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Mandela, Bono Vox: «L’uomo che non poteva piangere»

Inserito da on dicembre 6 – 09:28 | 848 visite

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da IlMessaggero.it del 06-12-2013

«Come un militante qualsiasi, sin da quando ero un adolescente, facevo tutto quello che Mandela mi diceva di fare». Inizia così il ricordo di Bono Vox, il leader degli U2, da sempre in prima fila contro la segregazione razziale.

In un articolo per Time, dal titolo «L’uomo che non poteva piangere», il cantante ricorda l’enorme influsso che ha avuto Madiba sulla sua vita. Le memorie di Bono ricalcano quella di una generazione, la stessa di Obama, che ha appena ricordato come la prima manifestazione a cui ha partecipato è stata contro l’Apartheid. «È stata sempre una presenza fortissima nella mia vita: penso al 1979 quando noi, gli U2, facemmo il primo concerto contro il Sud Africa razzista. Nel corso degli anni diventammo amici. Unimmo la battaglia contro il razzismo assieme a quella contro l’Aids e la povertà e la fame. Senza i suoi sforzi – ricorda Bono – nel decennio passato avremmo avuto 9,7 milioni di malati di Aids e 2,7 milioni di bimbi morti di fame in più l’anno». Sempre in prima fila nei grandi maxiraduni come il Mandela Day, Bono oggi cita anche aneddoti divertenti di un leader capace con la sua semplicità e la sua tenacia di spostare le montagne e cambiare il corso della storia. Una volta gli raccontò che riuscì perfino a ottenere una donazione di 20 mila dollari alla sua Fondazione da parte di Margaret Thatcher. «Gli chiesi, ‘ma come hai fatto?’ E lui, sorridente, mi rispose: ‘Gliel’ho chiesto. Non avrai mai quello che vuoi se non lo chiedi». Bono ricorda anche quanto gli raccontò un compagno di cella della prigione di Robben Island, quando Madiba, con la casacca numero 46664, era costretto a lavorare in una miniera di calcare. Quei lunghi anni, passati sotto il sole accecante, immerso alla polvere bianca, provocarono gravi danni agli occhi del leader dell’African National Congress. Una volta liberato, nel ’90, poteva ancora vedere, ma i detriti e le polveri avevano ostruito i suoi condotti lacrimali, lasciandolo così incapace di piangere. «Per tutti era tanta la sua fermezza e il suo valore che certo non poteva lacrimare in un momento d’insicurezza o di dolore. Ma la spiegazione era molto diversa. Poi, ha fatto un intervento chirurgico nel 1994 che risolse quel problema. Da quel giorno potè piangere. E oggi – conclude Bono Vox – anche noi possiamo fare lo stesso per lui».

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Via – IlMessaggero

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