Mille modi di essere fan degli U2
Quando una band diventa mito, ci si scopre capaci di imprese incredibili pur di avvicinarsi ad essa per un semplice contatto, come avere un autografo, scattare una foto o stringere la mano ad uno di loro. Scrivere sugli U2 non vuol dire solo elogiarli o tradurre le loro canzoni, nè tantomeno indossare i panni di critico musicale. Scrivere sugli U2 significa esprimere ciò che si prova ad essere fan e come questo modifichi il comportamento di ognuno di noi; di come faccia star bene riconoscersi nella loro musica e come si tenti di incontrarli almeno una volta nella vita. C’è chi aspetta per ore fuori da uno stadio nella speranza di veder uscire Bono e compagni, senza sapere se e quando la sua attesa verrà premiata. Ma quando si è lì, a poche centinaia di metri da loro, aspettare ha una connotazione diversa, perchè anche la più remota possibilità di relazionarsi con loro dà la determinazione necessaria a rimanere lì, immobili per ore.
Alcuni fan mi hanno raccontato momenti molto intensi della loro storia d’amore con gli U2; c’è chi ha vissuto il suo primo concerto ancora ragazzino, partendo con il migliore amico alla volta di Napoli per assistere allo ZooTv Tour. Era la prima volta che si allontanava dal piccolo paese di origine e l’emozione era talmente grande da non riuscire a fermare la sua corsa all’interno dello stadio fino a quando si è ritrovato sotto il palco, proprio in corrispondenza della postazione di The Edge. C’è chi ha cercato gli U2 nei viaggi in Irlanda, tra i pub di Dublino e i posti cari alla band ed infine c’è chi ha tentato di far recapitare un regalo, un oggetto semplice, come una bandiera o un libro, ma carico di significato per un vero fan. Per quanto questi gesti possano sembrare assurdi o esagerati, alcuni fan hanno avuto il loro momento di “goria” e sono tornati a casa camminando metri da terra per la felicità di aver parlato a Bono, scattato una foto a The Edge o ricevuto un autografo da Adam. Quel momento rimarrà stampato nella loro memoria come tra i più emozionanti e preziosi della vita. sarà uno dei gesti che varrà la pena raccontare alle generazioni future per parlare di sè e di cosa voglia dire appassionarsi per qualcosa in cui ci si ritrova a 360gradi. Se non fosse per la determinazione e la voglia di parlare di una band in cui credo dal profondo della mia anima, ora non avrei la casa invasa di libri bianchi e fucsia, con in copertina la porta di Brandeburgo e un’auto Trabant dai colori sgargianti. Per molti tutto ciò non avrebbe nessun valore; nel mio caso è un continuo stimolo, fonte di soddisfazione, piacere e desiderio di far sentire la mia voce fino a Bono, senza il quale non avrei mai esternato i miei sentimenti attraverso la scrittura.
Vorrei che gli U2 suonassero in eterno, oltre me, oltre i miei ricordi, oltre tutto ciò che capita nella vita, perché la musica, un certo tipo di musica rimane tale e quale nonostante lo scorrere imperterrito del tempo..più invecchia e più affonda le sue radici nel cuore, diventandone parte integrante. Le canzoni degli U2 saranno cantate, amate, citate, riascoltate all’infinito, oltre Bono, The Edge, Adam e Larry ed oltre la mia più profonda stima per uomini che hanno cambiato il mio mondo.
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