La visione dell’evidenza secondo Bono
Ascolto le canzoni degli U2 ed ogni volta le faccio mie lasciandomi trascinare dalle emozioni che nascono la prima volta, quando ancora non ho la minima idea di cosa avrei sentito nel nuovo album. Bono ed i suoi amici hanno raggiunto i cinquant’anni, ma la loro creatività non sembra essere alterata, nè aver subito cambiamenti di un tempo che ingiallisce i pensieri e a volte confonde la mente. Al contrario, le idee di Bono sono attuali e moderne; fanno commuovere, riflettere, sognare e ribellarsi esattamente come negli anni degli esordi, quando gridava il suo disappunto alla guerra civile in Irlanda e le morti di innocenti caduti nei luoghi in cui è cresciuto e conosce a memoria.
Oggi gli U2 sono adulti ed hanno alle spalle talmente tanta esperienza nel mondo della musica da permettersi di dire e fare ciò che più deisderano. Nonostante questo, si ritrovano periodicamente negli stadi insieme ai loro fan per suonare e per esprimere quei sentimenti che rimangono tali, anzi, che, invecchiando, migliorano ed acquistano valore, come il buon vino.
C ‘è un brano che riesce ad emozionarmi meglio di ogni altro; che mi fa riflettere e mi convince che Bono prima di tutto è un uomo che vive con i piedi ben piantati per terra, non nel pianeta delle rockstar. La canzone è “Moment Of Surrender”, quella che racchiude il senso della “visione dell’evidenza”, della consapevolezza che hanno i tossicodipendenti quando ammettono la propria impotenza e sono in piena crisi d’astinenza da droghe. Ancora una volta si tratta di un tema attuale; anzi, si tratta di una vera e propria piaga sociale di cui gli U2 parlano dai tempi di “Running to Stand Still”, negli anni ottanta. C’è però una differenza rispetto ad allora; il coinvolgimento della band è totale, a 360 gradi, proprio come lo è la loro ultima tournee. Ogni aspetto dell’essere umano, dal corpo alla mente ed al cuore , sono impegnati in una canzone che denuncia il dramma di diverse generazioni. Tutti e quattro, nessuno escluso, interpretano il pezzo con un evidente coinvolgimento emotivo, come se si sentissero dentro un incantesimo da cui non possono liberarsi fino alla fine dell’esecuzione, fino al suono dell’ultima nota. E’ un canto straziante, che chiude i concerti a tarda serata e che sembra un congedo sofferto dal pubblico, sia dai ragazzi che non hanno mai perso un evento dal vivo, sia da quelli che, al contrario, non avevano mai vissuto prima un’esperienza tanto bella. E’ un saluto agro-dolce, di chi sa che ci sarà prima o poi un altro luogo d’incontro, ma che non ha la pallida idea di quando e dove o con quale altro pezzo struggente toccherà i cuori di chi ascolta prima di lasciare il palco.
E’ vero che ogni giorno dal mondo giungono notizie che ci preoccupano e ci tengono con il fiato sospeso per il nostro futur; ma è anche vero che siamo ancora persone con un’anima, che riescono a cogliere quei messaggi positivi che si nascondono tra le notizie di nuove guerre, di catastofi naturali o causate dalle nostre stesse mani. Siamo ancora capaci di mobilitarci per una manifestazione di pace, per un raduno che coinvolge una qualche passione ed infine siamo ancora capaci di rispondere al richiamo della musica ed alla voce di Bono che sopravvive alle paure per un futuro che minaccia le nostre speranze.
La musica degli U2 è un’esperienza emotiva che ci imprigiona in un sogno da cui non vogliamo uscire perchè è la realtà a cui aspiriamo.
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