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Lezioni di vita

Inserito da on gennaio 13 – 09:00 | 822 visite

Sono sempre stata affascinata dalle canzoni che gli U2 hanno scelto per chiudere i loro concerti; per lo meno quelli che ho avuto la fortuna ed il grande piacere di seguire. Ricordo che a Reggio Emilia nel 1997 a fine serata Bono intonò “All I Want Is You” ed io pensai che quello fosse il suo personale ringraziamento a tutti quei ragazzi che come me avevano trascorso una giornata intensa sin dalle prime luci dell’alba, da quando erano usicti dalle proprie case nelle loro tranquille città e, seduti alla guida di un auto, o a mezzo di un treno, erano arrivati fino all’area riservata a quei quattro Irlandesi che avevano stravolto la loro musica imbattendosi nel  “Pop Mart Tour”. Ricordo che le parole di quell’ultima canzone entrarono nelle mie orecchie con la stessa dolcezza con cui un amante dichiara il suo amore alla propria donna, dedicandole un momento di pura passione dopo averle fatto la corte a suon di rock e pop.

Del concerto di Milano del 2005 ricordo, invece, che l’ultima canzone con cui gli U2 si congedarono da noi tutti fu “Original of  The Species”, creata per le figlie primogenite di Edge e Bono. Dopo una serata trascorsa ad incantarci con suoni e ritmi conosciuti a memoria, e dopo averci fatto notare quanto fosse bella in quell’occasione la luna sopra Milano, gli U2 riapparvero sul palco con un brano dolcissimo; una sorta di monito rivolto a due giovani donne che, mai come nessun’altro facevano battere forte il cuore di uno strepitoso cantante e del suo braccio destro alla chitarra. Al momento in cui il testo venne scritto le due ragazze avevano la stessa età dei loro papà quando questi erano già musicisti affermati o avevano vissuto, come Bono, il dramma terribile della perdita della madre. Ad Hollie Hevans e Jordan Hewson è stato dedicato un pezzo simile ad un manuale di istruzioni su come vivere; su come affrontare la vita assaporando ogni singolo evento con la giusta calma, senza quell’ansia o smania di conoscere subito tutto; perchè certi momenti arrivano una volta sola e, come canta papà Paul, l’inizio è sempre più divertente della fine. Loro sono l’origine di una specie unica; ma spesso la società rinnega questa unicità preferendo un mondo fatto di adolescenti tutti uguali, vestiti bene ed alla moda, ma in “serie”, perchè le differenze fanno paura e sconvolgono gli animi. Non si può controllare un animo che rimane originale a com’è dalla nascita, è questo il messaggio che deve passare. Come deve arrivare la richiesta di un genitore che desidera che il proprio figlio rimanga per sempre bambino in qualche parte del suo cuore, perchè ai suoi occhi non crescerà mai completamente. Della propria originalità non si dovrebbe mai smettere di andarne fieri; al contrario, si dovrebbe sempre avere la forza ed il coraggio di gridare ciò che si è, senza averne vergogna; perchè la grandezza di una persona si capisce dalla coerenza con cui rimane fedele alla propria indole in ogni momento della sua vita, anche quando indossare una maschera sembrerebbe la soluzione più facile, quella più opportuna. Ma  a due giovani donne che stanno crescendo va insegnato che la “sfida” è capire cosa abbiano di speciale e proteggerlo come una delle cose di sè che deve rimanere immutato dall’età che avanza, dalle delusioni, dai tradimenti ma anche dai momenti di gioia o quando si crede di aver avuto già tutto. Ai sorrisi, ai pianti, alla fama non si dovrebbe arrivare troppo facilmente, ma ogni cosa deve compiersi al momento giusto senza avere fretta di crescere lasciandosi alle spalle anche un pò di se stessi. L’esortazione è di mostrare la propria anima e non averne vergogna; di liberare il proprio amore, di gridare i propri sentimenti senza timore di rimanere soli, perchè è mostrando ciò che si è che si trova  solidarietà e condivisione, amicizia e collaborazione. E’ l’unicità del singolo che conduce all’unione, a quell’essere una cosa sola che va sotto il nome di “One”, un concetto che è parte di noi da quando gli U2 ce l’hanno fatto conoscere. Da allora non c’è giorno in cui io non pensi a quell’amore che è, e rimarrà, fino alla fine una legge suprema.

 

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