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Bono e Youssou N’Dour tra gli attivisti in primo piano

Inserito da on settembre 23 – 11:45 | 436 visite

Bono e Youssou N’Dour sono tra gli attivisti in primo piano che giovedi richiameranno l’attenzione dei leader mondiali a evitare “una grande tragedia del 21esimo secolo” che si sta verifando nel Corno d’Africa.
Cinquantasei artisti africani e personaggi d’opinione pubblica, sostenuti da attivisti di fama internazionale, stanno portando avanti un’azione urgente contro la fame in Africa attraverso una lettera congiunta al vertice Onu di questa settimana a New York.
Il loro messaggio è che la carenza di cibo in Africa Orientale ha già ucciso decine di migliaia di bambini e che milioni di altre persone sono fortemente a rischio. Le Nazioni Unite stimano che, per una risposta umanitaria, sono necessari 2,5 miliardi di dollari (1,6 miliardi di sterline), in particolare per affrontare la carestia in Somalia, ma c’è un deficit attuale di circa 920 milioni di dollari.
Il gruppo, inoltre, invita i leader mondiali a mantenere le loro promesse di investire in progetti a lungo termine nell’agricoltura in modo da migliorare la sicurezza alimentare ed evitare in futuro carestie alimentari.
“Una grande tragedia del 21esimo secolo si sta svolgendo in questo momento”, dice la lettera. “Il popolo somalo sta accusando il colpo più duro al corpo e all’anima. In soli tre mesi sono morti trentamila bambini e 13 milioni di persone sono in pericolo in tutta la Somalia, l’Etiopia del sud ed il nord del Kenya”.
La lettera sarà presentata ai leaders regionali e mondiali a New York in una sessione speciale delle Nazioni Unite sulla crisi del Corno d’Africa sabato prossimo. I firmatari includono artisti come Nameless, Angèlique Kidjo, 2face Idibia, Hugh Maseka, Freshlyground and K’naan, il cantante nato in Somalia che recentemente è tornato a testimoniare gli effetti della carestia in prima persona.
La lettera invita i leader mondiali a fare tre passi:
Completare il finanziamento per le esigenze di emergenza nel Corno d’Africa;
Investire di più nella produttività agricola a lungo termine e nella sicurezza alimentare in Africa, e mantenere le promesse fatte negli accordi di Maputo e L’Aquila;
Riconoscere i gravi problemi di governo che hanno tramutato un periodo di siccità in una vera e propria carestia e dedicarsi maggiormente in colloquio di emergenza di pace.
I co-autori della lettera hanno espresso il desiderio per un’unità Africana e per una maggiore responsabilità da parte dei leader mondiali.
Il musicista Senegalese Youssou N’Dour ha dichiarato: “Da Dakar a Gibuti, la nuova Africa deve unirsi in un tutt’uno, il nostro popolo deve sostenersi a vicenda attraverso tutto il continente, i nostri leader e la comunità internazionale devono realizzare azioni urgenti. Questo è ciò che stiamo facendo insieme oggi.”
I jazzista Sudafricano Hugh Masekela ha aggiunto: “sarà un grande giorno quando i leaders mondiali si renderanno conto che sono stati eletti per servire il popolo e che la loro elezione non deve essere scambiata per incoronazione. Quando avranno capito questo, tragedie come quella del Corno d’Africa cesserà di esistere e l’umanità potrà godere dei servizi che si merita”.
Bono, il cantante degli U2 e co-fondatore della campagna anti-povertà ONE, ha dichiarato:” sono onorato di far parte di questa leadership impressionante di artisti e creativi in tutto il continente Africano, che si sono messi in azione contro questa carestia che rappresenta la parodia del 21esimo secolo.
La campagna ONE, che ha più di 2,5 milioni di soci in tutto il mondo, si appresta a lanciare un’iniziativa che chiede maggiori investimenti nell’agricoltura in Africa.
Dr Sipho Moyo, il suo direttore in Africa, ha affermato: “questa lettera rappresenta un passo cruciale per dar una voce chiara e potente a tutto il continente africano che non starà a guardare i suoi fratelli e sorelle morire di fame.”
La carestia nel Corno d’Africa è stata descritta come la peggiore crisi umanitaria del 2011 da parte dell’agenzia per i rifugiati delle Nazioni Unite, con in testa la Somalia tra i paesi più colpiti. Coloro i quali hanno contribuito alle donazioni sono stati largamente criticati per la lentezza nella risposta.

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