THE EDGE PARLA DEL SUO INCONTRO CON I SENZATETTO
Il chitarrista degli U2 The Edge, produttore per MTV dello special”The Break”, ha parlato del suo incontro con i senzatetto e della sua voglia di aiutare queste persone. “E’ una cosa terribile quando ti rendi conto che non c’e’ niente che puoi fare, ma non puoi far finta di non vedere. Credo che la cosa piu’ difficile emotivamente sia la consapevolezza di questi “senza fissa-dimora”, di diventare delle non-persone e di perdere la loro dignita’. Ed è tremendo quando accade, di questo ne sono consapevole, per questo mi sento colpevole con me stesso per le troppe volte che non ho mosso un dito per aiutarli”. Il musicista e attivista dice che ha cominciato da un po’ di tempo ad organizzare incontri con questi giovani in difficolta’, aiutando anche economicamente quelli che si trovano nelle situazioni piu’ disperate. The Edge ha trascorso tre decenni della sua vita lavorando su cause sociali, quali alleviare le carestie africane e conducendo una campagna con le organizzazioni di Make Poverty History di Amnesty International. Attraverso “The Break”, Edge e l’avvocato per i senza tetto Anne Mahlum, hanno studiato attentamente il profilo di tre persone e hanno cercato di ricostruire le loro vite. Essi hanno preso sotto esame una donna che è stata vittima di uno stupro, un batterista di talento disperato per il suo insuccesso ed una ragazza sbattuta fuori di casa dai genitori che non accettavano il suo lesbismo. Edge ha scritto anche uno canzone per lo special intitolata”There’s No Home Like Place”. Poi ha aggiunto, che gli U2 stanno lentamente inziando a pensare al proprio lavoro ma la band non ha nessuna fretta di tornare in studio nonostante la quantità di materiale già in possesso. “La nascita dello special The Break”, spiega poi Edge, “é nato dopo una lunga riflessione sulle mie possibilita’ e capacita’ di poter aiutare questi giovani, che mi ha portato a intraprendere questo viaggio meraviglioso, difficile ma tremendamente veritiero che ha risolto molti enigmi su me stesso. Ho pensato cosi’ di riflettere su come i senza tetto siano davvero emarginati ed in molti casi privati anche dei diritti civili. Quello che ho imparato da questa esperienza è che c’è una miriade di ragioni su come qualcuno potrebbe diventare senza fissa dimora e che con un po’ di impegno da parte di tutti noi possiamo far luce su queste vicende sensibilizzando l’opinione pubblica. Ero fermamente convinto che con un documentario televisivo la gente a casa avrebbe afferrato il senso del messaggio e capito la gravita’ della situazione, spero di esserci riuscito”.
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