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Invisible – Le nostre riflessioni

Inserito da on febbraio 3 – 14:30 4 Comments | 4.005 visite

Mentre scrivo questo articolo sto ancora cercando di ordinare i miei pensieri.
Il primo ascolto di Invisible ieri ha sortito l’effetto desiderato: mi ha stordito.
La canzone mi ha fatto e mi fa provare emozioni molto diverse tra loro e alcune ancora non le ho metabolizzate.

Musicalmente ho riscontrato comunque una ventata di freschezza nella struttura del pezzo, davvero ben costruito e con un beat e una melodia che rimangono in testa.
Volevano fare un gran singolo e l’hanno fatto.
Bono è in gran forma e lo sapevamo, Edge non tradisce mai con alcune ottime frasi di chitarra e con un ritornello (di cui parleremo meglio dopo) incredibile, Adam anche pare in gran forma e Larry apparentemente è quello che si sente di meno, lavorando con beat elettronici e con un rullante dallo spiccato riverbero anni ’80.
Sono stati citati – non a sproposito secondo me, almeno per una parte del pezzo – Kraftwerk Joy Division come impronta di sound (e anche di immagine se andiamo a vedere copertina e video del singolo in bianco e nero).
Il pezzo poi viene denominato “(RED) Edit version” e quindi penso che sia lecito aspettarsi una album version diversa da ciò che ascoltiamo ora.

Insomma Invisible abbiamo capito che si presenta benissimo, ma l’anima del pezzo qual’è? Dov’è?

Il testo. E’ quello che ci comunica Bono.
Il frontman stesso parlando della canzone ci dice che la prima versione del testo parlava del suo primo viaggio a Londra con gli U2 nel 1979, quando non erano famosi e quindi invisibili.
E’ un testo che va a mettere sulla bilancia la nostalgia e la voglia di futuro in un equilibrio delicato ma stabile.
La versione attuale del testo, cambiata in qualche punto, mantiene comunque la nostalgia di casa che ha un viaggiatore.
Bono ha detto che ha pensato anche al perchè si vuole stare in una band per scrivere questo testo.
Eppure io ci leggo qualcosa in più…

C’è un verso della prima strofa che mi ha colpito particolarmente (in generale tutto il testo è bellissimo e veramente maturo, qui trovate il testo con la nostra traduzione Testo e Traduzione di Invisible) e il verso è questo, l’ultimo prima del ritornello: | Non sarò più il figlio di mio padre |
E’ lo spettro di Bob Hewson, il padre di Bono.

Ci dobbiamo ‘allacciare’ subito al ritornello a questo punto:
|Sono più di quello che conosci | Sono più di quello che vedi | Sono più di quello che mi permetti di essere | Un corpo ed un’anima | Non sono invisibile.

E’ un grido di libertà ma anche di dolore.
E’ il dolore giovanile di Paul Hewson, orfano di madre, quando ancora non era Bono.
Il dolore di un figlio che non riesce a comunicare con un padre che ama ma che a volte detesta.
E’ il dolore  di una giovane band che vuole trovare il suo spazio vitale.
E’ il dolore e la consapevolezza del dolore di Paul Hewson che forse con qualche spettro sta cominciando a fare pace.
E’ Bono adolescente che dice: “Sono qui! Possibile che non vedi cosa sono? Non vedi cosa sto facendo e cosa sono capace di fare?”

E ancora:
|Non ti penso così tanto | Tranne quando penso a tutti i giorni ghiacciati |
|Ai tuoi modi di ghiaccio | Si sciolgono | E sciolgono il tuo viso come neve|

Io continuo a vederci il ricordo di Bob Hewson.
Se in All that you can’t leave behind il lutto non era ancora stato elaborato, o meglio si presentava come un’ombra incombente (ricordiamo che in questo album ci sono molte canzoni di addio), in How to dismantle an atomic bomb lo spettro del padre di Bono in alcuni punti è una presenza quasi opprimente.

In Invisible ci vedo tanta luce invece.
Il ritornello con Edge che sale in un crescendo emozionante è luce.
E’ luce pura.
Sembra che sia lì da anni, aspettava solo di esplodere insieme alla sua melodia.
E’ il suono di catene che si spezzano, è tornare a muoversi liberamente.
E’ voglia di cambiare.

Bada bene che qui nessuno vuole incensare gli U2 acriticamente.
Siamo qui per parlare e fare critica costruttiva che è quella che ci può insegnare qualcosa in più.
Nessuno qui dice che Invisible è la nuova One.
Bisogna accettare che i tempi e le persone cambiano.
I tratti e le sfumature di carattere di una persona rimangono come punto fisso dalla nascita ma la vita e gli eventi toccano inevitabilmente noi essere umani e nessuno rimane uguale nel corso degli anni.
Per questo non ha senso fare critica distruttiva nei confronti degli U2, etichettando qualsiasi cosa (che non sia il passato glorioso) come “immondizia”.

Prendiamo quello che c’è di buono perchè è tanto.
Gli U2 sono in forma, sta per arrivare un nuovo album, hanno voglia di fare musica per loro stessi e per noi.
Hanno voglia e vogliono provare forse qualcosa che se non è nuovo per loro almeno è fresco.
Hanno la voglia forse di reinventarsi in qualche modo.
Sembrano inoltre non tradire la “regola” non scritta secondo la quale ogni 3 album si apre un nuovo percorso: anche stavolta pare che sia così.

Gli U2 ci sono e ci siamo anche noi fan.
There is no them, only us.
E’ un verso del testo che identifica perfettamente il rapporto che c’è tra gruppo e fans.

Invisible mi ha emozionato, è innegabile.
Ha emozionato tanta gente e questo non deve passare inosservato.

Viviamo di emozioni positive. Non è un’affermazione.
E’ un invito.

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