U2: il mio ombelico del mondo
Anche questa settimana raccontiamo come è nata la passione per gli U2 di un’amica del nostro sito, Anna. La sua storia è la testimonianza di come l’amore per la band nasce a qualunque età, spesso merito di uno o più fratelli maggiori.Grazie ad Anna e a tutti i fans che hanno voluto condividere con noi momenti indimenticabili della propria vita.
“Nel lontano 1998, all’età di dieci anni, fui catturata da un sound che proveniva dalla stanza dei miei fratelli maggiori. Era un sound marchiato U2. Un sound che era quasi innato in me, lo sentivo mio; sentivo che c’era qualcosa tra noi. Un rapporto che non si sarebbe mai diviso e una voglia incontrollata di conoscenza. Il ricordo del nostro incontro era sulle note di New Year’s Day e Sunday Bloody Sunday. Iniziai da subito ad ascoltare a ripetizione quelle melodie e ad aggiungerne delle altre come With or Without You, Where The Streets Have No Name e infine Gloria, la mia canzone preferita. C’era quella energia indescrivibile in Gloria, associata al video che era il primo di una lunga serie..
Con la mia grande timidezza e discrezione iniziai a fare richieste ai miei fratelli, richieste che consistevano nell’impossessarmi di tutto ciò che era in casa e che riguardava gli U2. C’erano quattro cassette in casa: The Best Of, October (copiata da un mio cugino), Achtung Baby e Pop (l’unica originale, fonte di immagini per me); poi un cd (contenente la colonna sonora di Batman Forever) anch’esso originale ed infine la videocassetta con i video più famosi. Poco alla volta iniziai ad impossessarmi di tutto, barattando con mio fratello un bracciale in argento in cambio di October.
Lì iniziò tutto, ma per tutto intendo il mio ombelico del mondo. Crescevo con quelle note, crescevo con quella morale; e la sensazione che mi ha sempre accompagnato di conoscerli di persona.
Ogni giorno era MTv, ogni sabato Top of The Pops..pronta a premere il tasto rosso del videoregistratore appena uscivano in tv anche solo per pochi secondi. Così passavano gli anni ed io accumulavo beni. Ma questa voglia di conoscenza e di devozione non bastava mai. All’età di undici anni chiesi a mio fratello maggiore, studente di ingegneria, di aiutarmi a creare una pagina html. E così ne feci una tutta mia, che conteneva un vero e proprio patrimonio di informazioni sugli U2. Peccato che mio fratello, ad un certo punto, formattò il computer, ed io persi tutto. Piansi per mesi. L’età avanzava , i miei interessi musicali iniziarono ad espandersi ai confini hard rock. Ma ovviamente al primo posto c’era questo amore: U2. Ci volle ancora del tempo prima di poterli vedere dal vivo. Mio padre non mi permise di assistere al concerto dell’Al You Can’t Believe tour perché avevo solo sedici anni; ma mi rifeci al tour successivo. Fu il giorno più bello della mia vita; un’emozione senza paragoni.
Ed eccomi oggi ad attendere un’altra emozione..loro sono parte di me; sono la mia morale, la mia coscienza, la mia gioia di vivere. Non ho mai accostato una loro canzone ad un evento della mia vita. Nessuna canzone mi ricorda nulla. Perché loro sono loro.
Gli U2 sono la spinta ad essere migliore, ad essere qualcuno, a sognare ad occhi aperti.”
Anna
Tags: Achtung Baby, All That You Can’t Leave Behind, Gloria, New years day, Pop, Sunday Bloody Sunday, Where The Streets Have No Name