Una sorta di ritorno a casa: l’innocenza ritrovata
“Stringimi forte, stringimi forte e non lasciarmi andare.”
Prendo spunto dall’ultimo “Column:off the record” Link pubblicato da ATU2 per approfondire alcuni aspetti di Songs of Innocence.
Partiamo proprio dalla copertina dell’album.
Come sappiamo ci sono pochissime foto sul web di Larry Mullen Junior da bambino e questo fatto mette ancora più evidenza il significato della copertina dell’album.
I testi di questo album sono veramente profondi ed intimi e ovviamente la copertina non poteva che avere un significato così profondo e non è davvero un caso che ci sia proprio il nostro Larry in evidenza.
Analizzando la foto (bellissima in bianco e nero) vediamo che l’espressione del batterista è un misto di enigma e preoccupazione: cinge infatti il suo figlio maggiore in un abbraccio molto stretto ed intimo.
E’ un abbraccio di un padre che cerca di proteggere il figlio, che cerca di proteggere l’innocenza del figlio.
E’ come se Larry, stringendo suo figlio, abbracciasse di nuovo la sua innocenza di bambino.
Inoltre questa foto ha grande importanza perchè mai nessuno degli U2 era stato ritratto da solo sulla cover di un album, mentre questa troviamo proprio Larry: il fondatore della band, l’amico con il quale Bono ha condiviso il dolore di lutti arrivati troppo presto.
Il batterista in questa foto fa proprio ciò che Bono non può fare: Larry abbraccia suo figlio come Bono vorrebbe abbracciare sua madre.
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“Le stelle sono luminose ma lo sanno, sanno che l’Universo è bellissimo ma gelido.”
Un altro elemento che richiama subito la nostra attenzione è il tatuaggio che Larry ha sulla spalla sinistra (il soggetto del disegno compare anche e non a caso tra gli artwork dell’album).
Un sole a 24 punte che ha un forte significato che riguarda un legame molto importante.
Come il verso sopra citato da Iris (Hold me close), il Sole è una stella calda e splendente all’interno di un Universo gelido che può anche essere una metafora che si addice perfettamente all’idea o al concetto di musica.
Lo stesso batterista nel 2002 dichiarò: “If you’re close enough to see the tattoo, you’re too close.”
Esporlo così quindi in primo piano potrebbe essere un invito ad avvicinarsi in maniera molto intima a questo album.
Parlado di riferimenti religiosi invece all’inizio di California (There is no end to love) possiamo sentire delle campane, che come dice Sherry Lawrence, sono molto simili alle Campane dell’Angelus che vengono trasmesse ogni mattina dalla RTE.
Inoltre lo stesso suono sembra provenire anche dalle campane della Missione di Santa Barbara, fondata dall’Ordine francescano.
L’ultima curiosità riguarda Invisible invece. Sembra in queste ultime ore che nell’edizione “fisica” dell’album” questa traccia sia stata collocata come bonus ghost track alla fine dell’album.
Invisibile ma presente.
Niente è lasciato al caso come al solito.
Perchè innocenza ritrovata quindi?
Perchè gli U2 sono tornati a casa e sono uomini più maturi che mai.
E sono tornati gli U2 che provocano, fanno discutere e si mettono in discussione (questa copertina potrebbe suscitare scandali e polemiche in certi ambienti).
La sensazione che Songs of Innocence sia solo “l’antipasto” di un progetto molto più grande è sempre più forte ogni giorno che passa.
I quattro irlandesi ancora una volta stanno aprendo per noi il loro grande cuore.
“Per una luce che non si può sempre vedere
C’è un mondo dove non possiamo sempre esistere
Per un’oscurità di cui non si dovrebbe dubitare
C’è una luce che non va lasciata morire.”
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