Stanza 306
Esiste una stanza numero 306 in un Motel degli Stati Uniti destinata a rimanere nella storia per un tragico evento: l’uccisione del Reverendo Marthin Luther King il 4 Aprile 1968. Quel Motel in Menphis, oggi, è diventato il “National Civil Rights Museum”, una sorta di monumento alla memoria di un uomo il cui sogno era unire popoli con diverso colore di pelle. Il contenuto di quella stanza è rimasto tale e quale da più di quarant’anni: un letto sfatto, una tazza vuota di caffè ed un portacenere sul comodino; segni tangibili della presenza di una persona a cui piacevano abitudini “terrene” ma che a differenza di tanti altri ha scelto di lottare e sacrificare la sua vita per i diritti umani del Mondo intero. Questo tema è particolarmente caro agli U2, che hanno celebrato il Reverendo con la splendida “MLK”; e che più recentemente, con “Walk On”, hanno riportato all’attenzione pubblica la vicenda di Aung San Suu Kyi, la donna esponente del movimento nazionalista birmano agli arresti domiciliari dal 1990.
Credo sia difficile trovare chi, nel ventunesimo secolo, decida di scrivere e cantare canzoni simbolo di una precisa presa di posizione; canzoni che parlano di amore, pace e fratellanza non solo per appagare chi ascolta o per il puro significato di queste parole; ma perché c’è la ferma convinzione che la musica sia l’unica arma capace di colpire al cuore senza uccidere; l’unica in grado di smuovere i potenti della Terra per perseguire un progetto superiore a quello di una ragione che assume quasi i connotati della follia.
Nascono così campagne di solidarietà sostenute da personaggi famosi come Bono che, nell’esempio di grandi uomini e donne come Marthin Luther King e Aung San Suu Kyi, escono dai loro panni di celebrità per stare al fianco di chi lotta quotidianamente tra la vita e la morte perché non ha cibo con cui sfamarsi o chi subisce violenze fisiche perché ha la pelle di un altro colore o per via delle sue idee politiche.
Questa è la grande contraddizione del nostro secolo: l’aver perseguito e raggiunto risultati eccellenti nell’evoluzione tecnologica; l’aver creato strumenti di comunicazione praticamente perfetti, ma essere ancora legati a “retaggi mentali” che creano odio e guerra tra popoli incapaci di comunicare sebbene siano uguali al di là delle diversità fisiche, religiose o politiche.
Esiste una stanza 306 in ognuno di noi; è quella in cui riescono a convivere il piacere per beni effimeri, i grandi ideali e i nostri sogni in cui non smetteremo mai di credere perché rappresentano la linfa vitale di chi come noi è sospeso tra cielo e terra.
tratto dal Tour 360º Live in Amsterdam, l’esibizione di MLK e Walk On insieme:
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