SPECIALE ACHTUNG BABY: Acrobat, approfondimenti e curiosità
L’acrobata è Bono, sono gli U2, sono tutte le persone che usano il cervello…
L’inquietudine in Achtung Baby a volte è solo nascosta, a volte invece esplode in violente sfuriate di frustrazione.
Basta vedere quello che si è detto in The Fly e, in generale su Achtung Baby, per provare a capire Acrobat e accorgerci di quanto incredibili sono le analogie che possiamo trovare con la situazione mondiale odierna.
L’undicesima traccia di Achtung Baby si può dire senza timore che sia uno dei capolavori del gruppo irlandese.
Insieme a The Fly è il “manifesto” degli U2 anni ’90 e se possibile è ancora più disperata e disillusa rispetto alla settima traccia di Achtung Baby.
Acrobat è in assoluto uno dei momenti più disperati e disillusi non solo dell’album ma di tutta la discografia dei quattro irlandesi.
Se qualcuno avesse ancora dubbi può vedere come si aprono la prime due strofe:
“Non credere a ciò che senti
Non credere a ciò che vedi
Se solo chiudi gli occhi
Puoi sentire il nemico
La prima volta che ti incontrai, ragazza
Avevi il fuoco nell’anima
Cos’è successo al tuo viso
Di neve in liquefazione?
Ora appare così!”
Qui però non c’è nessuna “Mosca” che parla: è Bono a disperarsi e a mettere in mostra tutte le sue debolezze, cosa non da tutti.
Traspare una certa consapevolezza che è data dall’esperienza umana; Bono è comunque in una posizione di rilievo e per certi aspetti della vita è un privilegiato ma il cuore è sempre il cuore di un uomo e non di una rockstar.
In generale quando i punti saldi della vita di uomo cedono cosa rimane da fare? Sognare.
“E puoi ingoiare
O puoi sputare
Puoi vomitarlo
O strozzartici
E puoi sognare
Allora sogna forte
Lo sai che il tuo tempo sta venendo
…non lasciare che i bastardi ti abbattano”
L’ultima frase è un assalto frontale nei confronti della stampa, sempre pronta ad approfittare delle debolezze di qualche vip per farlo a pezzi.
Il mondo, i media, il futuro. Sono solo una sorta di macchina “standardizzatrice”, noncurante dei valori del singolo, che ora si dispera guardando le ceneri di un secolo che sta finendo e di un’alba di un nuovo millennio che non era mai apparsa così incerta: il mondo sembra precipitare.
“No nulla sembra aver senso
Nulla sembra andare a posto
Lo so che attaccheresti
Se solo sapessi chi colpire
E mi unirei ad un movimento
Se ce ne fosse uno in cui potrei credere
Si spezzerei il pane ed il vino
Se ci fosse una chiesa che potessi accogliere
Perché ne ho bisogno ora
Di prendere il calice
Di riempirlo
Di berlo piano. Non posso lasciarti andare”
La disperazione ormai incalza come un cavallo infuriato con la musica che esprime queste esatte sensazioni.
The Edge suona la chitarra mescolando per così dire Bullet the Blue Sky e Where the Streets Have No Name, Bono ci mette la sua interpretazione superba; Adam con il suo dinamismo al basso e Larry con il suo groove frenetico e inquieto che contraddistingue questa canzone incalzano sempre di più finchè Bono, pieno di contraddizioni e preoccupazioni, ci rivela qualcosa:
“E devo essere
Un acrobata
Per parlare così
Poi comportarmi così
E puoi sognare
Allora sogna forte
…non lasciare che i bastardi ti abbattano
Cosa faremo ora che tutto è già stato detto?
Nessuna idea nuova. Tutti i libri sono stati letti”
Ecco quindi svelata la figura dell’acrobata. L’acrobata è Bono, sono gli U2, sono tutte le persone che usano il cervello. Sono tutte quelle persone che come l’acrobata si muovono su un filo per rimanere in bilico: quel filo sono i loro valori più sani e più veri. Quei valori che la società vuole distruggere.
La canzone finisce con una lunga strofa in cui Bono inarrestabile sfoga tutta la sua frustrazione ,e come in molte canzoni del gruppo, fa la sua comparsa, quasi in controluce potremmo dire, una figura femminile (già vista ad inizio canzone). Acrobat è anche la canzone di un uomo che ha una famiglia e dei figli.
Un padre che ha paure umane come tutti, che deve combattere contro le mille contraddizioni di una carriera da rockstar, eppure proprio come l’acrobata riesce a rimanere in equilibrio:
“E devo essere
Un acrobata
Per parlare così
Poi comportarmi così
E puoi sognare
Allora sogna forte
E puoi trovare
La tua via d’uscita
Tu puoi costruire
Ed io posso volere
E tu puoi chiamare
Non vedo l’ora
Tu puoi riporre
E puoi impugnare
Nei sogni incominciano
Le responsabilità
E posso amare
E posso amare
Lo so che la corrente sta cambiando
…non lasciare che i bastardi ti abbattano”
Siamo al culmine quindi, la musica si fa frenetica e Bono incalza con la sua frustrazione.
Bisogna continuare a sognare, sempre. Se possibile sognare il più forte che si può.
Come diceva lo scrittore americano Delmore Schwartz (professore di Lou Reed in quale a sua volta suggerisce a Bono di leggere qualcosa dello scrittore citato), autore del libro In Dreams Begin Responsibilities,nei sogni cominciano le responsabilità.
Come si diceva in apertura, le analogie con il periodo che stiamo vivendo ora sono davvero tante e ci dovrebbe far riflettere il fatto che gli U2 avevano già scritto il futuro 20 anni fa.
Bisogna ricordarsi sempre di sognare.
Curiosità
Acrobat si presenta come un pezzo rock dalle sonorità sicuramente industriali. Come abbiamo già detto, Adam e Larry fanno un gran lavoro alla sezione ritmica, The Edge è bravo a mescolare il sound rabbioso di Bullet the Blue Sky con una sonorità più “epica”, come quella di Where The Streets Have No Name ; il tutto sfocia in un grande assolo di chitarra verso la fine.
E’ una canzone in cui i quattro irlandesi danno il meglio di loro ormai perfettamente calati nell’atmosfera degli anni ’90.
AGGIORNAMENTO 2018: Acrobat è stata finalmente eseguita live durante l’eXPERIENCE + iNNOCENCE Tour del 2018; fino al tour a supporto di Songs of Experience era stata l’unica canzone di Achtung Baby a non essere mai stata eseguita dal vivo, nonostante le numerose richieste dei fan negli anni a venire, nonostante Bono avesse sempre dichiarato che è una delle sue preferite in assoluto degli U2.
Nei seguenti video il debutto live a Tulsa e l’ultima esibizione nella data conclusiva del tour a Berlino:
Concludiamo con l’audio di una versione acustica di Acrobat, eseguita da Bono, nei primi giorni dell’agosto 1992, ad Hershey, alla vigilia della terza leg dello Zoo Tv Tour.
Foto in evidenza | Anton Corbijn
Video Paulo Vetri,TheSittich U2gigs.com, Loïc Tomasi
Tags: Achtung Baby, Acrobat, Bono, Hershey, U2, Zoo TV Tour