Gli U2, io e la fede
Non sono mai stata una persona di Chiesa come vorrebbero i sacerdoti e la Chiesa stessa. Credo che esista un Dio, un’entità superiore che “dall’alto” mi osserva e mi segue passo dopo passo. E’ quello stesso Dio a cui mi sono rivolta in preghiera tante volte, a cui ho chiesto di accogliere i miei cari defunti al suo fianco e a cui ho chiesto di risollevarmi da momenti di sconforto centinaia di volte da quando sono in vita. Sono convinta che “lui” mi ascolti e che cerchi di mostrarmi la via giusta da seguire, ma sono io che non riesco a vedere. Spesso sono accecata dalla rabbia, dal volere ciò che non ho trascurando i meravigliosi doni che mi sono stati concessi, ma che per me sono scontati. Eppure quando mi fermo a riflettere vedo che uno dei regali più grossi che mi è stato fatto sono i miei genitori, mia madre e mio padre. Ringrazio Dio per avermi fatto scoprire che donna è mia madre, quanto coraggio ha nell’affrontare la malattia. Mia madre ha un tumore; lo ha appena saputo, qualche giorno dopo l’inizio del nuovo anno. Ed io ne sono sconvolta almeno quanto lei; però entrambe sappiamo che dobbiamo reagire, essere forti per combattere con le unghie e con i denti. Certo, quando parla del suo male con i parenti si commuove e non riesce a trattenere le lacrime; ma non si è mai lasciata prendere dallo sconforto in mia presenza. Io so il perché: perché è madre prima ancora di essere donna e mi vuole proteggere. L’ha sempre fatto anche quando credevo che fosse succube di mio padre. Mi è stata accanto nelle difficoltà impedendomi di lasciarmi andare, di abbandonarmi al mio dolore. Mi ha tirato con forza fuori da un letto, mi ha nutrito e mi ha incoraggiata a reagire.
So che dietro a tutto questo miracolo c’è la mano di Dio, che mi guarda, ci osserva a ci aiuta. Mi sono disperata talmente tante volte da quando sono nata che credo che Dio abbia mandato gli U2 per darmi conforto affinché trovassi nella loro musica la speranza che la ruota gira prima o poi e che i momenti belli esistono ed arrivano quando meno te l’aspetti.
Bono è un uomo profondamente religioso, conosce moltissimi passi della Bibbia ed ha saputo trasferirli nelle sue canzoni come in “Forty”, un Salmo, una preghiera al Signore per ringraziarlo della sua magnificenza e misericordia. Fa uno strano effetto sapere che mentre canto una canzone degli U2, notoriamente conosciuti come una rock band, in realtà sto pregando.
Forse è anche per questo che gli U2 sono diversi da tutti gli altri: loro sono a metà strada tra terra e cielo, tra umano e divino. Amarli, seguirli nelle loro evoluzioni è un po’ come fare la volontà che Dio ha scelto per me ed io ne sono totalmente grata. La musica degli U2 come terapia per sprigionare energia positiva, stimolare la mente a pensieri di gioia e a produrre quelle endocrine che ci rendono euforici, che ci fanno sentire leggeri e forti allo stesso tempo. le loro canzoni sono eterne, come il nostro animo e la nostra fede.
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