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Lode agli uomini ed alle donne di buona volontà

Inserito da on aprile 6 – 09:00 | 849 visite

Se penso agli eventi di cronaca mondiale di questa ultima settimana, mi viene in mente come prima cosa la vittoria del partito di Aung San Suu Kyi in Birmania. Dopo anni, dieci, se non sbaglio, di arresti domiciliari, finalmete Aung Suu è riuscita a sconfiggere il potere politico che imponeva la dittaturra nel suo paese. Immagini della donna e testimonianze di esultanza da parte del popolo sono state trasmesse dai telegiornali in tutte le edizioni ed immagino che quelle stesse scene abbiano fatto il giro del mondo. Nel mio piccolo mondo, posso dire di aver conosciuto la vicenda di Aung Suu grazie agli U2 ed all’attenzione che Bono ha voluto dedicare alla sua causa dagli inizi del ventunesimo secolo. “Walk on” è stata scritta e dedicata alla storia di questa donna e di come la sua vita sia stata soggetta a continue limitazioni nella libertà di espressione politica e di pensiero. Per anni in Birmania una donna veniva tenuta in gabbia come un uccello a cui era stato impedito di volare in nome della libertà; di quella “freedom” che è l’ideale in cui interi popoli si sono battuti per rivendicarla nel corso dei secoli. Senza libertà non si può agire, non si può pensare e produrre idee che arricchiscono, che creano tecnoligie nuove eprogresso. La libertà ha mille aspetti e se viene a mancare si nega all’uomo lo strumento attraverso cui esprimere la propria natura,la propria intelligenza e creatività, sempre nel rispetto di se stessi e degli altri. Gli U2 girano il video di Walk on a Rio, camminano tra la gente del luogo che ha ben poco con cui vivere e cantano che è difficile sapere cos’è una casa se non ne hai mai avuto una. Quando ascolto quelle frasi capisco quanto sia fortunata ad averne posto, una casa che mi dà la sicurezza di essere al riparo dal caldo, dal freddo, da eventi naturali o causati da altri essere umani; dove poter mangiare, dormire, dialogare senza che qualcuno me lo impedisca. Penso ai concerti a cui ho preso parte ed al coinvolgimento emotivo legato alla musica ed alla scenografia che accompagna l’esecuzione di Walk on, quando Bono dice che in quella occasione noi e loro stiamo cantando per Aung San Suu Kyi, per lei come persona e per la sua causa a favore della libertà di espressione. A volte, per fortuna, i sacrifici degli uomini non sono vani e, quando va bene, la donna o l’uomo che si è battuto per una giusta causa rimane in vita per assaporare la vittoria della causa per cui ha lottato tanto.

Oggi, 4 Aprile, giorno in cui scrivo l’articolo che verrà pubblicato venerdì, ricorre l’anniversario della morte di un uomo grande, la cui vita è  stata sacrificata per ideali molto più grandi di lui, forse, sicuramente ideali per cui vale la pena lottare e condividere almeno una volta nella vita.

Sto parlando di Martin Luther King e di quegli ideali di fratellanza ed uguaglianza tra i popoli che hanno segnato la storia dell’America e del mondo intero. Di Martin Luther King e della sua vicenda sono stati scritti libri interi e la storia moderna non può essere considerata tale se omette di parlare di un personaggio così importante per l’epoca in cui è vissuto e per le generazionidelle epoche future. Bono ha dedicato al reverendo King ben due brani: “Pride, In The Name Of Love” e “MLK”, entrambi capolavori di bellezza, di sensibilità da parte della band verso temi che coinvolgono l’opinione pubblica e la stessa natura umana. Due brani che hanno segnato la loro  produzione artistica confermandoli per  fama e bravura nel firmamento delle star musicali di tutti i tempi.

Questa settimana è stato un continuo pensare a loro, a quegli uomini e quelle donne di buona volontà che con il loro impegno, la loro determinazione e tenacia hanno lottato per rendere il mondo un posto migliore in cui vivere. E’ grazie al loro impegno che noi possiamo godere di una libertà maggiore oltre ad un maggior rispetto per la l’essere umano come eome esrpessione di vita. Se non ci fossero stati gli U2 a testimoniare  il sacrificio di questi individui, forse altre band avrebbero perorato le stesse cause, ma sono convinta che il risultato non sarebbe stato lo stesso, non sarebbero nate le stesse canzoni, uniche, belle, emozionanti in quel modo che solo loro sanno fare e che non smetterò mai di ascoltare ogni volta come se fosse la prima. Forse la fama di Aung San Suu Kyi non sarebbe stata la stessa se uomini come Bono non avessero intonato per lei certe canzoni e non avessero rivolto un appello alla sua libertà ad ogni loro concerto, sempre,con costanza e dedizione, senza mai sostituire quel momento con altre magnifiche canzoni che hanno scritto dall’inizio della loro carriera.  Se penso che le cose siano andate come ho scritto, allora la vittoria del partito di Aung Suu è la vittoria degli U2 e di noi fan che abbiamo cantato con loro quella Walk On credendoci dalla prima all’ultima nota.

Questa settimana tutti noi abbiamo vinto una battaglia in favore di una causa giusta, di una donna che ha sacrificato la propria libertà per ottenere quella del suo popolo.

Lode ad una donna la cui buona volontà non è mai venuta meno.

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