“Linear,” il film in DVD contenuto nella deluxe edition di “No Line On The Horizon”
“Linear” è il film U2 in collaborazione con Anton Corbijn, famoso fotografo e sceneggiatore da sempre a stretto contatto con la band irlandese, nel quale voleva completare l’ipotetico side project di No Line On The Horizon.
Da buon fan di vecchia data e dopo aver verificato la bontà del disco grazie agli MP3 fuggiti con una settimana in anticipo, non ho resistito alla tentazione di acquistare la versione hyperdeluxe del nuovo album degli U2, quella con libro, digipack, poster, eccetera eccetera. A convincermi è stata anche la presenza al suo interno del dvd di Linear, un film inedito di Anton Corbijn, realizzato utilizzando come colonna sonora la musica del disco.Il film è piuttosto particolare, anche abbastanza difficile da etichettare. Si potrebbe definire una colonna sonora visiva-narrativa dell’album, che tende a valorizzarne una natura di concept che – dal semplice ascolto delle canzoni – non emergerebbe. La storia è quella di un poliziotto di Parigi che abbandona la città (dopo aver dato fuoco alla sua moto d’ordinanza) per dirigersi verso l’Africa. Su un’altra moto attraversa i Pirenei, raggiunge Cadice e qui prende la via del mare.E’ suddiviso in undici frammenti, uno per ogni canzone del disco. Solo un brano è assente (I Go Crazy If I Don’t Go Crazy Tonight), sostituito dall’inedito Winter. Gli altri ci sono tutti, anche se la scaletta è diversa. Alcuni video sono più evocativi. Le nuvole che disegnano in cielo la sagoma del’Africa in White As Snow, per esempio. Ma anche la notturna Parigi iniziale, alcune tappe del viaggio e praticamente l’intera sequenza finale formata da una bizzarrissima danza di donne baffute in Get On Your Boots e da momenti più riflessivi in Moments of Surrender e Cedars of Lebanon. Gli U2 compaiono solo nel frammento dedicato a Magnificent, con un video distorto che riporta indietro alle interferenze tecnologiche incrociate di Achtung Baby e dei tour Zoo Tv e Zooropa.E’ un prodotto che probabilmente non dispiacerà ai fan che hanno apprezzato No Line on the Horizon, che potranno riascoltare il disco come colonna sonora di un racconto per immagini. Per chiunque altro, la sua visione non sarebbe altrettanto immediata. Non ci sono dialoghi e il protagonista interagisce silenziosamente con pochi altri personaggi. C’è molta lentezza e molta riflessione in movimento. E la linearità della trama rispecchia perfettamente il titolo del film. Io l’ho visto a tarda sera e in certi momenti ho rischiato l’assopimento, lo confesso. Però ne sono rimasto affascinato.
Quello che è interessante è la natura del progetto. Quella definitiva, certo, ma soprattutto quella originaria. Ciò che avrebbe potuto essere. Così come è arrivato tra le mani dei fan più generosi, Linear è un insolito mix di musica e cinema, firmato da un artista di riconosciuto valore (che ha da poco esordito nel cinema vero e proprio come un film peraltro molto musicale, come Control), storico sodale degli U2 per tanti videoclip e tante fotografie. Un prodotto che seduce per la sua essenza alternativa, ibrida, difficilmente catalogabile, anche molto attuale (tra l’altro, in una delle tante configurazioni di vendita di No Line on the Horizon, può anche essere scaricato direttamente da Internet). Spesso gli album musicali non ci bastano più. Siamo alla ricerca di qualche modo nuovo e inedito per fruirli.
C’è però un’altra dimensione di Linear – purtroppo rimasta solo sulla carta – che se trasformata in realtà avrebbe potuto essere ancora più intrigante e coraggiosa. E’ una dimensione che emerge dalle parole con cui lo stesso Corbijn presenta il film sull’interno di copertina del dvd. Ecco alcuni stralci (la traduzione è mia):
“Nel maggio del 2008 la band mi ha fatto ascoltare le nuove canzoni. (…) L’idea era che visto che molte persone oggi acquistano la musica da Internet e la ascoltano su computer o lettori MP3, la loro esperienza musicale avrebbe potuto essere resa più piacevole da un video. Invece di fissare la copertina del disco o una foto del gruppo per più di 45 minuti, perché non avere un’immagine in movimento per l’intera durata dell’album?”
“(…) Bono mi raccontò le canzoni e il disco. Per la prima volta aveva creato dei personaggi, aveva scritto dei testi sulle loro vite, partendo dai loro punti di vista. (…) Pensai che non fosse il caso di tradurre visualmente i testi delle canzoni, ma di prendere uno dei personaggi creati da Bono. Era il poliziotto parigino, originario del Nord Africa, che mollava tutto per tornare a vedere la sua ragazza a Tripoli. Abbiamo iniziato la produzione tra giugno e luglio, diretto le riprese alla fine di luglio, montato tutto in agosto, eravamo pronti per l’uscita dell’album a novembre. (…) E’ stato a quel punto che la band ha deciso di tornare in studio a lavorare un po’ sul disco”.
“(…) il disco che emerse dallo studio a fine dicembre del 2008 era molto diverso da quello per il quale avevo creato le immagini. Non solo la scaletta era stata modificata, ma c’erano anche alcune canzoni nuove, mentre una era scomparsa. I nuovi testi non avevano più i personaggi, suoni differenti dominavano le canzoni sulle quali avevo lavorato. Tragedia! Per fortuna, abbiamo lavorato a una soluzione che ha visto Linear mantenere la sua tracklist, inserendo le versioni delle dieci canzoni che sono anche sul disco. Dunque, Linear è una versione ibrida molto interessante di No Line on the Horizon, in parte com’era a maggio 2008, in parte com’è oggi”.
Quello che abbiamo davanti agli occhi (e nelle orecchie) non è insomma il Linear che avrebbe dovuto essere. La scaletta forse lo è, ma le canzoni vere e proprie no. E’ un adattamento, una forzatura. Il tentativo di attualizzare al nuovo disco un progetto nato in un altro modo. Ha ragione Corbijn, rimane un progetto molto interessante. Ma non sarebbe stato ancora più interessante distribuire il film con la colonna sonora basata sulla prima versione di No Line on the Horizon, quella ascoltata da Corbijn nel maggio 2008 e utilizzata come fonte d’ispirazione per le riprese?
Non solo ci avrebbe guadagnato l’identità stessa di Linear, ma l’intera operazione sarebbe stata più innovativa e – probabilmente – anche più stuzzicante dal punto di vista commerciale. L’idea di avere tra le mani un film con una versione alternativa dell’album avrebbe probabilmente spinto più fan ad acquistare il prezioso cofanetto. E la doppia natura delle canzoni sarebbe rientrata in un percorso sempre più evidente della musica contemporanea, che è quello della continua mutevolezza dei brani stessi.
E’ vero che l’artista dovrebbe aver sempre la parola definitiva sulla forma finale di un brano. Ma è anche vero che oggi non tutto è così fisso e definito come qualche anno fa. Lo sanno anche gli artisti stessi. Dai Beatles che in Let It Be… Naked! distribuiscono versioni scarne e alternative delle canzoni che abbiamo conosciuto per trent’anni in Let It Be; ai Radiohead che provano per anni i brani nuovi in concerto, prima di confezionarli su disco (tutte le canzoni di In Rainbows erano già conosciute dai fan più assidui, seppur in forma diversa); ai Coldplay che nel 2008 hanno distribuito addirittura cinque diverse versioni – non remix, ma davvero versioni diverse – dello stesso brano: Lost! (l’originale sull’album Viva la Vida), Lost? (solo piano e voce), Lost- (strumentale), Lost+ (con l’aggiunta di alcuni versi cantati dal rapper Jay-Z), Lost@ (dal vivo).
Con un pizzico di coraggio in più, Linear avrebbe potuto diventare qualcosa di davvero inedito. E No Line on the Horizon sarebbe stato uno dei primi album (a mia memoria) a uscire contemporaneamente in due versioni diverse. Chissà che in futuro gli U2 e Corbijn non tornino sui loro passi e ci permettano di vedere e ascoltare il film per come avrebbe dovuto davvero essere.
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