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Si chiamavano Hype e di strada ne avrebbero fatta tanta ma con un altro nome…U2!

Inserito da on giugno 3 – 14:00 Un commento | 822 visite

Si chiamavano Hype e di strada ne avrebbero fatta tanta. Ma con un altro nome:U2. Ecco Bono e compagni in un filmato “vintage”: è la loro prima apparizione in tv e risale al marzo 1978. La leggenda inizia da lì. E anche la sfacciataggine del cantante che sognava di fare il chitarrista!

http://youtu.be/yVYAPmdckBY

di Paolo Gallori per Repubblica.it

Passato, futuro. Un giro in rete alla scoperta di altri indizi su quanto accadrà ed ecco spuntare da quella miniera della memoria che è Youtube un reperto straordinario di ciò che è stato. Un filmato che, per pochi ma deliziosi minuti, riporta le lancette del tempo a 35 anni fa: 1978, prima apparizione televisiva di Bono, The Edge, Larry Mullen e Adam Clayton. Tutti minorenni: Larry aveva 16 anni, Bono e The Edge 17, Adam era prossimo alla maggiore età. All’epoca la band si faceva chiamare Hype. Con quel nome entrò nello studio televisivo, quando ne uscì erano nati gli U2. Ed è proprio questo il valore aggiunto del video: catturare un passaggio decisivo nella storia di una band partita dalla estrema periferia dell’impero discografico angloamericano per diventare la più amata nel mondo. Ma andiamo con ordine.

Un giorno del 1976, Larry Mullen espone un annuncio nella bacheca della Mount Temple School, istituto d’arte che rappresentava un’oasi progressista nel panorama cattolico e conservatore delle strutture scolastiche di Dublino. Suona la batteria, vuole formare una band. Rispondono i fratelli Evans, Dave e Dik, Adam Clayton, un tipo molto alternativo, e uno dei “bulli” della scuola, Paul David Hewson. Il futuro Bono ha smanie da chitarrista, frustrate dallo scarsissimo feeling con lo strumento. Clayton possiede un basso e un amplificatore e si riempie la bocca di tecnicismi, ma la sua pochezza lo riporta coi piedi per terra. Dik Evans sarebbe poi migrato nei Virgin Prunes, mentre il fratello Dave lascia intravedere buone intuizioni alla chitarra. L’unico vero musicista è proprio il batterista, Larry Mullen.

La mossa azzeccata è la trasformazione di Bono in cantante. Il ragazzo è un personaggio alla Mount Temple, grazie a un esibizionismo e a una faccia di bronzo che gli valgono anche la fama di rubacuori. Ma non sa suonare e all’inizio canta anche piuttosto male. I futuri U2 avrebbero potuto perderlo. Invece i ragazzi, ormai amici, si impegnano tantissimo, cercando tutti di migliorare suonando dal vivo ogni volta che se ne presenta l’opportunità. E riuscendo a elaborare una proposta riconoscibile e personale partendo dai propri limiti.

È proprio Bono, due anni dopo, nel marzo 1978, a intercettare una voce: un programma tv per adolescenti, Youngline, cerca una giovane band irlandese a cui offrire un passaggio in trasmissione. Bono contatta uno dei producer di Youngline e lo convince ad assistere alle prove della band. I ragazzi gli fanno ascoltare Glad to See You Go e il tipo apprezza: “L’avete scritta voi?”. E Bono non si smentisce, come raccontano le biografie: “Beh, sì”.

Una volta in studio, la band cambia le carte in tavola. Invece di suonare il pezzo dei Ramones, osa con una sua composizione, Street Mission, ma nessuno se ne accorge, nemmeno il producer che li aveva ascoltati. Buon segno. Sebbene gli Hype contino su cinque componenti, il video mostra quella che sarebbe diventata la line-up classica e inamovibile degli U2. Manca, infatti, Dik Evans, che non rientrerà più. E prima che la puntata loro dedicata vada in onda, Bono e compagni si ribattezzano U2.

Due giorni dopo la messa in onda di Youngline, la band suona al Community Center di Howth in un concerto che è più di un simbolico passaggio di consegne. Inizia il set come Hype, e con Dik alla chitarra, poi a metà show il fratello di The Edge abbandona la scena e sul palco si ritrova la nuova entità, gli U2. Qualche settimana dopo, la vittoria a uno show per band emergenti a Limerick favorisce il primo contatto con il manager che non li avrebbe più lasciati: Paul McGuiness.

Lo smaliziato talent scout rimane colpito da quei quattro ragazzi che avevano rinunciato al nichilismo del punk per una musica dove la rabbia si stempera in passione innocente e sincera. McGuinness non ci pensa su molto, diventa il manager degli U2, procura loro un contratto con la Island di Blackwell e li mette nelle mani di Steve Lillywhite, produttore della nouvelle vague britannica che aveva già posto la sua impronta sul sound di Echo & The Bunnymen.

Nel 1980, mentre le classifiche si popolano di new dandy, sintetizzatori e personaggi freddi e disillusi, gli U2 pubblicano Boy, il loro primo album. In copertina l’immagine pura e lo sguardo innocente di un bambino, proiezione della disarmata sincerità dei loro primi testi, impregnati delle memorie, dei dolori e delle illusioni di uno spirito dai connotati adolescenziali alla scoperta del mondo adulto. La tv dei ragazzi è ormai il passato, il palcoscenico ora è il pianeta.

 

Via | Repubblica.it

 

 

 

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