The Edge: ‘Il Genio del suono’ degli U2
Da qualsiasi punto di vista si guardi la cosa, è innegabile che suoni come nessun altro chitarrista. Lui è il sound della band e senza di lui, gli U2 non suonerebbero per niente come gli U2!
Edge è un fan delle chitarre “vintage”, ma è anche allo stesso tempo un’innovatore. E’ uno “scenziato” (altro soprannome datogli da Bono) e un “genio del suono” (sempre Bono a chiamarlo così), un cristiano, ma anche un “iconoclasta” che non “crede nelle regole”.
Abbiamo sia un po’ di arguzia, sia un po’ di saggezza da un enigma della chitarra e i suoi amici.
Buon compleanno Dave!”
In questo articolo ci viene svelato il “dietro le quinte” della chitarra di Edge. Il racconto parte proprio da “Out of control” il primo singolo degli U2 che qui viene descritto “melodico, propulsivo e armonicamente ambiguo” che è proprio la chiave del sound di Edge.
Il chitarrista racconta che il suo stile e il suo sound derivano da una sua sfida personale e dalla sua concezione di musica. Egli dice infatti che non gli sono mai piaciuti lunghi assoli e virtuosismi, ai quali preferisce una canzone corposa e suonata bene con un suono “squillante” derivato dalla sua prima chitarra, una Gibson Explorer del ’76, ma egli stesso rivela, che si vede come musicista solo nell’ambiente U2.
Suonare negli U2 gli ha permesso di fare grandi sperimentazioni con gli effetti che gli hanno permesso di creare riff come quelli di “Mysterious Ways”, “Where the Streets Have no Name”, “Beautiful Day”, “Bad” ed “Elevation”, aiutato dal fidato tecnico e amico Dallas Schoo che è sempre pronto a “guardargli le spalle” anche durante i concerti.
Edge parla delle sue diverse chitarre (a volte in un concerto ce ne vogliono 18 per lo stesso numero di canzoni) anche se la sua preferita rimane la Gibson Explorer del ’76 acquistata a New York durante un viaggio di famiglia ed è la chitarra più distintiva tra quelle da lui possedute.
Esso si autodefinisce come un minimalista, non forza le canzoni per farci entrare dentro qualche elemento e si lascia guidare dalla musica, poi afferma di trarre ispirazione principalmente dalla musica europea.
Stimato dagli altri 3 membri della band, viene definito da Bono come “Maestro Zen degli arpeggi” il quale però sa anche mostrare il suo lato più passionale, la sua parte più vera che si esprime quando suona con l’effetto eco (delay) di “Pride – In The Name Of Love”.
Il delay gli permette di fare infinite sperimentazioni e come dice lui “è senza limiti”.