RATTLE AND HUM: 25 anni dopo un’intervista a Dennis Bell
Riportiamo l’intervista integrale pubblicata sul sito AtU2.com fatta al direttore del coro gospel, Dennis Bell, che ha cantato in I Still Haven’t Found When I’m Looking For nel film Rattle and Hum:
Una delle scene più famose di Rattle and Hum: gli U2, indiscutibilmente la più grande band del mondo del momento, entrano in una piccola chiesa di Harlem con solamente una chitarra ed un amplificatore, Bono ha il braccio fasciato, e fanno conoscenza con un coro formato da ragazzi di una scuola superiore e cantanti professionisti, organizzato e diretto da Dennis Bell. Insieme riescono a trasformare” I Still Haven’t Found What I’m Looking For” da canzone pop top-chart in una canzone gospel da brividi.
Oggi Dennis Bell vive e lavora ancora a New York. Fa il produttore e ha vinto molti premi prestigiosi, attualmente lavora con la cantante jazz Lynette Washington, scrive colonne sonore per altre produzioni musicali e insegna musica e tecniche musicali in un piccolo college privato della città. Recentemente abbiamo parlato per un’ ora al telefono di quegli eventi che un quarto di secolo fa lo hanno portato a formare il coro New Voices of Freedom che hanno cantato, oltre a “I Still Haven’t Found”, anche una versione di “The Sweetest Thing” per la colonna sonora del film Scrooged (SOS Fantasmi).
Nel 1986 Bell ha prodotto “Oh My God!” l’album debutto di Doug E Fresh. Nel 1987 stava lavorando con un altro gruppo che voleva far conoscere alla Island Records, iniziando quella serie di eventi che lo porterà a collaborare con gli U2 e che si vede in “Rattle and Hum”.
MATT MCGEE: Non sei entrato subito in contatto con la band, non è così?
DENNIS BELL: Nel 1987 stavo lavorando con un gruppo che volevo far conoscere alla Island Records, così presi un appuntamento e andai da loro; stavo passando il demo quando un talent scout dell’etichetta passò di lì e fummo presentati. Lui diede un occhiata alla mia roba e vide che oltre a fare il produttore e altre cose dirigevo anche un coro.
Mi chiese, “Dirigi un coro?” Ed io gli risposi, “ Sì, lo faccio da anni”
Rimase un momento in silenzio, dopodiché mi disse, “Ho quest’idea che mi frulla in testa e mi chiedevo se tu potessi fare qualcosa per me. Ti ricordi di Foreigner e la canzone ‘I Want To Know What Love Is’–ti ricordi come fa il coro nella versione secondaria?” Gli dissi che me la ricordavo bene, avendola ascoltata diverse volte.
The Joshua Tree era già uscito e “With Or Without You” come primo singolo. Il secondo singolo che doveva ancora uscire sarebbe stato “I Still Haven’t Found What I’m Looking For”.
M.M.: Quanto bene conoscevi gli U2 in quel periodo?
D.B.: Conoscevo gli U2 perché in quel momento era impossibile non conoscerli. Ma io ero soprattutto nel genere Jazz e R & B e non sapevo molto del loro repertorio. Ma erano presenti su ogni rivista del mondo.
Joel mi disse, “Stiamo per lanciare il loro secondo singolo I Still Haven’t Found What I’m Looking For” Non avevo idea di come fosse quella canzone non avendola mai sentita. Lui mi disse, “Pensi di poter fare una versione gospel di quella canzone?”
Nell’ambiente musicale non puoi dire mai di no. Per fortuna mia moglie è una pianista gospel. E Lynette Washington , alla quale adesso faccio da produttore come artista jazz, è una cantante gospel, e avevo già avuto modo di dirigere un coro gospel. Così risposi, “Bene, facciamolo.”
Joel mi disse, “Bene, prendi questi soldi e metti insieme un demo, io lo ascolterò.” Non ricordo quanto mi diede, credo fossero intorno ai $500 – $1.000 per coprire i costi di studio di registrazione e altro.
Dopo il nostro incontro tornai a casa e mi incontrai con mia moglie, Claudette, mia cognata Lynette e mio figlio Chis che aveva appena finito il college e lavorava come co-produttore insieme a me. Ci mettemmo seduti ed usammo la drum machine per arrangiare una traccia ritmica. Facemmo un arrangiamento vocale e mettemmo insieme qualcosa—loro [Island Records] ci diedero una copia del singolo e realizzammo un arrangiamento insieme.
M.M.: Il coro c’era già a questo punto?
D.B.: No, avevamo bisogno di un coro. Ho molti cantanti che conosco professionalmente e alcuni che provenivano dalle scuole, quindi il coro era formato da studenti del coro delle scuole superiori e cantanti professionisti che conoscevo. Li raggruppai tutti insieme e andammo direttamente nello studio di registrazione e provammo lì. Io feci la parte del basso e del pianoforte, ed insegnai al coro la loro parte nello studio – Secret Sound Studio.
Feci fare la parte da solista a Lynette, la sorella di mia moglie. Finimmo per le 22,00 quella sera , quindi ci vollero circa quattro ore, ed il risultato fu molto buono. Avevamo un abbozzo quando Joel entrò ed esclamo, “Dio, questo è proprio quello che avevo in mente!” Era davvero ottimo.
M.M.: E questo dopo solo poche ore di lavoro?
D.B.: Beh, non era una canzone molto complicata ed io ero comunque abituato a lavorare velocemente.
Quello che senti su Rattle and Hum è una versione bastardizzata , è parte l’arrangiamento mio e parte U2 perché io e Bono ci siamo scontrati un po’ durante le prove– non in modo negativo, cercavamo solo un modo per amalgamare insieme i due pezzi. Se vuoi ascoltare la versione originale è su iTunes , su un album chiamato Rockspel – è una combinazione di gospel e rock. Più tardi presi tutti i demo che facemmo dopo di quello e li misi insieme su un album che si trova su iTunes. [NdE: L’album include anche una versione di Mysterious Ways che fu realizzata anni dopo]
Quando finimmo di registrare, Joel lo portò alla Island Records e tutto lo staff impazzì per il pezzo. Così il giorno seguente il mio avvocato aveva già pronto un accordo discografico con il coro New Voices Of Freedom – praticamente lo inventammo noi quel nome. Mia moglie aveva già un coro scolastico dal nome Voices Of Freedom, così questo divenne il New Voices Of Freedom.
……….
M.M.: Come sei passato dal ‘quasi’ aver fatto un singolo con la Island Records ed avere gli U2 chiedervi di esibirvi al Madison Square Garden?
D.B.: Dopo aver finito il disco ed aver stipulato accordi con il distributore indipendente, ricevetti una telefonata da Dennis Sheehan, il tour manager degli U2. La band si trovava a Boston e mi chiamava per dirmi che qualcuno aveva mandato loro la cassetta quando erano a Dublino e ne erano rimasti entusiasti. Mi disse, “ Saremo a New York al Madison Square Garden. Vorreste cantare con loro?”
Ovviamente la risposta era sì! Non furono presi accordi finanziari o niente del genere, a quello avremmo pensato dopo, dovevo proteggere molta gente, soprattutto i minorenni.
Mi disse, “Le cose stanno così—i ragazzi pensano che se si fanno le prove in centro ci sarà troppa gente che lo verrà a sapere e si creerà il caos.” E aggiunse, “Conosci un posto dove si può provare senza problemi?” Io gli dissi, “Beh, penso che a Harlem nessuno conosca gli U2!”
Telefonai a Dorothy Terrell e le domandai se potevo chiedere al pastore di usare la sua chiesa. “Per provare un pomeriggio una canzone con gli U2 nella sua chiesa” Lei mi diede presto la risposta, “Lui dice che non ci sono problemi.”
Così richiamai Dennis per dirgli che avremmo provato in una chiesa di Harlem, la Greater Calvary Baptist Church.
Arrivammo abbastanza presto e provammo il pezzo esattamente come era stato realizzato in studio. Improvvisamente arrivò la band e ci presentarono. C’eravamo tutti, George, Dorothy, e cercavamo il modo giusto per eseguirla—praticamente eravamo pieni di idee musicali.
Poi arrivarono con le macchine da presa ed io dissi, “Ehi, cosa ci fanno queste qui?”
M.M.: Non avevano parlato di macchine da presa? Pensavi fosse solo una prova?
D.B.: Una prova per il Madison Square Garden. Io chiesi cosa ci facessero con tutte quelle macchine da presa. Ero un produttore professionista e a quei tempi c’erano contratti da rispettare. Mi risposero che stavano girando un film, riprendevano gli U2 in giro per il paese, e che sarebbe diventato un grande film documentario. Io risposi che non ne sapevo nulla.
Non ricordo come arrivammo ad un accordo, poiché dovevo fare attenzione alle implicazioni legali, non solo per me stesso che sarei apparso nel film ma anche e soprattutto per tutto il coro, i solisti e tutti gli altri. Per tutti gli aspetti legali era una cosa un po’ complicata.
Riuscimmo a sistemare le cose, non ricordo bene come, ma al momento facemmo tutto per stretta di mano, lasciando l’aspetto legale a dopo. Andammo avanti, perché non sarebbe stato giusto ritirarci, in fondo era una grande occasione per i ragazzi, gli adulti, i solisti e anche per me.
Così ci esibimmo per Bono ed Edge, che erano più interessati rispetto ad Adam e Larry. Larry si limitò a prendere in mano un congo tamburo.
M.M.: Non avevano portato con loro gli strumenti, vero? Edge aveva la chitarra?
D.B.: Sì, Edge aveva portato la sua chitarra ed un amplificatore, nient’altro. Usammo il microfono della chiesa. Larry prese un congo tamburo che stava lì in un angolo. Adam si sedette e guardò.
Facemmo un paio di arrangiamenti e ci salutammo dopo le prove. Pensavamo tutti che l’esibizione al Madison Square Garden sarebbe apparso nel film, nessuno pensava che le prove ne avrebbero fatto parte.
Facemmo il soundcheck nel pomeriggio prima dello spettacolo. Di solito non mi piacciono i soundcheck, ma questo era davvero buono. Decisero che il suono del tamburo avrebbe oscurato troppo le voci del coro, ecco perché sull’album si sente sfumare via, in modo da far apprezzare meglio le voci.
Tornammo più tardi per il concerto e ci sedemmo backstage. Avevamo già programmato come uscire sul palco—ci eravamo preparati duranti il soundcheck.
M.M.: Com’è stato salire sul palco quella notte per lo spettacolo?
D.B.: Cominciammo a cantare e non ho mai in tutta la vita sentito quello che sentii quella notte: voglio dire, sono stato altre volte al Madison Square Garden per degli spettacoli ma mai era successo che 22.000 persone cantassero tutti nello stesso momento una canzone. Era assolutamente immenso. Tutti cantavano insieme a noi. Non sono uno che si emoziona facilmente, ma quella sera avevo brividi lungo tutta la schiena per la sintonia che si era creata, l’interazione. Non puoi capirlo se non c’eri…è stata una incredibile esperienza musicale.
Più tardi ci ritrovammo tutti insieme con la band nel camerino. Ad un certo punto Bono mi dice che vuole darmi una canzone sconosciuta, una b-side, era The Sweetest Thing e mi dice, “ Voglio che ascolti questo pezzo e vedi cosa puoi farne”.
M.M.: Cosa hai pensato quando hai visto il film?
D.B.: Andammo alla prima a New York – molto interessante. Eravamo solo io, mia moglie, mia cognata e mio figlio. Soltanto noi quattro. Ci piacque molto. Ricordo che all’uscita c’erano delle persone in strada che gridavano, ci scambiavano per delle star. Era buffo. Andammo al party. C’era Keith Richards, un sacco di celebrità. Non mi interessavano più di tanto ma mi sono divertito.
M.M.: Dicevi prima che pensavi che ci sarebbero state le riprese del concerto nel film, non quelle dentro la chiesa di Harlem?
D.B.: Fui sorpreso perché l’esibizione al Madison Square Garden era molto dinamica, ma suppongo che volessero inserire qualcosa di molto più intimo nel film, era quello che cercavano. Perché quando guardi Rattle and Hum ti accorgi che è tutto molto intimo—Bono che parla con B.B. King. Penso che Phil [Joanou] cercava proprio quel tipo di contatto personale, e le prove in chiesa rendevano meglio questo pensiero rispetto al grande concerto al Madison Square Garden.
M.M.: Quindi Bono vi ha chiesto di fare la vostra versione di The Sweetest Thing. Come ci è finito nella colonna sonora del film “Scrooged”?
D.B.: Mi trovavo in California a fare uno spettacolo con artisti hip-hop all’Universal Studios e contattai Jimmy Iovine che stava lavorando con gli U2 in studio. Gli mostrai il nostro demo e rimasero tutti sbalorditi. Non sapevamo come pubblicarlo come singolo. Lui mi disse che era il direttore musicale in un nuovo film di Bill Murray, Scrooged, e che sarebbe stato giusto per la colonna sonora.
A&M ci offrì un contratto dopo aver sentito The Sweetest Thing, ma le cose andarono per le lunghe e non se ne fece nulla.
Eravamo arrivati molto vicino ad un accordo ma credo che i tempi non fossero ancora maturi. Tutto questo succedeva prima che il gospel prendesse piede negli anni ’90 e 2000. A volte le cose accadono nel tempo sbagliato, troppo presto. Iniziammo nel 1987 e chiudemmo definitivamente nel 1991 con il coro New Voices of Freedom.
Facemmo altre cose, però—dei video con Lenny Kravitz e Sean Lennon ed altri ancora. Facemmo delle pubblicità con Aretha Franklin e altre persone. Facemmo degli spettacoli nei dintorni di New York. Facemmo delle apparizioni speciali per altri artisti, ed su alcuni show televisivi. Eravamo piuttosto conosciuti nel nostro campo ma senza un’etichetta discografica non eravamo nessuno.
Fonte | AtU2.com
Traduzione di Elisa Agostini per U2360GRADI.IT
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AGGIORNAMENTO DEL 25.10.2013
Per celebrare il 25° anniversario di U2 Rattle & Hum (film e colonna sonora) sono state registrate 2 canzoni degli U2 in versione alternativa . La prima, I Still Haven’t Found What I’m Looking For, è una versione over- dub della versione degli U2 con Exodus di Bob Marley aggiunto a fine della canzone . Il secondo brano è un mix inedito di The Sweetest Thing.
A voi l’ascolto:
LINK SOUNDCLOUD DEI 2 BRANI INEDITI
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