U2: quattro nomi per una grande band
“Gli U2 sono probabilmente l’ultimo gruppo di cui la gente ricorderà il nome di tutti e quattro i componenti, davvero fantastici.”
(Bruce Springsteen)
Navigando in internet mi sono imbattuta in questa citazione ed ho voluto riportarla in un articolo, non solo perché sono pienamente d’accordo, ma anche perché ad affermarla è un grande artista, Bruce Springsteen. Ecco, frasi del genere annullano le svariate critiche a cui gli U2 sono soggetti da quando hanno iniziato a fare musica e a fare “paura” al resto del mondo.
Quattro nomi comuni, due soprannomi, una band che spopola da oltre trent’anni e nonostante questo c’è chi ancora oggi cade in banalità affermando che “gli U2 non sono più quelli di una volta”, ma sono parole di poco conto per i veri fan che continuano a seguirli ed amarli come il primo giorno.
Gli U2 non esisterebbero senza Larry, il batterista, a cui dare il merito di aver lasciato l’annuncio della ricerca di musicisti sulla bacheca della scuola frequentata da tutti e quattro.
Poi c’è Adam, il “punk”, il bassista che per rimanere a tempo doveva guardare Larry..
The Edge, il chitarrista a cui milioni di fan si rifanno quando suonano con le loro cover band.
Su Bono non basterebbe un solo e semplice articolo per descriverlo e non è necessario ricordarlo con le parole; lui si ricorda da sé, per i gesti, per i testi delle sue canzoni e per l’impegno nel sociale.
C’è un quinto componente da ricordare: Ali, la compagna di Bono, la donna a cui Bono si è ispirato in molte canzoni, la “ragazza” al suo fianco dai tempi del liceo. Si dice che dietro un grande uomo ci sia una grande donna; affermazione che si addice perfettamente a loro, coppia inossidabile e, per quanto se ne possa dire, credo abbiano trovato il loro modo per sostenersi a vicenda, per essere quella’”uno” che supera le difficoltà grazie all’unione, all’amore, alla determinazione.
A pensarci, ci sono molti altri personaggi che formano gli U2; come Paul Mcguinnes e tutti coloro che per noi sono più o meno famosi, ma che tengono unita questa grande famiglia.
Facile ricordare quei quattro nomi, facile pensare agli U2 ed avere subito in mente il titolo di una loro canzone o una frase cantata da Bono che abbiamo fatto nostra per la sua bellezza.
Facile per alcuni è anche criticarli, ma chi critica, sebbene provi a mettersi in mostra, rimane pur sempre nell’ombra, perché alla fine, la critica non fa altro che avvalorare l’importanza degli U2, altrimenti non se ne parlerebbe.
Noi fan li amiamo e li seguiamo perché abbiamo imparato a conoscerli e a credere in loro, in quella musica in cui ci riconosciamo centinaia di volte al giorno, tutti i giorni. Ed ora siamo in attesa di ricevere i biglietti con cui li ritroveremo nuovamente dal vivo, più vicino di quanto non lo siano già, perché loro sono una parte di noi.
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Tags: Ali Hewson, Paul McGuinnes