Bono: l’età dell’innocenza
Chi può dire quando finisca l’età dell’innocenza in un uomo. Ad essere cinici la risposta potrebbe essere “il giorno dopo che si viene al mondo”; ma credo che sia più realistico dire che dipende da persona a persona e che l’innocenza sia prerogativa dei bambini.
Una foto di Bono, bellissima, è comparsa negli ultimi giorni su “Time”; il suo viso in primo piano non nasconde le rughe, segni del tempo, della vita che è passata e che, anche per una rock star come lui, non ha potuto fare a meno di lasciarne le tracce. La bellezza e la grandezza di Bono è espressa in ogni singola ruga che solca quel viso che noi fans abbiamo visto cambiare album dopo album, concerto dopo concerto e che conosciamo a memoria, quasi come il nostro. Dagli anni settanta ad oggi, un ragazzo è diventato uomo regalandoci musica, canzoni e, attraverso quest’ultime, esperienze della sua vita. Su di lui, su di noi, la pelle è come foglio di carta su cui scrivere i ricordi dell’infanzia, le insicurezze dell’adolescenza, le scelte della fase adulta. I si ed i no, i nodi in gola, le lacrime lasciate andare, quelle soffocate..i sorrisi, i momenti di felicità assoluta e quelli di abbandono..tutto viene registrato nella memoria e sulla pelle, come tatuaggi indelebili che il tempo cuce addosso. La stranezza è aver pensato che il tempo fosse bizzarro e non passasse uguale per tutti..che per le star ci fossero “regole” diverse, perché gli idoli sono immortali, quasi eterei, senza carne né ossa. Ed invece non è affatto così e Bono lo mostra senza artefatti, senza maschere, senza lasciarsi travolgere dalla paura di invecchiare e di non volerlo mostrare.
Songs of Innocence è un pò come guardare un attimo indietro e ritrovare l’essenza della vita , è fare un viaggio nei luoghi da cui tutto ha avuto origine, tra le vie e i quartieri di Dublino dove gli U2 hanno iniziato a muovere i primi passi.
Song for Someone ed Iris sono evocazione di sentimenti profondi, dell’amore, del dolore, di vita e morte che si intrecciano e si alternano in un ciclo infinito, travolgendo chiunque, a qualsiasi età, senza distinzione né scrupoli.
Bello ascoltare canzoni come Iris, bello amare personaggi come Bono, che sanno fare musica in questo modo, mettendosi a nudo, raccontando attraverso la propria storia, le debolezze ed i credo comuni a tanti di noi, che non siamo star, ma che abbiamo imparato che la vita non fa distinzione per nessuno. Ad alcuni, però, ha dato il dono di saper cantare e comunicare qualcosa di astratto: i sentimenti. Senza Bono e gli U2 probabilmente non saprei dare sfogo ai miei sentimenti, avrei un cuore che batte senza ritmo ed un’anima priva di passione.
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