La Prima Volta
IN DREAMS BEGIN RESPONSIBILITIES
Di Andrea Morandi *
Critico musicale e autore di U2 – The Name Of Love (Arcana)
LA PRIMA VOLTA
Per qualcuno è stata casuale, per altri cercata, ma ognuno di noi ricorda bene la prima volta che gli U2 sono entrati nella nostra vita
La prima volta non sai che sta accadendo. La prima volta non te lo aspetti, arriva e basta. La prima volta non sai nemmeno che sarà la prima, e che la tua vita cambierà per sempre. La mia prima volta è stata in un sonnolento pomeriggio di dicembre del 1988. Stavo ascoltando la radio con un’audiocassetta pronta per registrare i pezzi del momento (altro che mp3, altro che download illegale) e, improvvisamente, cambiando stazione mi imbattei in un suono che non avevo mai ascoltato prima, un pezzo che, in quel periodo pieno di sintetizzatori e musica di plastica, mi colpì come un gancio alla mascella. Era Desire. A dire il vero, non ci capii molto: quel ritmo che andava e veniva, quella voce che girava in circolo, quel ritornello che non riuscivi mai a capire quando stava arrivando, quel grido che sembrava un canto tribale. Fu quella la prima volta che ascoltai gli U2 in vita mia. Non li avevo mai nemmeno sentiti nominare prima di allora. Avevo dodici anni e non sapevo che non solo li avrei riascoltati molto presto, ma nemmeno che avrebbero segnato la mia vita in maniera tanto profonda. In realtà il treno che mi portò via verso la terra degli U2 con un biglietto di sola andata sarebbe arrivato tre anni dopo e si sarebbe chiamato Achtung Baby, ma Desire fu il punto da cui tutto ebbe inizio, la prima fascinazione verso un gruppo di cui non sapevo assolutamente nulla. Dimenticate Google, dimenticate Wikipedia e U2360GRADI.it, perché nel 1988 se volevi sapere qualcosa su un gruppo musicale o andavi in edicola e speravi che sul numero di Rockstar ci fosse qualcosa oppure dovevi aspettare, aspettare e ancora aspettare. E l’attesa aumentava la curiosità, il fascino, la leggenda dietro quella band. Chi erano gli U2? Chi era quel gruppo che avevano presentato alla radio? Come si chiamava quella canzone? Onestamente, se c’è una cosa che rimpiango di quegli anni è proprio questo alone di mistero che avvolgeva tutto: la prima volta che mi portai a casa Achtung Baby nel 1991 mi sembrava un oggetto talmente denso e potente da mettermi addosso anche una certa dose di inquietudine. Oggi sappiamo tutto, forse troppo, ma basta tenere le orecchie e il cuore aperti, e la magia si ripete sempre, ancora e ancora. Ieri mi sono messo le cuffie, ho chiuso gli occhi e ho riascoltato Desire a tutto volume. E sono tornato lì, in un sonnolento pomeriggio di dicembre del 1988. Da dov’è partito tutto.
Per commenti e opinioni: Andrea Morandi
Bono nell’esecuzione di Desire – 1988
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