Speciale The Edge: October e l’October Tour (1981-1982)
Alla fine del Boy Tour gli U2 già suonavano un paio di inediti, che progettavano di inserire nel loro nuovo album, che da contratto avrebbero dovuto registrare poco dopo la fine del tour. I soundcheck delle ultime date del tour, infatti,erano soprattutto lunghe sedute di composizione da cui però uscì poco o nulla. Durante l’estate del 1981 gli U2 si recarono ai Compass Point Studios, alle Bahamas, dove registrarono l’inedito Fire, fra mille distrazioni, per poi pubblicarlo all’interno di un singolo (Fire/R.O.K) comprendente, inoltre, la b-side J.Swallow e tre canzoni live prese dal Boy Tour.
Ma, per spiegare la travagliata genesi di October, dobbiamo ricordare due fatti di notevole importanza: Bono perse una valigetta, nel marzo 1981, con dentro le idee dei testi per il nuovo album, e The Edge cominciava a manifestare i primi dubbi riguardo la sua permanenza all’interno della band. Lui, Bono e Larry stavano attraversando una sorta di crisi spirituale, complice la frequentazione del gruppo religioso “Shalom”, e i dubbi tra una vita devota alla religione, ed una indirizzata verso la musica rock. . Una volta risolta la crisi spirituale, Bono iniziò a scrivere dei testi a tema religioso, oltreché esistenziale come già aveva fatto in Boy. Tuttavia gli U2 erano in fortissimo ritardo e con poco tempo a disposizione per finire l’album.
Questa ampia premessa è servita a spiegare perché October, spesso, viene considerato l’album degli U2 più incompiuto: il risultato è stato giudicato dalla critica come un album un po’ troppo serio e pretenzioso. nonché inconcludente. Rolling Stones all’epoca affermò “È impossibile prendere così tanto seriamente gli U2 come fanno loro di se stessi. Quando il frontman Bono si abbandona a frasi del tipo “Nessuno è più cieco di chi non vedrà” o “Apri la porta, apri la porta”, vorrei prenderlo da parte e augurargli un’immediata guarigione dall’ adolescenza.”
Se all’epoca non fosse molto apprezzata la serietà e lo stile di Bono, specie se rapportato all’età che aveva (21 anni), tuttavia la critica indicò come vero protagonista dell’album The Edge, che venne dipinto come un chitarrista dal sound innovativo e potente, nonché un “mago della tecnica alla stregua di Neil Young” [Rolling Stones]. In questo album The Edge, oltre a suonare la chitarra (la sua Stratocaster verrà utilizzata molto di più), si cimenterà sia a suonare il pianoforte (I Fall Down, October, Scarlet), strumento a cui si era approcciato da bambino, sia a supportare con le backing vocals Bono.
Ora, come fatto per Boy, analizzeremo il secondo album da studio degli U2 October, pubblicato il 12 ottobre 1981, canzone per canzone dal punto di vista del chitarrista, analizzando la sua evoluzione in studio in termini di tecnica, composizione e, seppur in minor parte, produzione:
Gloria
L’album si apre con la prima canzone a tema religioso degli U2; a differenza di I Will Follow non ha sin da subito un riff di chitarra esplosivo, ma parte con un fade in strumentale,(fade in significa un progressivo innalzamento del volume). Questo particolare espediente, probabilmente, è stato attuato per voler creare una sorta di continuità con Boy: l’ascoltatore, infatti, ha la sensazione di riprendere da dove aveva interrotto il concept dell’album precedente. Tuttavia, il riff della canzone arriva qualche secondo dopo: Bono urla “two, three, four” e parte un riff tagliente, eseguito questa volta sulla Fender Stratocaster di The Edge, eseguito sulle due corde di SI e MI, sulla falsariga del riff iniziale di I Will Follow. Il tema si protrae lungo tutta la canzone, intervallato da parti in accordi aperti e gli ormai già ampiamente noti armonici che in questo album verranno usati molto di più, quasi al limite dell’abuso. Ma la vera innovazione sta nell’uso inedito da parte di The Edge dello Slide, un cilindro cavo che si mette solitamente o sul medio o sull’anulare della mano sinistra e che, sfruttando l’attrito minimo tra la sua superficie e le corde, produce un “glissato” tra le note della chitarra. Edge nel corso della carriera con gli U2, userà questa tecnica per gli assoli lungo tutte le fasi della band fino alla produzione più recente (Bullet the Blue Sky, Even Better Than The Real Thing, Sometimes You Can’t Make It On Your Own, Moment of Surrender, Lights of Home). Il finale è affidato ad una parte corale dove viene ripetuto il “Gloria” del ritornello.
I Fall Down
La seconda traccia dell’album vede l’esordio di The Edge come pianista: il brano, infatti, si apre con un arpeggio di pianoforte che si protrarrà lungo tutta la canzone definendone il mood; è importante sottolineare come The Edge usi il delay anche sul piano così come già fa sulla chitarra. Alternato al pianoforte viene utilizzata molto nel brano anche la chitarra acustica, che in Boy apparì solo in Shadows And Tall Trees. I ritornelli della canzone tuttavia riprendono pienamente lo stile tipico degli U2 di Boy, con l’uso della saturazione dell’amplificatore, la batteria e il basso martellanti, la voce potente ed eloquente di Bono. Si segnala un outro strumentale dove il nostro chitarrista esegue armonici alternando chitarra acustica ed elettrica.
I Threw A Brick Through A Window
La gestazione di questa canzone fu molto complicata per gli U2, soprattutto per Larry Mullen, che aveva difficoltà a registrare a tempo una parte di batteria che non lo convinceva al 100%. In questo brano cominciamo a vedere The Edge non solo come un semplice chitarrista, ma come un musicista a tutto tondo perché fu proprio lui a comporre l’intro di batteria. Nella autobiografia degli U2 “U2 By U2” leggiamo appunto come Larry fosse seccato del fatto che The Edge avesse avuto un idea migliore della sua in termini di batteria. Si torna quindi alla chitarra con un riff di chitarra dal sapore quasi country, che sfocia in una strofa composta da powerchords e brevi arpeggi, per poi confluire nuovamente al riff di partenza nel ritornello. Da metà canzone il nostro chitarrista si cimenta ancora una volta in un breve assolo con lo slide. Si segnala la parte corale prima della ripresa del riff di apertura, in cui Edge esegue un coro unisono ad un ottava più bassa.
Rejoice
Un riff tagliente di The Edge apre la quarta traccia dell’album, che avvicina di più gli U2 a quella forza istintiva e punk che caratterizzava Boy: non sono presenti infatti orpelli di produzione o sovraincisioni confuse, solo i quattro ragazzi di Dublino nel pieno della loro potenza. The Edge alterna i soliti arpeggi con accordi e armonici, senza cimentarsi in parti di chitarra troppo complesse, limitandosi a seguire la melodia della canzone e a riprendere il riff iniziale. Tuttavia in questo brano il vero protagonista, probabilmente, è Larry Mullen, che dal minuto 2:03 ci delizia con ben 41 secondi di assolo prima di riprendere il ritornello.
Fire
Primo singolo della band dopo l’uscita di Boy, Fire (come già detto in precedenza) è l’evoluzione di un brano escluso da Boy, Saturday Night, e fu incisa nelle spensierate sessioni di Nassau ai Compass Point Studios. Su “U2 By U2” il quartetto stesso evidenzia quanto la canzone in questione non gli piacesse molto, ritenendo fosse solo un’idea con del potenziale, che non aveva mai raggiunto la compiutezza desiderata in studio. La canzone, in effetti, evidenzia quelli che erano i problemi legati alla mancanza di idee dell’epoca in cui fu registrato il singolo: manca un vero e proprio ritornello, così come un riff memorabile di The Edge a cui ci aveva spesso e volentieri abituato. A livello chitarristico la canzone non presenta affatto novità rispetto allo standard delle precedenti canzoni; viene probabilmente un po’ abusato l’uso degli armonici, che vengono usati ormai sia nelle strofe così come nei ritornelli oltre che su Bridge e chiusura. Si segnala solo la presenza di un brevissimo assolo che purtroppo non riesce a dare la svolta necessaria alla canzone.
Tomorrow
Fu una delle prime canzoni ad essere sviluppate prima che gli U2 entrassero in studio per registrare October e, nel complesso, può essere considerata come il brano più cupo sia dal punto di vista delle sonorità che delle tematiche. Bono ci parla infatti del giorno del funerale della madre Iris, usando immagini molto forti quali, per esempio, il carro funebre e, per far calare l’ascoltatore nel mood del brano, fu deciso di usare uno strumento tipico irlandese: l’Uilleann Pipes (un tipo di cornamusa), suonato da Vincent Kilduff, che apre il brano conferendogli quella particolare aura funebre. Da metà brano la canzone perde il suo andamento funebre per riprendere l’ormai riconoscibile sound U2 con basso e batteria martellanti, chitarra che alterna accordi pieni e fraseggi lirici con lo slide.
Tomorrow smise di essere eseguita live già dal 1983, durante il War Tour (in un arrangiamento differente che vedeva The Edge suonare il tin whistle, particolare flauto irlandese) .
October
October è il risultato di un improvvisazione di accordi al pianoforte di The Edge che, per questa volta abbandona, completamente la sua Stratocaster per lasciar suonare un pianoforte con un delay ad ottavo puntato modulato, per rendere la parte più piena e corposa. La title track è, assieme a Gloria, l’unica canzone dell’album ad essere ancora portata live negli odierni concerti degli U2 (l’ultima apparizione risale all’iNNOCENCE + eXPERIENCE Tour del 2015) e funge molto spesso come da canzone “ponte” prima di un brano più potente (per esempio New Year’s Day o Bullet The Blue Sky) poiché funge quasi da intermedio strumentale prima dell’ingresso di Bono a metà canzone.
With A Shout (Jerusalem)
Come in Rejoice anche With A Shout (Jerusalem) ha come protagonista principale la batteria, che parte subito con un veloce e ritmato assolo crescente, a cui si unisce un arpeggio in delay di The Edge e la base di Adam Clayton. La strofa abbassa le dinamiche per lasciar spazio alla voce di Bono, per poi alzarle nuovamente nel ritornello e nel seguente Bridge, che sembra proprio affidarsi al basso, e a delle trombe che eseguono una melodia simile a quello della strofa, per poi sfociare nuovamente nel ritornello finale, prima della chiusura affidata ad un ritmo calante di batteria e ad un arpeggio di The Edge.
Stranger in A Strange Land
Questa canzone gioca parecchio sul cambio delle dinamiche, quasi come a voler riprendere le sensazioni del gruppo durante la leg americana del Boy Tour, raccontate nel brano. Ecco che prima la batteria esegue un ritmo molto movimentato, mentre poi si limita a tenere il tempo a sedicesimi con il charleston, e a quarti con un rullante molto riverberato. E’ presente anche una parte di tastiera quasi impercettibile in diversi momenti della canzone, soprattutto nei pressi dei ritornelli. La chitarra si muove tra power chords potenti, e ripete la classica formula di arpeggio in delay e armonici nelle strofe.
Scarlet
A differenza dell’ultima canzone esaminata, Scarlet invece mantiene delle dinamiche dritte lungo tutta la sua intera durata: la batteria, pur eseguendo un ritmo marziale pesantemente riverberato, non aumenta e non diminuisce mai così come il basso che si limita ad eseguire delicatissimi arpeggi sulla parte alta della tastiera, mentre The Edge anche qua affida il suo contributo al pianoforte. Sebbene la canzone sembrasse destinata a non essere più eseguita live dopo l’October Tour, fu riproposta più volte durante il 360°Tour dagli U2, nel 2010 e nel 2011.
Is That All?
La traccia di chiusura dell’album, così come Fire, è un evoluzione di un brevissimo brano che gli U2 erano soliti suonare come intro di The Electric Co.: The Cry, non incluso in Boy. Di The Cry è rimasto il distinguibilissimo riff di apertura della canzone.
Oltre il riff, la canzone si sviluppa con il classico mood punk, senza strumenti secondari e apporti esterni di produzione.
In conclusione, October ha sicuramente segnato un passo avanti per gli U2 in termini di sperimentazione, grazie all’utilizzo di nuovi strumenti in studio; tuttavia non permise al gruppo di fare il salto in avanti sperato, sia da loro che auspicato dalla critica, dopo il buon esordio con Boy. Vedremo poi come questo parziale insuccesso di critica e di vendite spinse la band ad optare per diversi metodi di composizione. The Edge si evolverà ulteriormente, diventando anche un buon compositore e un potenziale autore di testi.
OCTOBER TOUR
Gli U2 iniziarono il tour a supporto di October il 16 agosto 1981, con la prima esibizione in assoluto allo Slane Castle, per poi concludersi il 7 agosto 1982, a Turku, in Finlandia. La band suonò circa 26 brani, tra canzoni tratte dai primi due album di studio, brani tratti dagli esordi, cover, e qualche inedito.
Non cambiarono praticamente mai gli arrangiamenti live delle canzoni, tranne che per I Fall Down e Tomorrow, che vedevano ovviamente eliminate le sovraincisioni di chitarra acustica e le parti di cornamusa irlandese. I Fall Down vedeva addirittura la presenza di Bono alla seconda chitarra, come possibile vedere nel video sotto riportato, mentre Tomorrow presentava una intro in cui era presente solo il basso di Adam Clayton, e la voce di Bono prima dell’ingresso di chitarra e batteria nel finale. Stranger in a Stranger Land non fu mai eseguita, così come Is That All?.
L’October Tour tuttavia presenta per la prima volta il setup stereo degli amplificatori Vox di The Edge. Mentre nel Boy Tour si limitava all’uso di un singolo amplificatore microfonato, ora il nostro chitarrista ha l’intuizione di portare sul palco la stereofonia che già lo contraddistingue in studio: decide di utilizzare live ben due Vox AC30. Tuttavia, non si limita a mandare lo stesso segnale su due amplificatori, cosa che sarebbe risultata ridondante, ma tramite uno splitter di segnale (per la precisione un Morley A/B/Y Splitter) riesce a far entrare in un amplificatore un Delay (il solito Memory Man) settato in un certo ritardo, solitamente quello ad ottavi puntati che scandisce maggiormente il riff, e nell’altro amplificatore un altro Delay settato con un altro tempo di ritardo, dando quindi all’ascoltatore una sensazione di maggior allargamento sonoro tra i due amplificatori.
Negli anni questo particolare espediente verrà ampliato sempre di più, fino addirittura ad avere sul palco dai quattro ai sei amplificatori, ad ognuno dedicato un tempo di Delay o lo Shimmer. Sul palco The Edge usa principalmente la sua Gibson Explorer, soprattutto per le canzoni di Boy, mentre per October usa la Fender Stratocaster nera che possiede e utilizza ancora oggi. Ricordiamo che anche il pianoforte entrerà nel Delay Memory Man di The Edge, come si può intuire più facilmente nei live, poiché il ritardo in studio veniva saggiamente camuffato dal riverbero.
Per ulteriori approfondimenti: U2 Songs: la discografia di October U2gigs: l’October Tour
Articoli precedenti: Vi presentiamo la rubrica “Speciale The Edge” a cura di James Vignotto Speciale The Edge: 1976-1980 il periodo pre-Boy Speciale The Edge: Boy e il Boy Tour (1980-1981)
Foto in evidenza | © ITV
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