The Blackout: prime impressioni
Gli U2 con The Blackout ci hanno regalato un primo “assaggio” ufficiale, un suggerimento, di quello che potremo trovare a breve (si spera) in Songs Of Experience.
Dopo l’intima ed emotiva The Little Things That Give You Away e con You’re The Best Thing About Me in arrivo mercoledi 6 Settembre come vero e proprio singolo di lancio, tocca alla cupa The Blackout aprire la strada per il prossimo album degli U2.
Il compito di The Blackout per Songs Of Experience è lo stesso di Invisible per Songs Of Innocence: un primo sguardo veloce sul panorama che vedremo.
E se in Invisible le paure di una “giovane band” erano solo una prospettiva – sta proprio qui il cambio di tematica da Innocence a Experience, uno sguardo adulto e maturo sul mondo di oggi – in The Blackout le paure sono reali. Sono vive.
Grazie agli amici di U2start abbiamo un testo più o meno definitivo sul quale possiamo ragionare. Lo trovate cliccando qui!
Se esso verrà confermato come testo ufficiale possiamo vedere quanti spunti offre: dinosauri in estinzione, meteore, terremoti, statue che cadono con l’idea di democrazia che è in crisi (oggi più che mai), un blackout, un’estinzione di massa.
A primo impatto questo testo parla di una catastrofe naturale, sociale e politica. Il “blackout” è la fine di questo mondo di come lo conosciamo.
Ovviamente come in tutti i testi degli U2 c’è anche un piano soggettivo oltre quello oggettivo.
In questi ultimi anni abbiamo visto come la band, Bono in primis, si sia focalizzata sul problema della rilevanza (Invisible – di nuovo – vi ricorda qualcosa?) e su tutto ciò che ne consegue.
Quando Bono canta “So glad that we are all still here” sono sicuro che non si riferisca solo a “noi” intesi come essere umani, è un “noi” che riguarda un mondo più piccolo, un’altra realtà: la famiglia degli U2.
Rilevanza è visibilità. Rilevanza e visibilità sono luce.
Irrilevanza è invisibilità. Irrilevanza e invisibilità sono oscurità. Blackout!
Possiamo immaginare, il tempo ci darà forse conferme in questa direzione, che ci sia un sottile filo rosso che collega Invisible, la luce sul palco dell’Innocence + Experience Tour, The Blackout, i riferimenti di Song For Someone e più in generale tutto il discorso che riguarda luci e ombre.
“In the darkness where you learn to see /
Blackout It’s clear Who you are will appear.
La prospettiva in Song For Someone era questa: “If there is a light you can’t always see / And there is a world we can’t always be / If there is a dark that we shouldn’t doubt /And there is a light, don’t let it go out.”
Accettata questa oscurità si può solo risalire ed ecco che la prospettiva in The Blackout diventa questa: “When the lights go out / Throw yourself about / In the darkness where you learn to see / When the lights go out / Don’t you ever doubt / The light that we can really be.”
È nell’oscurità che impariamo a vedere. Un pensiero bellissimo.
Anche in Iris (Hold Me Close) Bono già cantava “The darkness just lets us see who we are.”
Ecco quindi che la prospettiva del buio totale del blackout non è totalmente negativa. C’è sempre un elemento positivo.
L’uomo diventa bambino. L’Innocenza diventa Esperienza.
O per dirla in un’altra maniera:
“In the shadow, boy meets man” [Twilight]
Gli elementi ci sono. Staremo a vedere.
Dal punto di vista musicale ci sono spunti molto interessante. I cambi di ritmo sono gestiti molto bene così come anche i passaggi da strofa a ritornello a bridge ecc ecc. sono accattivanti.
Nell’intro si possono rintracciare reminiscenze di Even Better Than The Real Thing e addirittura qualche elemento di quella Glastonbury apparsa durante i concerti del 2010. Da essa sappiamo che poi ha preso forma Volcano, traccia di Songs Of Innocence.
Il ritornello con il suo dance rock è di quelli che rimane in testa e non si fa fatica ad immaginare che dal vivo questa canzone farà saltare e ballare tutti.
Alcune idee di chitarra di Edge sono ottime, il cantato di Bono si attesta su un buon livello ma non splende, il drumming di Larry non è banale ma sui ritornelli forse è poco incisivo.
Adam invece è il vero protagonista di questa canzone. Ha trovato una linea di basso pazzesca sulla quale si regge tutta la canzone; anzi è lui il vero motore di questa canzone.
Nel complesso The Blackout è un’ottimo singolo a cui manca quello che potremmo definire un twist. Un svolta.
Dopo il bridge ed il break strumentale l’ultimo ritornello rimane uguale ai precedenti risultando un po’ “piatto”. Questo è un elemento che sicuramente incide sulla fluidità della canzone ma non va a danneggiarne eccessivamente la qualità.
Non ci resta che aspettare il 6 Settembre per ascoltare You’re The Best Thing About Me ed avere (si spera) finalmente notizie ufficiali su Songs Of Experience! Nel frattempo, se non lo avete fatto, votate il nostro sondaggio su The Blackout e riascolate la canzone!
‘The Blackout’, just for you. From upcoming album Songs of Experience.Tune in now.First single, ‘You’re The Best Thing About Me’ coming Sept. 6th#U2TheBlackout #U2SongsofExperience "In the darkness where we learn to see”
Pubblicato da U2 su Mercoledì 30 agosto 2017
Jacopo D’Ipolito
| Immagine in evidenza via @goalissoul
Tags: #U2NewsIT, Adam Clayton, Bono, Larry Mullen, songs of experience, The Blackout, The Edge, U2