Gli U2 illuminano la mia vita
Amare gli U2 significa condividerne la passione con altri fan. Passione e ricordi, emozioni e momenti delle nostre vite che gli U2 hanno cambiato per sempre. La protagonista di questa storia si chiama Moira, friulana di nascita, Eoliana di adozione, grazie all’incontro con suo marito Edoardo, originario di Lipari.
“Ero piccola e sapevo che gli U2 erano quelli che cantavano With or Without You..
Di Pride mi piaceva l’aria..in the Naaaame of loooooove…Chi la canta? Ah, ma sono sempre loro. Intanto crescevo, e all’infuori di qualche immagine sui giornali, non li incontravo più di tanto..però quel bel ragazzo biondo con le bacchette mi piaceva parecchio! Un giorno un collega di mio papà mi manda un cd dicendomi di metterlo a tutto volume nello stereo di casa e, se volevo far arrabbiare mio padre, di scegliere la traccia numero 3. “Vedrai, si arrabbierà come un toro!”
Seguo alla lettera i suoi suggerimenti e mio padre grida come un pazzo minacciando di rompere lo stereo comprese le casse. Mio padre ascolta musica folk o italiana anni 60-70.
Quel cd era Pop; la traccia numero 3 è Mofo: una bomba in mezzo alla casa; un colpo sordo in mezzo al cuore, un’esplosione atomica e l’inizio di quello che è diventato un amore indescrivibile tra gli U2 e me. Ho ascoltato quel cd milioni di volte; nessuno avrebbe potuto staccarmi da quella musica.
Gli anni passavano ed io nel frattempo collezionavo la loro discografia:
non mi piaceva Boy, ma amavo War. The Unforgettable fire mi stava simpatico, The Joshua Tree mi lasciava senza fiato.. Finchè con Achtung Baby la mia vita cambia completamente. A sedici anni ho fatto di Ultraviolet la colonna sonora della mia vita. Non ho mai trovato nulla di più bello realizzato dagli U2.
Ma il mio sogno più grande rimaneva quello di vederli dal vivo. Mi deridevano tutti;figurarsi se sarei mai andata ad un loro concerto..ero troppo piccola, ero a scuola, ero al lavoro.
Nel 2004 mi sono trasferita dal Friuli a Lipari per seguire mio marito, nella sua terra natia. A lui gli U2 piacevano, io glieli ho fatti rifiutare.Ma grazie a lui, grazie al suo regalo, sono riuscita ad andare a Roma per il concerto del 2010, realizzando quel sogno chiuso nel cassetto. Quando ho visto i biglietti ho rischiato di svenire dall’emozione. Ho trascorso l’estate del 2010 guardando ogni tipo di live riguardante il 360 Tour. Dovevo essere preparata, dovevo sapere cosa mi sarebbe aspettato, altrimenti mi sarei sentita male una volta arrivata davanti al palco. Purtroppo della sera del concerto non ricordo molto talmente ero carica di adrenalina, talmente mi sembrava incredibile essere a pochi metri di distanza dai miei idoli. So di aver chiamato i miei genitori e di aver detto a mio padre di provare a dirmi spegnere la musica, come diceva quando ero piccola ed ascoltavo gli U2 allo stereo. Ero in uno stato di estasi totale, al punto da non rendermi conto di ciò che stava accadendo intorno a me. Vedere gli U2 è stata la cosa più bella che mi sia mai successa. Me ne sono resa conto dopo giorni di averli visti e sentiti sulla mia pelle. Mi ci è voluto del tempo per capire che Bono dal vivo ha la stessa voce, che a Edge scappa la chitarra, che Larry è roba calda e che Adam è scultureo. Sono ancora senza parole, e mentre scrivo piango.
Per l’importanza che gli U2 hanno nella mia vita, ho deciso di tatuarli sul corpo per ricordare un’emozione forte e perché, come dice Ultraviolet, loro illuminano il mio cammino ogni giorno.
Ringrazio Moira per aver raccontato la sua storia; conoscere il suo amore per gli U2 è stato un po’ come rivivere pezzi della mia vita, non molto diversa dalla sua, soprattutto per l’aspetto che riguarda la musica e perché senza le loro canzoni non sarei mai arrivata fino a qui a decantarne l’immortale bellezza.
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