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La risposta di Neil McCormick sulla fine degli U2

Inserito da on novembre 5 – 08:00 2 Comments | 1.479 visite

Gli amici di U2Market.com hanno tradotto la risposta di Neil McCormik, grande amico della band ed autore del film ‘Killing Bono‘ in risposta alle voci di un possibile ritiro dalle scene degli U2 a seguito dell’intervista di Bono pubblicata su Rolling Stone.

Ecco l’articolo:

“Ci sono state molte chiacchiere sul web secondo cui gli U2 stiano per sciogliersi, a seguito dei commenti di Bono su Rolling Stones. Bono ha dichiarato di recente di come gli U2 siano stati ‘sull’orlo dell’irrilevanza per 20 anni’ e ha asserito ‘saremmo lieti di finire con No Line On The Horizon’. Nonostante la mancanza di singoli di successo e una percezione generale che non fosse un classico, l’album ha recentemente raggiunto i 5 milioni di pezzi venduti, e gli U2 hanno concluso il tour più grande, più tecnologico, più ambizioso e di maggior incasso di tutta la storia del rock. Q Magazine ha omaggiato gli U2 con un premio per il ‘Greatest Act of The Last 25 years’ (Migliori Artisti degli Ultimi 25 Anni). Potrebbe essere questo un momento opportuno per uscire di scena?

Non esiste nessun processo impostato per lo scioglimento di una band. Di solito succede più o meno accidentalmente e spontaneamente, attraverso conflitti interni. Spesso è accompagnato da un declino di popolarità ed un incremento di divisioni creative. Ma quando si è stati insieme a lungo quanto gli U2 (oltre 36 anni), e avuto successo in tutta la carriera, si può consolidare un tipo di inerzia, dove la band continua ad esistere solo perchè, beh, continua ad esistere.

I REM sono stati recentemente applauditi per la loro decisione di sciogliersi a causa della sensazione che i loro giorni migliori fossero alle spalle. I Rolling Stones continuano nonostante questo, le critiche ostili, per dare musica ed intrattenimento alla loro massa. Si può dire che sia giusto, e si può dire sia sbagliato, ognuno ha il suo punto di vista. Ma i REM sono vicino agli U2, e appartengono alla generazione post punk per la quale la devozione alle rock band venne con alti ideali e propositi. Parlando dello scioglimento dei REM su Newsnight questa settimana, Mike Mills ha spiegato che ‘è stata un’opportunità per noi di andarcene alle nostre condizioni. Non ci sono forze esterne, nessun problema, possiamo andare avanti come amici e sentire che abbiamo realizzato ciò che volevamo realizzare’.

Gli U2 hanno certamente realizzato molto, probabilmente molto più di quanto avevano mai sognato… sebbene avessero sognato in grande. Avevo un registrazione di Bono quando Boy uscì nel 1980, con entusiasmo mi diceva che un giorno ne avrebbe fatto uno grande come Sergeant Pepper. Sono stati la più grande rock band nel mondo per la maggior parte della loro carriera, hanno costantemente reinventato e rinvigorito loro stessi musicalmente, fatti tour innovativi e da record, e stati al centro di campagne politiche e benefiche che hanno aiutato il mondo in cui viviamo. Penso che questa sia la parte del problema, attualmente, la vera causa della crisi esistenziale che la band cerca in se stessa. A Bono piace essere al centro delle cose, far parte di discorsi di musica, politica e cultura. ‘Molta gente ha album degli U2… perchè ne dovrebbero volere un altro? Credo sia una domanda ragionevole da farsi’, ha ammesso di recente. ‘Non so se sia possibile per noi fare qualcosa che sia attuale, che sia significante, non solo per il nostro pubblico ma per il tempo in cui viviamo. Ma questo è il tipo di lavoro per me’.

Gli U2 hanno registrato molto negli ultimi due anni, con un sacco di produttori diversi, incluse le nuove canzoni con Danger Mouse (alias Brian Burton, il mago del taglio dietro Gnarls Barkley), canzoni pop ballabili con Red One e meditative, quasi ambient, con il team costituito da Brian Eno e Daniel Lanois.

Mi piacerebbe ascoltare queste registrazioni. Ma sembra ci sia poco senso che questa musica sia quella di cui il mondo ha bisogno in questo momento, qualcosa di singolare, originale e abbastanza forte da alzarsi con le loro migliori, grandi ed audaci emozioni di Unforgettable Fire, il rock scavato nella roccia di The Joshua Tree, l’invenzione industriale di Achtung Baby o le melodie killer di All That You Can’t Leave Behind. E così mantengono intaccando, alla ricerca di quella elusiva svolta creativa. Ma può una band di super ricchi di mezza età arrivare sempre ai livelli creativi della loro gioventù, quando fare musica realmente sembrava una questione di vita o di morte?

La convizione di Bono che stiano per creare qualcosa di strepitoso ogni volta effettivamente crea un peso sulle loro spalle. Quale band ha sempre fatto i loro più grandi e risonanti lavori a metà della loro carriera? Quando gli U2 fecero i loro primi classici lavoravano giorno e notte all’inseguimento di un ideale sacrificando tempo personale e vite private, dando ogni cosa per la causa della musica. Inevitabilmente non è comunque questo il caso. Organizzano incontri e sessioni di registrazioni per adattarsi con i loro crescenti e complessi problemi personali. Ai loro fan piace ancora credere che gli U2 vivano in Irlanda e si incontrino nei pub o negli incontri di preghiera (da ciò la ridicola e inaccurata accusa di evasione fiscale che continua ad essere fatta contro di loro). Infatti, Bono vive principalmente a New York ora, The Edge a Los Angeles, Adam a Londra e solo Larry rimane più o meno residente a Dublino. Hanno tutti (a parte Adam) mogli e figli che hanno bisogno di tempo ed attenzione. Hanno il tipo di ricchezza estrema che gli garantisce un’esistenza da favola. E Bono, la loro forza motrice, trova il tempo e l’energia molto diluiti dalla sua gamma tentacolare di interessi extra curriculari ed impegni, in particolare politici e benefici che ispirano antagonismo nelle persone che pensano che una rock star possa stare nel business della rock music. Come Bono riconosce ‘siamo la band più amata e più odiata sulla terra’ e molte delle ragioni per cui non piacciono alla gente sono proprio per causa sua, persone che dice di capire ‘perchè anche lui alle volte deve sopportarsi’.

Avrei dovuto intervistare Bono la scorsa settimana per la ristampa del ventennale di Achtung Baby, ma ha disdetto perchè sentiva di aver fatto abbastanza lavoro promozionale, e aveva bisogno di una pausa. Dice che incomincia a provare imbarazzo per la quantità di attenzione intorno a lui, rispetto al resto della band. Si tratta di uno scherzo nel quale lui simpatizza con la gente che è malata dal suono della sua voce, perchè è troppo. Ed è chiaramente esaurito. O come ha messo in un apologetico messaggio ‘con la schiena a terra per la stanchezza‘.

I due anni di Tour degli U2 potevano concludersi quest’estate in Nord America ma qualche volta penso che Bono non sapesse come fermarsi. Ha continuato il suo incessante girare il mondo con i suoi impegni filantropici, umanitari e d’affari. Ha cantato al memorial di Steve Jobs in California il 17 Ottobre, ha incontrato Nicholas Sarkozky a Parigi il 19 come parte della coalizione contro lo povertà di One al G20, ed era a Londra qualche giorno dopo con il resto della band per ritirare il loro premio di Q Magazine. Non sorprende che abbia detto a Rolling Stones che gli unici suoi piani per il futuro siano di avere un pò di tempo libero: ‘Voglio prendere i miei figli e mia moglie e sparire con il mio iPod nano, qualche libro ed una chitarra acustica’. Ora, lunedi, questa settimana, era a Dublino, come parte di una delegazione per convincere le compagnie estere a investire in Irlanda. E’ la rock star che non sa dire di no.

E’ per questo, personalmente, che non penso che gli U2 rischino di fare un ritiro in grazia come i REM. Se mai ci sarà, accadrà di un tripudio di gloria o in un scandaloso atto di pazzia, rotto dalla folle ambizione del loro cantante. In questo momento, è giusto dire che gli U2 abbiano bisogno di una pausa. Ma i fans hanno sentito questi accenni di disillusione e dissolizione già in passato, nel 1989 dopo gli eccessi di Rattle And Hum, quando Bono dichiarò che dovevano ‘andare via e tornare a sognare di nuovo’. Sono tornati con Achtung Baby nel 1991, probabilmente il loro momento migliore.

Dalla mia esperienza, quello che stanno cercando di fare è produrre un senso di crisi che li guidi. Edge si riferisce ad esso come ad un azzardo, una costante in voga nelle sue discussioni dei loro processi creativi. Gli U2 hanno bisogno di sentire che ci sono cose in gioco quando stanno scrivendo o registrando, deliberatamente consumando tensione e rischiare per mantenere la concentrazione. Quando Bono dichiara che gli U2 sono ‘sull’orlo dell’irrilevanza’, ciò che realmente fa è di alzare la posta in gioco per se stesso e la band, spingendosi bruscamente fuori dalla zona di comfort. Gli U2 sono in ritiro temporaneo, mentre il loro leader ricarica le batterie, ma il suo interrogativo non è indicazione di disillusione, ma istigazione all’azione. I fan preoccupati che le osservazioni di Bono suggeriscano che gli U2 un giorno non ci siano più sbagliano. Quello che davvero vuole fare, invece, quello che sente, che ha bisogno di fare è per gli U2 ‘andare via e creare l’album della loro vita’. Non so si sia possibile per una band con la loro lunga storia reinventarsi ancora. Ma, come milioni di altri fan, voglio sentire che ci provano.”

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