente e diventare un arpeggio sulle corde più gravi della chitarra. Probabilmente si tratta di una delle uniche canzoni da War in cui The Edge usa ancora il delay in maniera presente ed incisiva.
Like A Song…
Questo brano vede The Edge tornare per cinque minuti all’inventiva di October: la canzone, infatti, dopo una intro crescente di batteria e di feedback di chitarra (e presumibilmente tastiera), è caratterizzata da un arpeggio di The Edge registrato molto probabilmente con la classica Fender Stratocaster, e un amplificatore Fender. Dopo la prima strofa compare un piccolo assolo melodico, che la divide dalla seconda dove invece si percepiscono benissimo due distinte tracce di chitarre che a tratti si sovrappongono, ma che invece a volte suonano parti diverse: per esempio, sulla traccia sinistra si possono avvertire meglio i bicordi alti e le ghost note, mentre sul canale di destra torna spesso l’arpeggio di inizio canzone e l’assolo che comincia al minuto 02.27. Si segnala a fine canzone un botta e risposta delle due tracce di chitarra di The Edge, che chiudono la canzone in Fade Out.
Drowning Man
L’unica canzone degli U2 in una struttura di 5/8 vede il ritorno delle chitarre acustiche, usate in maniera “anti convenzionale”. The Edge, infatti, sulle due tracce separate per la prima strofa e il primo ritornello, esegue un alternarsi di accordi e armonici su tutte le sei corde, per poi suonare un arpeggio all’inizio della seconda strofa. Si segnala inoltre anche il ritorno di Steve Wickham al violino elettrico, che esegue un tema alla fine del primo ritornello e alla fine della canzone.
The Refugee
La sesta traccia di War, prodotta da Bill Whelan, forse è quella in cui la chitarra elettrica esegue le parti più particolari per il The Edge dell’epoca: ad inizio canzone, infatti, compare un assolo fatto presumibilmente con uno slide se non addirittura eseguito con una Pedal Steel Guitar, una chitarra suonata esclusivamente da seduti e con l’utilizzo di uno Slide, (che comunque viene sicuramente usata nella traccia sovrapposta che esegue lo stesso assolo, solo un’ottava più alta): il tutto con l’utilizzo di un pedale Tremolo. Per il resto la chitarra si limita a svolgere i soliti bicordi alti alternati alle solite ghost notes. Si segnala inoltre un altro assolo al minuto 2.31, dove per la prima volta Edge sovra incide l’armonizzazione di un assolo.
Two Hearts Beat As One
Il secondo singolo estratto da War mantiene i canoni delle sonorità post punk e new wave tipiche dei tempi di Boy; possiamo, ancora una volta, notare il basso martellante di Adam Clayton, e la batteria molto spinta di Larry Mullen a fare da sfondo a parti di chitarra molto ruvide di The Edge (ghost notes, bicordi alti e accordi aperti), che ancora una volta esegue dei contro canti interessanti a Bono, soprattutto nel ritornello.
Red Light
La canzone si apre con un coro, questa volta eseguito dalle coriste Adriana Kaegi, Cheryl Poirier, Jessica Felton e Taryn Hagey dei Coconuts, che preparano l’ingresso della batteria di Larry Mullen. Ancora una volta The Edge si cimenta negli ormai soliti accordi aperti che accompagnano tutta la canzone; fanno eccezione un breve assolo mono corda, e un geniale assolo di tromba eseguito da Kenny Fradley a metà e fine canzone.
Surrender
Questa canzone è la chiara dimostrazione che The Edge ha, sin dall’inizio, sperimentato parecchio: se da una parte continua ad eseguire i soliti armonici (comunque sempre efficaci) e i powerchords, dall’altra ha introdotto nella discografia degli U2 la Pedal Steel Guitar per incidere sia l’assolo della canzone, che delle parti secondarie più d’ambiente; il che, se si pensa ai movimenti futuri della band, fa capire come fossero già interessati a rendere il loro sound sempre innovativo, anche con l’impiego di strumenti non comunemente usati. Si segnala l’impiego ancora una volta delle quattro coriste nel ritornello e alla fine della canzone.
“40”
La canzone che chiude l’album rappresenta un vero e proprio unicum per gli U2, in quanto vede The Edge e Adam Clayton scambiarsi gli strumenti. Ciò accadde per motivi logistici esattamente l’ultimo giorno di registrazione in studio: Adam non c’era e alla band mancava un brano per concludere l’album, perciò decisero di riprendere in mano una vecchia incisione scartata, e di lavorare su un giro di basso che Edge prontamente eseguì in mancanza del bassista.
“40” quindi si presenta come un giro di basso molto eloquente, eseguito sulle note alte dello strumento accompagnato da una chitarra elettrica molto ambient e una chitarra acustica molto bassa nel mix, il tutto supportato da una batteria molto potente di Larry Mullen, che si adegua molto al messaggio della canzone.
WAR TOUR
Il tour promozionale a supporto dell’album fu diviso in cinque leg, di cui la prima in Europa anticipò l’uscita di War per poter dar modo alla band di testare dal vivo alcuni nuovi brani (famoso il caso di Sunday Bloody Sunday, e la premessa fatta da Bono alla canzone nel dicembre del 1982 a Belfast) per poi spostarsi in Nord America e, per la prima volta nella carriera degli U2, in Asia.
The Edge durante il War Tour utilizzò, oltre al suo ormai fidato Vox AC30, un amplificatore Roland JC-120; per la prima volta lo vediamo alternare sulla stessa canzone chitarra e pianoforte (rigorosamente usato con il delay, come la chitarra) come nel caso di New Year’s Day.
Durante il tour gli U2 registrarono anche il famoso live Under A Blood Red Sky, di cui pubblicarono il vinile, e filmarono il concerto del 5 giugno 1983 a Denver, show che divenne uno dei loro concerti più famosi ed importanti, nella loro carriera.
Fino a questo Tour la band riuscì ad eseguire le canzoni dei loro primi tre album senza cambiare gli arrangiamenti, vista la produzione, come voluto dalla band stessa, quanto più possibile “concreta” e “ancorata a terra” (The Edge. “U2 By U2“); tuttavia, dal Tour a supporto di The Unforgettable Fire, dove invece la produzione si fece molto più complessa e difficile da replicare live, la band e, soprattutto The Edge, dovette ritoccare le canzoni, riarrangiandole: quindi il prossimo tour ci consentirà di approfindire la sempre più complessa sezione effetti del nostro chitarrista, che si differenzierà molto dalla versione studio alla versione live.
Foto in evidenza | © Neil Morganstein
Per ulteriori approfondimenti su War e il War Tour: U2 Songs: la discografia di War U2gigs: il War Tour
Precedenti articoli della rubrica “Speciale The Edge“: Vi presentiamo la rubrica “Speciale The Edge” a cura di James Vignotto Speciale The Edge: 1976-1980 il periodo pre-Boy Speciale The Edge: Boy e il Boy Tour (1980-1981) Speciale The Edge: October e l’October Tour (1981-1982)
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