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Tutto ciò che conosci è sbagliato

Inserito da on aprile 20 – 09:00 | 959 visite

Erano gli anni novanta, nel giro di pochi mesi gli U2 sarebbero tornati al grande pubblico con l’abulm della svolta, Achtung Baby, ed un nuovo tour mondiale. Conoscevo già il loro repertorio, cantavo “Sunday Bloody Sunday” e “Pride”, ma non mi rendevo bene conto di chi fossero realmente quei quattro uomini, di quanto avessero ancora da dire e da fare attraverso la loro musica. Crescendo, mi sono interessata di capire cosa volessero dire certe canzoni ed il motivo per cui erano state scritte. Verso la fine del 1991, gli U2 se ne uscirono con un album completamente diverso rispetto ai precedenti, sconvolgendo i loro fan. Molti rimasero spiazzati, alcuni si convinsero di aver perso la loro identità; altri, invece, si sentirono rinati, rinvigoriti da nuovi suoni che sembravano usciti da persone diverse da quei quattro irlandesi giravano per l’America indossando gilet e cappelli da cow boy. Questi erano personaggi nuovi, con look stravaganti e vestiti sgargianti perchè l’intento era quello di esaltare l’apparenza e stre al passo con i tempi; con una tv che manda in onda messaggi veloci, “flash” che ipnotizzano e sbalordiscono.

Così Bono si inventò un personaggio ironico, “The Fly”, che doveva interpretare la parte della rock star per eccellenza, quella che la band aveva rifiutato nella prima parte della carriera. Dopo l’uscita dell’album, iniziarono i preparativi per un tour mondiale, lo Zoo Tv, che avrebbe toccato anche l’Italia con ben otto concerti nel luglio 1993, tra cui Roma e Torino. La scenografia venne affidata al genio artistico di Brian Eno e Peter Williams; prevedeva la presenza di schermi giganti e Trabant dipinte da Katherine Owens. Al pubblico venivano mandati messaggi multimediali e provocazioni, sul genere di frasi come: “Tutto ciò che conosci è sbagliato”:

“Tutto il mondo è razzista”

             “L’ambizione morde le unghie al successo”

                                     “Non potrebbe mai succedere qui”

Gli U2 mandavano messaggi precisi e pungenti, che facevano riflettere il pubblico oltre a divertirlo con suoni innovativi mescolati al rock dei primi album. Bono decise di interpretare un doppio ruolo: quello della nuova rock star con occhiali neri che coprivano l’intero viso, giubotto e pantaloni neri, The Fly, appunto e l’alter ego  Mister Mac Phisto che si aggirava sul palco verso la fine dei concerti. Mac Phisto incarnava l’icona della vecchia rock star, consumata dagli eccessi del rock’n’roll; quella che sul palco improvvisava telefonate ai personaggi più o meno famosi pianeta. A Torino i fan ricordano ancora la chiamata a Giovanni Agnelli, il quale, però, quella sera non si fece trovare in casa.

Lo Zoo Tv rappresenta il prototipo dei tour moderni, ma mai nessuno come gli U2 sono riusciti a creare spettacoli dove il palco, le luci e gli schermi ffossero ancora più geniali ed artisticamente perfetti delle canzoni. Per quanto un fan di vecchia data possa essere abituato alle trovate degli U2, ogni volta che inizia un nuvo spettacolo, la prima reazione quando si entra in uno stadio è lo stupore e la meraviglia per ciò che hanno creato.

Gli U2 sorprendono, provocano, rinnovano se stessi e si mettono in gioco ad ogni album, ad ogni nuovo incontro con il pubblico perchè sono artisti seri e non lasciano che nulla nel loro appassionante lavoro benga affidato al caso.

Non è vero che “Tutto ciò che conosci è sbagliato”; probabilmente è solo ciò che molti vogliono farci credere; ma la musica, la capacità individuale di pensare e qualche canzone che arriva al cuore, ci aprono gli occhi al vero senso della vita ed alla sua bellezza.

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