Il frontman degli U2 non ha dubbi.
“Sono sicuro di non meritarlo,” dice. “Ma io sono grato per questo premio e lo vedo come una possibilità per dire che la battaglia per la parità di genere non può essere vinta se gli uomini non la portano avanti insieme alle donne. Siamo in gran parte responsabili del problema, quindi dobbiamo essere coinvolti nelle soluzioni“.
E mentre il mio amico ha venduto 170 milioni di album e vinto 22 Grammy, quello che ammiro di più di lui è il suo straordinario talento per affrontare problemi che sembrano insormontabili facendoli arrivare a progressi imponenti e quantificabili. Non capita a tutte le superstar (o tantomeno agli uomini di stato), che riescano a portare a 100 miliardi di Dollari la cancellazione del debito dei 35 paesi più poveri del mondo, o convincere il governo americano a dare un maggior contributo di sempre per i farmaci salvavita contro l’AIDS in Africa, come fece il presidente George W. Bush nel 2004.
Ora Bono ha creato Poverty Is Sexist, una nuova campagna con lo scopo specifico di aiutare le donne più povere – quelle che sopravvivono con meno di 2 Dollari al giorno a livello mondiale.
“Le donne portano il peso della povertà”,
dice Bono, nel senso che hanno molte meno probabilità rispetto agli uomini di avere accesso a cibo, acqua potabile, istruzione e assistenza sanitaria; leggi in molte parti del mondo non le proteggono dalla violenza sessuale o non permettono loro di possedere la terra che lavorano. Attraverso la creazione di Poverty Is Sexist, Bono sta rendendo chiaro che gli uomini potenti possono, e dovrebbero, prendere posizione su questi temi profondamente radicati.
Le donne lo hanno sempre fortemente influenzato nel suo lavoro. Solo un esempio: Durante il suo impegno appassionato nel 1990 per ottenere farmaci antiretrovirali nelle zone povere rurali in Sud Africa, Bono incontrò una donna sieropositiva di nome Prudence che era venuta a condividere la sua storia con lui invece di partecipare al funerale di sua sorella. Nella sua città, ha spiegato, non giravano sufficienti farmaci antiretrovirali. Prudence avevano ottenuto le ‘pillole’ per se stessa perché aveva fatto una campagna per un aiuto nel mondo esterno, mentre la sorella, una madre che era dovuta rimanere a casa con i suoi figli, ne restò senza e morì di AIDS.
“Mi ha detto Prudence, ‘lasciare che il mondo conosca ciò che abbiamo di fronte è più importante che andare al funerale di mia sorella’ “, lui ricorda.
Anche se stordito dalle sue parole, Bono dice di aver capito, perché a quel tempo in alcune parti dell’Africa
“L’HIV / AIDS era una condanna a morte. Immaginate di andare a una partita di calcio e di pensare che un terzo di queste persone in questo stadio stiano per morire. Questa era una guerra, e le donne sono state in prima linea per combattere quella guerra. “
“Oggi 17 milioni di persone nell’Africa Sub-Sahariana hanno i farmaci salvavita per l’AIDS, partendo da 300.000 nel 2000, in gran parte grazie al lavoro di Bono e ONE, l’organizzazione internazionale di volontariato e di difesa che egli ha co-fondato nel 2004. Ora si spera che Poverty Is Sexist possa avere un impatto simile. La campagna ha creato un rapporto dettagliato che documenta il legame tra povertà e sesso (inteso come genere) e lo ha inviato l‘8 marzo di quest’anno, International Women’s Day (Giornata Internazionale della Donna), ad ogni presidente e primo ministro nel mondo. Incluso nel rapporto: il fatto che, in Africa, le giovani donne rappresentano la maggioranza, il 74% di tutti i nuovi casi di AIDS tra gli adolescenti, ed è per questo che uno dei primi obiettivi della campagna è quello di convincere a dare contributi maggiori al Fondo Globale per la lotta all’AIDS, la tubercolosi e la malaria. Nel mese di Agosto, il primo ministro canadese Justin Trudeau è diventato il primo capo di stato ad rispondere a queste richieste, aumentando il contributo del Canada al Fondo Globale del 20 per cento. Altri membri del Fondo ne hanno seguito l’esempio, aumentando le donazioni per un totale di 13 miliardi di dollari che aiuteranno a salvare 8 milioni di vite ed evitare 300 milioni di nuove infezioni entro il 2019. Queste sono vere donne e bambini le cui vite sono state salvate, e questa è l’eredità di Bono.
Chiedo al primo ‘Uomo dell’Anno’ di Glamour perché così pochi uomini siano disposti a stringersi attorno a cause delle donne.
“Gli uomini possono essere un pò ottusi a volte,” dice. “E includo me stesso. Onestamente, le cose che dovrebbero essere ovvie a volte non lo sono“.
Qual’è ovvio per Bono (padre di due figlie femmine e due maschi, tutti femministi e attivisti ):
“Possiamo fare molto di più di quanto pensiamo di poter fare. I leader sono responsabili per tutti noi. Se non supportano le donne e le ragazze, votiamo per buttarli fuori. Per citare Nelson Mandela, ‘Sembra sempre impossibile, fino a quando non viene fatto.’ “